di Vincenzo Alvaro
Fonte: Abm Report (http://www.abmreport.it/)
CASTROVILLARI – C’è massima attenzione rispetto all’ultimo caso di Coronavirus scoperto in città. L’uomo, un 65enne finito in ospedale per un malore il 17 aprile, è rimasto nel reparto di Medicina fino a ieri quando, all’esito del tampone risultato positivo (effettuato prima di essere trasferito presso una Rsa), è stato poi trasferito presso il reparto di malattie infettive dell’Ospedale di Cosenza. Soccorso in casa sua con l’intervento di Vigili del Fuoco e personale di un’ambulanza privata (di fuori città) è stato accompagnato al pronto soccorso dove è rimasto prima del ricovero in reparto. Ora si cerca di ricostruire tutta la rete di contatti avuti in questo lasso di tempo entro le mura del nosocomio cittadino per questo è stata avviata una mappatura capillare che riguarderà gli operatori sanitari, il personale dell’ambulanza che lo ha trasferito in ospedale, i soccorritori che sono entrati in casa dopo il suo malore.
Oltre 100 tamponi – fa sapere il sindaco Lo Polito – proprio per escludere ogni dubbio e sperare che questo caso non si trasformi in un potenziale focolaio per la città. Appena giunto a Cosenza all’uomo è stata eseguito un secondo tampone del quale però ancora non si conosce il risultato. La direzione sanitaria si è attivata subito per rintracciare tutti i possibili contatti anche se, come precisato in una intervista dal dottor Raffaele Cirone, proprio di recente quasi 100 persone che operano in ospedale erano state sottoposte a tampone di controllo risultando negative. Il che fa ben sperare sull’esito di questi nuovi controlli soprattutto sul personale sanitario. A scopo precauzionale, inoltre, il primo cittadino ha messo in quarantena domiciliare le persone che abitano nello stabile dell’uomo, in attesa che anche per loro arrivi il giorno in cui effettuare lo screening da Covid 19. L’attenzione resta alta ma ora «solo l’esito dei tamponi – scrive il Sindaco Lo Polito – ci restituirà un quadro più chiaro della situazione». Quarantott’ore di attesa sperando che l’uomo rimanga l’unico contagio della città.
