La notizia era girata, a dire il vero con qualche difficoltà, nel panorama del giornalismo italiano e riguardava un’inchiesta della Procura di Napoli che aveva scosso pesantemente il Ministero del Lavoro alla fine di ottobre del 2023.
Erano state chiuse le indagini per un presunto caso di corruzione al Ministero del Lavoro: la Procura di Napoli aveva chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per diversi indagati, e ci sono nomi di spicco: tra di loro la segretaria generale del ministero Concetta Ferrari (all’epoca dei fatti direttrice generale per le politiche previdenziali), il segretario nazionale della Cisal Francesco Cavallaro – calabrese di Dinami, in provincia di Vibo Valentia e deus ex machina di questo sindacato “giallo” come si dice in gergo – e il patron della Salernitana e dell’Università telematica Pegaso Danilo Iervolino.
Oggi sappiamo che la Procura di Napoli, rappresentata dal pm Henry John Woodcock ha chiesto 5 anni di reclusione per Cavallaro. La sentenza sarà pronunciata il 29 ottobre prossimo.
La richiesta di processo era arrivata al termine delle indagini su un episodio risalente al 2019. L’ipotesi di reato è di corruzione di una persona incaricata di un pubblico servizio, per un atto contrario ai suoi doveri. Con l’aggravante di un reato commesso in concorso da diverse persone.
La teoria presentata dagli inquirenti (i pm Sergio Ferrigno e Henry John Woodcock) è questa: Ferrari, con il suo ruolo nel ministero del Lavoro, avrebbe agevolato la procedura per la scissione “parziale” e “asimmetrica” del patronato Encal-Inpal (con la separazione in due patronati, Encal-Cisal e Inpal). Lo avrebbe fatto “in concorso e di concerto con” Fabia D’Andrea, un’altra delle persone per cui è partita la richiesta di rinvio a giudizio. D’Andrea era vice capo di gabinetto della ministra del Lavoro, all’epoca Nunzia Catalfo.
La procedura sarebbe stata richiesta a marzo 2019 da Francesco Cavallaro, segretario generale Cisal. A giugno sarebbe arrivato il nulla osta del Ministero. Una richiesta di scissione “identica”, si legge, era stata presentata già a gennaio 2018 ma aveva avuto parere negativo dal Ministero. A seguito della separazione “parziale” dei due patronati, ci sarebbero stati “più che significativi vantaggi economico-finanziari per i due” patronati, perché ciascuno avrebbero continuato a ricevere sovvenzioni pubbliche, mantenendo anche i locali e i patrimoni. Tutti questi benefici “sarebbero stati persi nel caso in cui la scissione” fosse stata “totale”. Anche in seguito, il patronato Enpal-Cisal (che fa riferimento a Cavallaro) avrebbe avuto un “trattamento assolutamente privilegiato e di favore” da parte di Ferrari, rispetto a Inpal.
Ferrari in cambio si sarebbe fatta promettere l‘assunzione del figlio come professore all’Università telematica Pegaso, di Danilo Iervolino (con un compenso da 30mila euro all’anno lordi), ma anche un soggiorno a Tropea con il noleggio di una barca e una borsa griffata di Louis Vuitton, una cravatta di marca “ed altra roba” per il marito. Questi ultimi sarebbero stati pagati da Francesco Cavallaro.
Il figlio dell’alta dirigente del Ministero del Lavoro Concetta Ferrari si chiama Antonio Rossi e nel corso della sua esperienza alla Pegaso avrebbe percepito, complessivamente, compensi per circa 68.000 euro.
Cavallaro, dal canto suo, come abbiamo accennato calabrese di Dinami, comune in provincia di Vibo a due passi da Tropea, la “perla” del Tirreno, avrebbe corrotto la Ferrari con un soggiorno fruito dalla stessa in compagnia del marito Gianfranco Rossi presso la struttura ricettivo-alberghiera “Il Borghetto-Creative Resort” di Tropea pagato dal Cavallaro unitamente al noleggio di una barca…
E c’è anche un’altra “chicca” che richiama la Calabria in questa inchiesta. Si tratta del noleggio di un’autovettura di grossa cilindrata a beneficio di un altro figlio di Concetta Ferrari, al secolo Alessandro Rossi, nel periodo dal 12 al 27 agosto 2019…
Cavallaro, quindi, ha ceduto allo stesso Alessandro Rossi l’autovettura Audi Q3 intestata alla Cisal al prezzo di 18.000 euro provvedendo a tale riguardo a “schermare” tale cessione diretta attraverso la interposizione di quella che noi abbiamo definito più volte la concessionario di auto amica degli amici, ovvero AUdi Zentrum Calabria di Lamezia Terme alla quale la Cisal cedeva la Audi Q3 in data 15 gennaio 2020 al prezzo di 18.000 euro…
Cavallaro, inoltre, per farla completa, ha provveduto, lo stesso giorno della cessione dell’autovettura, al pagamento – effettuato con i fondi della Cisal – delle spese di manutenzione straordinaria e del tagliando riferite alla Audi Q3 per un ammontare di 1680 euro.