Corigliano-Rossano, illuminazione pubblica. La guerra di Stasi contro Consip e poteri forti

La comunicazione era del 30 ottobre 2019 ed era davvero clamorosa. Attraverso una missiva recapitata per posta elettronica certificata all’impresa interessata, il Comune di Corigliano-Rossano aveva infatti risolto in autotutela uno dei più importanti contratti d’appalto dell’ente, in essere dal 2017. Un appalto della durata di ben 15 anni e per un importo pari a quasi 24 milioni d’euro.

Si tratta dell’ormai famosissimo contratto per la “gestione del servizio d’illuminazione pubblica e realizzazione d’interventi di riqualificazione tecnologica finalizzati all’efficienza energetica e d’adeguamento normativo degl’impianti del territorio comunale”, tra il Comune di Corigliano-Rossano, appunto, e l’impresa individuale “Lavori pubblici ingegnere Luigi Spezzano”, quest’ultima avente sede legale a San Giorgio Albanese e vincitrice della relativa gara pubblica.

Successivamente il Tar della Calabria e adesso il Consiglio di Stato, dei quali non dobbiamo certo essere noi a decantare le “prodezze” in termini di decisioni “appattate” e dettate dai poteri forti e occulti ha dato ragione all’imprenditore beneficiario dell’appalto. Nel frattempo, gli oppositori politici di Stasi si stanno scatenando…

Gino Spezzano

E allora sarà il caso di non fare confusione e di chiarire alcuni aspetti essenziali della questione. Luigi “Gino” Spezzano è uno degl’impresari più noti, potenti e politicamente influenti tra i corridoi comunali, in particolare di quelli che furono i corridoi del municipio dell’ex Comune di Corigliano Calabro, prima della fusione con l’ex Comune di Rossano.

A Rossano il panorama politico-massonico-mafioso è stato in fibrillazione per molto tempo. La prospettiva del referendum per la fusione con Corigliano aveva fatto diventare la città bizantina una vera e propria polveriera ed erano partite inevitabilmente le grandi manovre dei politicanti per farsi trovare pronti e dettare leggi e condizioni.

Per mesi e mesi il caso politico del giorno è stato la delibera comunale che trattava la gestione degli impianti di illuminazione tramite la Consip, che non ha certo bisogno di presentazioni. Una speculazione grandissima, ma così grande che fatalmente è stata chiacchierata come si deve sui marciapiedi, nei salotti, sui social e persino sulla stampa. Il Comune era talmente preoccupato che impediva l’accesso agli atti al consigliere comunale Rapani (che non è mai stato certo un nostro beniamino) e al consigliere Stasi (che invece ci è sempre piaciuto perché non ha scheletri nell’armadio e poi, per sfortuna dei papponi, è anche diventato sindaco…), i quali sottolineavano già due anni fa che ci trovavamo davanti ad un fatto gravissimo e si chiedevano il perché di tanta riservatezza e cosa ci fosse dietro.

Per scoprirlo, ci è venuta in aiuto la gente, che a Rossano ha urlato ai quattro venti quali erano alcuni degli interessi inconfessabili che non si potevano svelare ma che, alla fine, erano i soliti segreti di Pulcinella… Anche perché il monopolio dell’informazione ufficiale in mano ai media del potente Pasquale “Mollettun” Lapietra non poteva e non può svelare un bel nulla causa interessi trasversali con… tutti.

La verità che neanche “Mollettun” poteva e può far scrivere ai suoi dipendenti è che i politicanti rossanesi si erano mossi per tempo per raccogliere i frutti di questo impegno per le realizzazioni da collegare in qualche modo alla Centrale Enel e avevano costruito un contenitore chiamato “Futur-e” nel quale avevano piazzato i loro rampolli (principalmente il figlio di Candiano e il nipote del potentissimo avvocato Minnicelli).

Ad un certo punto, però, il progetto è miseramente fallito ma non per questo i papponi si sono rassegnati. In quattro e quattr’otto, di conseguenza, hanno aderito ad un bando della famigerata Consip affidando ad un’azienda del suo “giro” (quella di Gino Spezzano, appunto) la pubblica illuminazione e l’efficientamento energetico alla modica cifra di 15 milioni in nove anniPoi addirittura aumentati a 24 milioni per 15 anni… E hanno avuto gioco facilissimo a coinvolgere nel progetto quella cordata che aveva fallito con Futur-e. A tale proposito, si diceva che Minnicelli jr fosse un illustre procacciatore con provvigione molto alta e che Viteritti fosse l’ingegnere progettista. Insomma, i soliti accordi. Solo che stavolta la gente era più incazzata di altre volte e quando il popolo s’incazza, le reazioni possono essere imprevedibili.

Giova ricordare che lo zio di Minnicelli (il padre si chiama Maurizio ma verosimilmente sarà “fratello” due volte di Amerigo…), massone dichiarato, è approdato addirittura alla ribalta mediatica per aver criticato i massoni ufficiali del Grande Oriente d’Italia. Mentre il papà di Luca Candiano, ovvero il sindaco effettivo della vecchia Rossano, al secolo Nicola, non poteva certo (re)inserire il figlioletto nella pappatoia ma era già chiaro come il sole due anni fa che dietro questo caravanserraglio c’era soprattutto lui.

L’ingegnere Francesco Amica è il dirigente comunale che ha avviato il procedimento

Ma veniamo alle motivazioni che stanno alla base dell’avvio del procedimento di risoluzione contrattuale con l’impresa Spezzano, il cui provvedimento trasmesso via Pec all’interessato recava la firma dell’ingegnere Francesco Amica, dirigente comunale del Settore Ambiente ed Energia. Il burocrate riportava nero su bianco tutta una serie di presunte gravi irregolarità riscontrate, e per le quali un funzionario comunale tempo addietro aveva già interessato l’Autorità nazionale Anticorruzione presieduta da Giuseppe Cantone.

In particolare v’è una “sospetta” variante in corso d’opera del contratto stesso, che avrebbe prodotto un lievitamento dell’importo complessivo pari a circa 8 milioni d’euro rispetto ai 16 milioni originariamente previsti. Tutto ciò, mentre il bando di gara dell’appalto pubblico prevedeva espressamente il divieto di varianti. Richiamandosi ad alcune precise norme di legge, il Comune ha perciò deciso d’avviare in autotutela il procedimento di risoluzione d’un contratto d’appalto che ha subito una modifica sostanziale che avrebbe richiesto una nuova procedura d’appalto. L’impresa Spezzano ha ora diritto di presentare memorie scritte, documenti od osservazioni in relazione al clamoroso provvedimento comunale entro i prossimi 15 giorni, mentre il procedimento avviato dovrà concludersi entro i prossimi 30.

Il sindaco Flavio Stasi

Un atto di questo genere non ha precedenti durante le passate amministrazioni dei sindaci (e anche dei commissari prefettizi) che hanno governato gli ex Comuni di Corigliano Calabro e di Rossano prima dell’avvento dell’amministrazione eletta del nuovo Comune di Corigliano-Rossano guidata dal sindaco Flavio Stasi.

Quindi, a due anni di distanza, Stasi ha tratto le conclusioni di questa vicenda e ha revocato l’appalto.  Peccato, però, che i media all’epoca non si fossero minimamente occupati della faccenda mentre poi sono diventati attentissimi… Quando si dice media di regime, del resto, una ragione c’è sempre. A questo punto non resta altro da fare a Stasi che andare in procura a proseguire il braccio di ferro, perché non sarebbe da lui alzare bandiera bianca davanti ai poteri forti.