Corigliano-Rossano, tre morti per malasanità che gridano vendetta. Ma Graziano viene “promosso”: povera Calabria!

A Corigliano-Rossano la malasanità imperversa, la gente è imbufalita eppure il parassita che sta alla Regione non solo non caccia il responsabile numero uno ovvero Antonio Graziano ma lo “promuove” anche da commissario a direttore generale senza requisiti e con un concorso-farsa. E lo manda persino a Milano a partecipare a un corso di formazione che sa di barzelletta, visti e considerati i fatti e dal momento che ora metteranno questo “pisasale” incapace a capo di tutto il sistema emergenza-urgenza della Calabria. Incredibile, ma vero! 

16 GENNAIO – La Procura della Repubblica di Castrovillari ha aperto un’indagine sulla morte di una ragazza di 17 anni di Corigliano Rossano, avvenuta a casa dopo che era stata in ospedale per farsi visitare e non è stata ricoverata.

16 MARZO – L’ambulanza non ha la barella: 30enne muore a Corigliano-Rossano

28 MAGGIO –Tragedia a Corigliano-Rossano: 37enne colto da malore ma l’ambulanza non è medicalizzata, muore poco dopo.

In riferimento a quest’ultimo caso le dichiarazioni del commissario straordinario oggi direttore generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza Antonio Graziano sono un insulto all’intelligenza dei cittadini e un oltraggio alla memoria di chi non c’è più: “Anche in Lombardia in questi casi, come da protocollo, si interviene con un “Soccorso avanzato” del 118 con a bordo soltanto infermieri i quali, nella circostanza di oggi a Corigliano Rossano, hanno fatto di tutto per salvare l’uomo ma, evidentemente, le sue condizioni erano già compromesse…”.

Se giustificare le morti con il paragone della Lombardia ha un senso, significa solo che ci dobbiamo vergognare di tutto questo. Graziano è colpevole e più che essere accusato e finire sotto processo dovrebbe essere preso materialmente a calci nel sedere, perché se chi deve organizzare il sistema di emergenza-urgenza parla della Lombardia e non delle sue incapacità, non ha davvero senso tenerlo là dove ancora si trova. Troppo semplice  parlare dei medici e non delle proprie incapacità.

Non è possibile morire a 17 anni, a 30 anni e a 37 anni. Graziano ma anche il parassita Occhiuto e il boss Potestio che continuano a foraggiarlo, ancora non hanno capito che Corigliano-Rossano necessita di un Pronto Soccorso grande come quello dell’ospedale Hub di Cosenza perché per densità demografica ha un numero superiore di abitanti.

Graziano non ha capito che la disorganizzazione dipende da lui e dai suoi uomini, non si può giustificare il nulla: un Pronto Soccorso inutile è meglio chiuderlo.

Il sistema emergenza-urgenza dell’Asp di Cosenza fa pietà, eppure hanno dato a Graziano la possibilità di riorganizzarlo per tutta la regione. Beh, allora siamo sicuri che se dovessimo entrare in questa spirale, siamo praticamente già con un piede nella fossa. Povera Calabria nostra!