Lo scriviamo da mesi che il voto a Cosenza non è libero e ne abbiamo sempre più conferme dalle liste presentate dai cosiddetti “big” della politica.
Una volta, quando c’era la preferenza multipla, come spiegava mirabilmente Giovanni Caporale di “Cosenza in Comune”, l’identificazione dei voti avveniva tramite la combinazione di numeri corrispondenti al candidato da votare, adesso con la preferenza singola (fatta salva la seconda preferenza “di genere”) tale meccanismo è impossibile.
Si è trovata quindi un’altra via: il candidato destinato a essere eletto si contorna di candidati “portatori di voti” destinati non certo a essere eletti ma a garantire con il loro pugno di voti il raggiungimento del quorum e quindi l’elezione del candidato di cui sono semplicemente a servizio.
Gli altri candidati sono relegati al ruolo di portatori di voti e sono candidature non di servizio ma servili: i loro pochi elettori, distribuiti sul territorio comunale, sono facilmente identificabili e non sfuggono all’occhio vigile del politico di professione. Il diritto di candidarsi quindi, in queste condizioni, non è l’esercizio di un diritto politico ma l’espressione di una sudditanza.
In tutte le liste succede questo ma in quella di Ennio e Luca Morrone, “Prima Cosenza”, questa sudditanza è esercitata in maniera spietata.
Luca Morrone ipocritamente afferma: “Abbiamo scelto i cittadini al posto degli interessi personali”. A livello di bugie siamo quasi alla pari con lo stile Kazzenger di Occhiuto.
Nella lista di Morrone, tanto per fare un esempio, ci sono sette dipendenti delle loro cliniche o cooperative. Sono talmente emarginati nel loro ruolo di “candidati servili” che neanche vengono inseriti nel video di presentazione della lista nel quale parlano praticamente tutti.
Loro, i dipendenti, no. Non possono essere mostrati. Devono portare voti e basta, anche se avanzano soldi e odiano tutta la dinastia Morrone. Scelti dal capo e immolati come “assicurazione vivente” di voti importantissimi per poter prendere il quorum ed essere utili alla causa morroniana.
Questo è il voto “utile” di uno dei tanti “mammasantissima” della nostra politica.