Corigliano-Rossano, l’inchiesta agraria: i cosiddetti “livellari” (di Giorgio Luzzi)

L’inchiesta agraria: i cosiddetti “livellari”

Urge una conciliazione tra gli “usurpatori” delle terre acquisite al demanio comunale una volta del duca di Corigliano. E’ poi così difficile volere approfondire il discorso su una tematica di così vasta portata? Sembra, piuttosto che si voglia circoscrivere il problema e chiuderla, anche perché quattro dei maggiori potentati agrari, nonché “affittuari” dei terreni demaniali di proprietà del comune, hanno sponsorizzato alle ultime amministrative il vice sindaco e di conseguenza l’attuale sindaco.

La testimonianza potrebbe venire dai cosiddetti “Cavalieri” con sede in rione Ariella. E’ pensare che a molti quotisti “1890” tutti contadini poveri non riuscendo a pagare il canone annuo, causa raccolti scarsissimi tanto da non riuscire a ricavarne il minimo, fu tolto loro la terra trascorsi i dieci anni previsti dalla legge. Queste furono reintegrate al Demanio comunale ed alcune terre usurpate dai vari signori locali, tra cui gli eredi Sollazzi, il barone Compagna, i fratelli Morgia, Giuseppe Cimino, Vincenzo Bombini, Francesco Abenante, i De Rosis, Gianzi e altri, per un totale di tomolate 1.440,4/8. In effetti, questa prima quotizzazione del demanio comunale, che aveva come scopo di creare la piccola proprietà contadina, fallisce miseramente, a favore di pochi signori potentati. E pensare che il popolo credeva che solo con la proprietà di un “pezzo di terra” potesse finire finalmente la schiavitù secolare dei contadini. Alla luce dei fatti odierni, mi chiedo se è possibile da parte del comune, mettere in moto il lungo e complesso meccanismo della “REINTEGRA” delle terre appartenenti allo stesso anche perché la questione demaniale rimane ancora aperta, di questo passo quando verrà risolta definitivamente, ammesso che ve ne sia davvero la volontà a risolverla?

Il Coordinatore Cittadino Movimento per il Centro Storico
Giorgio Luzzi