Tra il 2015 e il 2020, in oltre il 27% dei comuni con più di 15mila abitanti (203 su 745) si è verificato almeno un episodio di corruzione: circa il 46% di tali eventi (93 su 203) ha riguardato l’area di rischio dei contratti pubblici, particolarmente esposta a rischi di fenomeni corruttivi. “Nonostante gli sforzi compiuti, l’Italia registra ancora dati poco incoraggianti’ sul fronte della lotta alla corruzione. E’ quanto ha sottolineato il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) Giuseppe Busia, presentando la Relazione annuale 2023 al Parlamento sull’attività dell’Autorita Anticorruzione. “La corruzione mortifica legittime aspettative, deteriora la qualità dei servizi pubblici, rafforza le mafie, inquina la democrazia. Ha un costo, quindi, sociale, civile e umano, oltre che economico”.
Un intero capitolo nella relazione presentata ieri riguarda anche il ponte sullo Stretto. Ecco i dubbi e le raccomandazioni rispetto alle procedure seguite dal governo.
La realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina
Nell’aprile 2023 l’Autorità è intervenuta nell’ambito della discussione sulla proposta di conversione del decreto-legge 31 marzo 2023, n. 35, recante “Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria”34, dinanzi alle Commissioni riunite VIII Ambiente, territorio e lavori pubblici e IX Trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera dei deputati.
Come è noto, con il suddetto provvedimento è stato riavviato l’iter realizzativo del c.d. ponte sullo Stretto, attraverso la prosecuzione del rapporto concessorio con Stretto di Messina S.p.A., la società aggiudicataria della gara del 2004.
L’Autorità ha richiamato l’attenzione del legislatore sui vincoli europei che potrebbero richiedere lo svolgimento di una nuova procedura di affidamento, sui vincoli finanziari conseguenti alla scelta di mantenere l’originario rapporto concessorio e sulla necessità di prevedere delle cautele volte ad evitare un eccessivo rafforzamento della posizione della parte privata contraente generale.
Si è innanzitutto rilevata la necessità di ricondurre il contratto alle regole del d.lgs. n. 36/2023, dal momento che la procedura di gara di cui si è inteso riprendere l’esecuzione è stata aggiudicata sulla base di una disciplina ormai abrogata.
Sono state poi svolte una serie di considerazioni più puntuali rispetto alle disposizioni contenute nel disegno di legge che di seguito si riportano brevemente.
Quanto ai rapporti con la società concessionaria, l’Autorità ha rilevato la necessità di chiarire meglio l’estensione dei poteri di controllo e vigilanza esercitabili dal Commissario straordinario nei confronti di Stretto di Messina S.p.A. e dei relativi poteri sostitutivi dell’ente titolare dell’investimento; così come di richiamare esplicitamente la società stessa, in quanto società in house, al rispetto degli adempimenti di cui alla legge n. 190/2012 in tema di prevenzione della corruzione.
Un altro aspetto di primaria rilevanza è quello relativo alla necessità di un’attenta verifica della sostenibilità economica della realizzazione dell’opera, dal momento che i costi dell’opera potrebbero subire notevoli aumenti, anche in considerazione di ulteriori richieste e prescrizioni che potrebbero essere formulate dal contraente generale, del quale sarebbe altresì opportuno ribadire la responsabilità in ordine al rispetto delle tempistiche di esecuzione dei lavori.
Il rapporto con il contraente generale appare sbilanciato anche in considerazione del fatto che il riconoscimento implicito della validità al 2023 del progetto del 2011 – rispetto al quale è altresì pendente un contenzioso – finisce per attribuire allo stesso un notevolissimo potere contrattuale nell’ambito della definizione del contenzioso pregresso e nella determinazione di eventuali varianti e del relativo costo.
L’approvazione della relazione di integrazione del progetto definitivo idonea a dare validità al progetto sarebbe quindi meglio affidata alla società concessionaria in house o al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, piuttosto che al professionista privato.
L’Autorità ha poi richiamato l’attenzione su profili di carattere generale in materia di contratti pubblici, quali la necessità di prevedere espresse garanzie rispetto all’applicazione dell’istituto del subappalto e di introdurre tutele incisive, nonché di valorizzare le responsabilità del contraente generale, in quanto soggetto connotato da un ampio margine di libertà nella realizzazione dell’opera al quale deve fare da contrappeso una definizione rigorosa e puntuale delle obbligazioni, degli impegni e dei rischi di cui deve farsi carico, anche con riferimento ai termini di ultimazione dell’opera e alle relative penali.
Infine, con specifico riferimento alle varianti in corso d’opera, è di fondamentale importanza la verifica del rispetto delle condizioni e dei vincoli previsti dalla disciplina eurounitaria, anche al fine di evitare potenziali procedure di infrazione comunitaria. Fonte: Messina Today