Nel mentre in tutta Italia impazza il panico da coronavirus la Santelli, in una diretta Fb, annuncia candidamente, come se nulla stesse accadendo, compreso il rientro di migliaia di lavoratori e studenti dalle zone rosse del nord in terra di Calabria, che la nostra regione ha esaurito i posti in terapia intensiva, molti dei quali già “occupati” dai malati “ordinari”. E lo dice con un’aria di chi finito l’annuncio, deve correre a farsi i fatti propri che tempo da dedicare ai problemi dei calabresi non ne ha. Quello che ci doveva dire l’ha detto, ora ognuno faccia come gli pare.
È questa l’amara situazione della sanità in Calabria. Decenni di ladrocinio sistematico ad opera di politici corrotti e mafiosi di ogni ordine e grado hanno ridotto la sanità calabrese pari a quella di un ambulatorio di un qualsiasi villaggio sperduto in qualche angolo del mondo. Manca tutto: mancano i medici, mancano gli infermieri, mancano i farmaci, mancano le mascherine, manca soprattutto la buona volontà, della politica, di recuperare in un momento così difficile.
E questo lo si capisce dal tono “pacato” usato dalla Santelli nel dare l’annuncio che di fatto condanna i calabresi, qualora qualcuno dovesse ammalarsi (qui necessitano tutti gli scongiuri del caso, noi ci affidiamo alla classica toccatina) a trascorrere la degenza per strada, come se fosse cosa da niente. Di fronte ad una notizia di questa gravità, in piena emergenza sanitaria, ci si aspetta dalla massima autorità regionale una presa di posizione forte, una chiamata alla mobilitazione generale della politica e della comunità scientifica a difesa dei cittadini, invece lei finita la comunicazione se n’è ritornata tranquilla al suo rifugio, insieme ai suoi compagni di partito e coalizione, pronti a correre, all’occorrenza, in una delle tante cliniche private messe a loro disposizione dagli amici degli amici. E chi si è visto si è visto, tanto oramai i calabresi l’hanno già votata e può altamente fregarsene.
Potrebbe fare tanto, invece non fa niente. Potrebbe predisporre la pulizia e la sanificazione, ad esempio, di diversi ospedali chiusi da adibire a ricovero per gli infettati, che non significa costruire un ospedale nuovo. Potrebbe precettare tutte le cliniche private e predisporre nell’immediatezza, visto che presso il pubblico sono “esauriti”, almeno un centinaio di posti letto di terapia intensiva, in tutta la Calabria. Potrebbe predisporre servizi di sanificazione dei luoghi pubblici per permettere ai cittadini di frequentare spazi vitali per il vivere comune. Potrebbe mobilitare la Protezione Civile, chiedere aiuto ai tanti medici volontari delle ONG, potrebbe chiedere all’esercito di allestire un’area medica dove isolare i contagiati. Potrebbe fare e non fa. Se ne sta lì a Roma a discutere di chissà che cosa, invece di stare in trincea con i suoi corregionali. E il motivo è semplice: non deve creare problemi economici agli amici degli amici titolari di cliniche private in Calabria. Che non ci stanno a farsi carico di un problema così costoso e grave.
Ma c’è di più, a complicare la situazione politica calabrese in piena emergenza coronavirus, i capricci, l’avidità, e la vendetta della Lega contro i calabresi, responsabili, secondo Invernizzi, Furgiuele, e Salvini, di aver dato “dell’untore” al popolo del nord. Ed è per questo che hanno boicottato l’insediamento del Consiglio Regionale, previsto per oggi, con lo scopo di lasciare la regione senza governo e senza la possibilità di organizzare anche il minimo indispensabile per far fronte a questa emergenza. Se il popolo del nord soffre, anche i terroni devono soffrire.
Una decisione che è stata assecondata dalla Santelli che nulla può contro i voleri della paranza che fa capo alla Lega in Calabria. La Lega si comporta al pari dei soliti sciacalli che si manifestano all’indomani di ogni disgrazia. Utilizza il coronavirus per alzare la posta, della salute dei calabresi se ne sbattono. Vogliono i soldi dei calabresi per portarli al nord, di riorganizzare la sanità in Calabria non gliene frega niente. E la prova della loro vendetta sta proprio nel non dotare la Calabria di un governo, cosa che qualsiasi politico con un briciolo di coscienza avrebbe fatto, tralasciando, in questo tragico momento, diatribe e interessi. E fino a che non avranno raggiunto il loro scopo economico, la Calabria resterà senza governo, alla faccia dei tanti calabresi che hanno votato Lega.
Speriamo ca a Madonna ni guarda, perché se riponiamo speranze nella Santelli e nei suoi alleati siamo già belli che spacciati. Siamo proprio sfortunati, o cretini, non potevamo scegliere momento migliore per mettere al posto giusto la persona sbagliata. Una scelta che speriamo di non pagare a caro prezzo (anche qui scongiuri a na lira).