Si riempiono le piazze per la chiusura della campagna elettorale.
Enzo Paolini chiude su corso Mazzini, all’altezza del Modernissimo, e parlerà certamente dell’ultimo caso di questa incredibile vigilia del voto: il giallo delle tessere elettorali con tanto di voci che arrivano da chissà dove e fanno scrivere a qualcuno che ad un attivista dell’avvocato sono stati trovati 20mila euro e deleghe false.
In realtà, come da verbale di perquisizione firmato regolarmente da un maresciallo e da un appuntato dei carabinieri, risulta tutto falso. L’attivista di Paolini non aveva con se quello che qualcuno gli attribuiva. Un giallo che andrà analizzato a fondo nella giornata di domani.
Carlo Guccione chiude a piazza Kennedy con Giuliano Palma e i suoi aficionados si sbizzarriscono a documentare il fatidico bagno di folla e ci mancherebbe pure con tutto quello che sarà costato e con tutto l’apparato della gioiosa macchina da guerra che si è messo in moto. Mobilitati tutti i canali possibili e immaginabili per fare bella figura e per guadagnare punti. Il PD ostenta sicurezza e avrà i suoi motivi per farlo ma è evidente che la partita è apertissima e nasconde mille insidie.
Sul palco, Carletto e Palla Palla sono affiancati dall’onnipresente (e stoico) Alfonso Bombini.
Mario Occhiuto si è sistemato tra piazza Scura e piazza Santa Teresa, al culmine dell’ennesima polemica con la banda di Guccione (e Morrone) per avere la piazza in chiusura e festeggerà con gli Italian Bee Gees.
“Alcuni dei nostri avversari – ha scritto Occhiuto – come al solito, hanno ancora una volta dimostrato la loro arroganza e prepotenza occupando tutte le piazze centrali della città, come se potessero realizzare in concomitanza più eventi di chiusura. Non possiamo lasciare la nostra città di nuovo nelle mani di chi la trasformerebbe in peggio, proprio a causa dei loro modi di fare e di pensare connotati da arroganza e prepotenza e di mancanza di rispetto nei confronti degli altri. Cosenza non può tornare indietro”.