Corigliano-Rossano. Ospedale “Giannettasio”, inchiesta sulla nomina del direttore di Cardiologia: l’Asp di Cosenza ha truccato il “concorso”?

La direzione della… discordia. La procura di Castrovillari ha aperto un fascicolo d’inchiesta sulla procedura seguita dall’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza per la nomina del direttore facente funzioni del servizio di Cardiologia nell’ospedale “Giannettasio” di Corigliano-Rossano.
Il procuratore Alessandro D’Alessio ha infatti ricevuto l’esposto-denuncia presentato nel gennaio scorso da un medico ospedaliero che paventava all’epoca la possibilità che potessero esservi delle “anomalie”. Il magistrato, che vanta una grande esperienza professionale, ha perciò cominciato a seguire il caso. Nell’aprile successivo è stata completata la procedura relativa al cosiddetto “avviso interno” pubblicato per valutare ovviamente le capacità e attitudini dei possibili candidati. I partecipanti al “concorso” – il termine è improprio ma rende il senso di quanto è avvenuto – sono stati quattro. Tutti dotati di adeguato bagaglio professionale. Alla fine della valutazioni l’incarico è stato ritualmente assegnato così come prevede la vigente normativa. E il nuovo direttore facente funzioni è stato nominato dall’allora responsabile dell’Asp bruzia, Vincenzo La Regina (oggi in servizio sempre come commissario alla Mater Domini di Catanzaro, quindi non tanto lontano, ndr), nel maggio scorso.

A luglio uno dei medici concorrenti al ruolo ha presentato un ricorso articolo 700 – cioè in via d’urgenza – al Tribunale di Castrovillari perché l’avviso interno venisse annullato e il neo direttore dichiarato decaduto.

Il procuratore D’Alessio ha affidato a questo punto il fascicolo al pm Valentina Draetta. E la Finanza del Gruppo di Sibari ha proceduto all’acquisizione negli uffici dell’Asp di Cosenza degli atti riguardanti il caso. Nei documenti sono infatti ricostruiti tutti i passaggi della vicenda. L’estate è stata pure utilizzata per procedere ad una serie di audizioni. I finanzieri hanno sentito la firmataria del primo esposto presentato in gennaio e gli altri partecipanti al “concorso”. Quale sia il contenuto delle deposizioni acquisite non è possibile saperlo. Le indagini appaiono coperte da un segreto istruttorio impenetrabile. Il ricorso presentato al giudice del lavoro della città del Pollino – competente per territorio – non è stato invece ancora valutato. Il giudice delegato non ha sciolto ancora la riserva. Questi i fatti.

Nella inchiesta penale il medico denunciante compare – come può facilmente dedursi – nella veste di possibile parte offesa. Per capire quale piega prenderà l’indagine e se siano ravvisabili condotte censurabili occorrerà aspettare che la magistratura inquirente completi il suo lavoro. Fonte: Gazzetta del Sud