Corigliano-Rossano e la bufala americana: “Vogliono decretare la fine del nostro porto: fa bene Stasi ad opporsi”

All’indomani del botta e riposta tra il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Andrea Agostinelli e il sindaco Flavio Stasi sull’insediamento della multinazionale americana Baker Hughes nel porto di Schiavonea, sono tante le prese di posizione sull’argomento.

In sintesi, Stasi ha detto: 
🔴 Inquietante definire la mancanza di conformità urbanistica un “vizio di forma”, significa giustificare, di fatto, l’abusivismo.
🔴 Falso e strumentale definire il ricorso dell’Amministrazione “dilatorio”. Non essendoci alcuna sospensiva, l’Autorizzazione é pienamente valida. Il ricorso attiene alle fondamenta della trasparenza amministrativa per assenza di conferenza dei servizi.
🔴 Da ottobre 23 ad oggi, l’ADS avrebbe potuto convocare più di una nuova conferenza dei servizi, dando agli enti la possibilità di esprimersi, ed avviare la pianificazione del Porto, da condividere col Comune, ma a parte le interviste, nulla di fatto.
🔴 L’amministrazione ha già espresso la volontà di lavorare a spostare l’insediamento nel retroporto. In questo caso la competenza è di altri enti e non dell’ADS.
In questo campo servono equilibrio e concretezza, non disinformazione che, per altro, funziona laddove non ci sono chiarezza ed autonomia.  E non é il caso di Corigliano-Rossano.

Questo invece è il lucido commento apparso sulla pagina FB di Stasi da parte di Vittorio Annicchino: una ricostruzione temporale molto precisa e che fa riflettere. 

È sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono vedere ed hanno a cuore le sorti del nostro territorio e quindi anche del nostro porto, che dopo la ferrea volontà dell’allora Ministro Giacomo Mancini di dotare la nostra Sibaritide di un porto, si scelse la Zona di SCHIAVONEA, per la sua presenza unica nel golfo della Sibaritide di un nutrito corpo di pescatori.

Questa forte volontà fu forse dovuta al precedente scippo che i politici cosentini avevano perpetrato nei confronti della Sibaritide nel far deviare la iniziale progettazione dell’autostrada che da Castrovillari doveva raggiungere Sibari e proseguire per la fascia Jonica fino a Reggio Calabria, verso Cosenza, punendo Castrovillari, non dotandola di uno svincolo proprio.

Dopo che Mancini fu messo da parte dai colleghi cosentini, per la nostra Sibaritide iniziò il periodo di disinteresse della forte politica cosentina. Tutto rimase fermo. Il Porto rimase allo stato iniziale, non fu costruita una banchina d’obbligo alle due grandi Caserme, Capitaneria di porto e Guardia di Finanza, costringendo l’attracco dei loro mezzi navali ad una grande distanza sulla banchina normale del porto, con grande dispendio di energie di militari per la loro costante custodia, e gravando lo sbarco e l’imbarco dei militari ad un lungo percorso in macchina. Per non parlare degli uffici doganali, che dopo il ridimensionamento della dogana di Paola sarebbero dovuti diventare Dogana principale trovandosi su un porto con una grande struttura già predisposta.

Tutto ci porta a pensare al totale disinteresse dello sviluppo del nostro Porto e territorio da parte degli organi superiori preposti, lo dimostra anche il tentativo di voler inserire sulle banchine del nostro porto i capannoni di una industria, qualunque essa sia, così da decretare la fine del nostro porto.

Fa bene ora il nostro sindaco STASI a smuovere le acque, ed a smuovere le coscienze di chi deve operare unicamente nell’interesse del territorio e della stessa nazione, perché non dimentichiamo che il nostro porto fa parte del sistema dei porti Italiani, in una posizione anche strategica trovandosi al centro del golfo di Taranto, ed ospitando la flotta peschereccia più numerosa dell’intero mare Jonio, insieme alla siciliana Mazara del Vallo.

Queste attività vanno custodite e protette, perché fiore all’occhiello della pesca italiana. Da non dimenticare l’abbandono dei laghi di Sibari e l’area degli Scavi di Sibari in pieno degrado ed il nuovo Museo di Sibari costruito sotto ilo livello del grande corso d’acqua che gli passa davanti a pochi metri che ogni volta che esonda allaga seminterrati e piano terra. Questo è il disinteresse per la nostra piana di Sibari, che anche quando si è costretti a fare qualche opera si fa con la massima incuria e con tempi biblici. Speriamo che questo non avvenga anche per il costruendo Grande Ospedale di Insiti, già iniziato da tempo a stop and go…