Corigliano-Rossano, M5s: “Hanno distrutto l’ambiente con l’alibi di creare posti di lavoro”

Rossano, 12 agosto 2015. (LaPresse - Gerardo Cafaro)

A Corigliano e Rossano c’è un sistema mediatico quasi completamente asservito allo strapotere dei signorotti locali. La famiglia Lapietra – tanto per fare qualche nome – gestisce quasi tutti i media più importanti insieme al “generale” Graziano, ras incontrastato del territorio. Chi fa opposizione è costretto a fare i salti mortali per pubblicare qualche articolo di denuncia. E’ il caso dell’associazione Rossano Pentastellata, che si distingue ormai da tempo per urlare le scottanti verità della corruzione sullo Jonio. Com’è accaduto in occasione dell’alluvione del 2015.

L’avvocato Domenico Russo e l’ingegnere Cataldo Capalbo sono in prima linea in questa battaglia. Ecco cosa affermavano nell’immediatezza del disastro, il 13 agosto del 2015.

“… I danni causati dall’alluvione sono stati amplificati da una incuria nel controllo del territorio montano, abusivamente disboscato, e da selvaggi quanto assurdi piani di lottizzazione, approvati dagli Uffici Comunali di Rossano che hanno permesso alla plutocrazia rossanese di edificare nei letti dei torrenti e di sbancare intere colline sradicando altresì alberi, rendendo fragile il territorio circostante e modificando l’intero assetto paesaggistico e la pendenza di scolo delle acque meteoriche.

Le conseguenze di tutto ciò sono alla fine risultate nefaste e si sono concretizzate quel maledetto 12 agosto 2015 quando la natura ha deciso di presentare il conto ai poveri rossanesi vittime delle scelte scriteriate dei loro amministratori.

Esempi evidenti degli scempi consumati possiamo rinvenirli nelle località Matassa, Monachelle e Nubrica che sono stati oggetto di uno stupro senza eguali perpetrato attraverso opere di movimentazione delle terre che riteniamo non avrebbero dovuto essere avallate da una politica che fa del controllo del territorio e della salvaguardia dello stesso principi cardine (sul sito: www.rossanopentastellata.it sono riportate le immagini satellitari, reperite sul web, che hanno immortalato massicci sterri e riporti di terreno). Stiamo parlando infatti di intere colline rase al suolo a cui politici e burocrati avrebbero dovuto, ovviamente, opporsi. Forse la prevenzione è meno redditizia della cura tanto in termini economici quanto in termini elettorali. E forse è molto più semplice ed utile per la perpetuazione del potere dispensare servizi dovuti facendoli passare per favori in modo da mantenere il cittadino succube dei potentati”.

Ma allora come dovrebbe svilupparsi Rossano? “Secondo il nostro modo di concepire l’economia e di fare politica non è ammissibile distruggere l’ambiente con la scusa di presunti posti di lavoro e per ricercare il profitto. In questi ultimi venti anni abbiamo visto aprire diversi cantieri edili e abbiamo visto costruire anche dove ciò non era pensabile e l’unica cosa che i rossanesi hanno visto è stata un’alluvione e dei danni amplificati proprio dalla politica del dover costruire sempre e comunque dappertutto. Chiedete ora agli alluvionati che hanno pagato a caro prezzo questa cementificazione selvaggia se per caso si sentono più ricchi! La risposta sarà senz’altro negativa. Anzi! Semmai la città si è addirittura impoverita.

Il voler creare nuovi posti di lavoro è un intento nobile e noi ammiriamo e siamo dalla parte degli imprenditori che rischiano il proprio denaro (non quello pubblico) nel nostro territorio. A patto però che lo si faccia senza cavilli, escamotage e nel rispetto del paesaggio. Che bisogno c’è di continuare a costruire ovunque deturpando e modificando l’assetto geomorfologico del territorio? Noi – concludono gli attivisti Capalbo e Russo – non siamo contro l’industria del mattone, ma riteniamo che la stessa debba essere indirizzata nel recupero degli immobili esistenti e nella riqualificazione soprattutto del centro storico. Basterebbe davvero poco per ottenere i classici due piccioni con una fava: posti di lavoro e ripopolamento del centro storico.

Ma appurare i fatti e formulare capi d’accusa è un compito che spetta alla magistratura e auspichiamo che la stessa possa finalmente mettere fine a quella che è diventata una giungla oligarchica di interessi economici avallata dalla politica, da professionisti e da burocrati compiacenti”.