A Cosenza, dunque, si va al ballottaggio tra i due Caruso, lo zerbino di Occhiuto e l’incappucciato di Nicola Adamo, Madame Fifì e Gigino Incarnato. Personaggi improponibili, impresentabili, invotabili ed espressione più repellente del sistema di potere corrotto che ammorba Cosenza da quando il vecchio Giacomo Mancini non c’è più e ha ridotto la città dei Bruzi a quello che è: un ammasso di macerie.
Oggi questi soggetti faranno finta di accapigliarsi in modo grottesco tra di loro e decideranno in camera caritatis (e magari con un cappuccio in testa e un grembiulino sopra i pantaloni) chi deve vincere ma è del tutto evidente che alla parte sana della città di tutto questo non gliene può fregare un accidente. Cosenza ha comunque evitato il nuovo trionfo della famiglia dei cazzari e il loro zerbino ha preso addirittura meno voti di Robertino in città: 43,7% per il re dei parassiti e a malapena 37,4% per il prestanome, che prende meno quasi 1.500 voti in meno delle sue liste (13.192 Caruso e 14.534 le liste), il che significa che molti dei suoi candidati non lo hanno neanche…. votato. Pensate voi come sono messi! I voti delle liste ci dicono che Forza Italia (mascherata da Forza Cosenza) prende una sonora batista, arrivando a stento a 3000 voti ma fa ancora peggio la Lega, che per nulla trainata dal “fenomeno Simona Loizzo”, chiude con un fallimentare 2.81 che produrrà il “miracolo” dell’esclusione dei leghisti dal Comune. Ed è una bella soddisfazione, non c’è che dire. Malissimo anche Solo Fratelli d’Italia riesce ad assicurare allo zerbino un contributo decente, insieme alla lista civica firmata Occhiuto che ha raccolto il peggio della borghesia mafiosa cosentina.