Cosenza 2021. La guerra sotterranea tra Occhiuto (il cazzaro) e Orsomarso (il pallone gonfiato)

Se la Lega è una vergogna, come cantava il grande Pino Daniele, Fratelli d’Italia è molto di più: una vera e propria porcheria. Lo abbiamo già scritto, e non perché abbiamo la sfera di cristallo, ma perché conosciamo bene la natura mafiosa di questo partito: chi si aspetta una scissione in Calabria alle regionali del partito della Meloni dal resto del centrodestra, rimarrà deluso. La Meloni, per quanto sbraiti, non può superare certi limiti imposti dai fratelli massomafiosi che da dietro le quinte guidano il partito: prima di ogni altra cosa vengono gli affari degli amici degli amici. E nessuno deve metterli a rischio. Infatti la finta guerra tra la Meloni e Salvini, altro non è che una banale lite tra “clan politici” per la revisione delle quote tra gli affiliati, del bottino. La Meloni, ora che è il primo partito della coalizione, vuole di più. Tutto qui, la solita ingordigia dei politici che non si “abbuttano mai”.  E su questo stanno lavorando i fratelli massomafiosi di entrambi i partiti e, nel nome del sacro illecito profitto, alla fine, come sempre accade, troveranno una soluzione. Le guerre si sa, fanno male agli affari (Secondigliano docet).

Nella richiesta di revisione delle quote del bottino, Fratelli di ‘ndrangheta (ricordiamo che FdI è il partito con più arrestati per mafia in Italia, ha superato Forza Mafia di Silvio Berlusconi), la Meloni ha inserito anche il Comune di Cosenza. Ed è qui che sorge il problema. La scelta del candidato alla carica di sindaco della città di Cosenza per il centrodestra, stando agli accordi, spetterebbe a Fratelli di ‘ndrangheta, ma “qualcuno” si oppone a questa decisione. Ed è per questo che la Meloni ha lanciato il sibillino messaggio agli alleati: se saltano gli accordi su Cosenza, saltano anche gli accordi alla Regione.

Ad opporsi alla scelta del candidato da parte di Fratelli di ‘ndrangheta, Mario Occhiuto sindaco di Cosenza (plurindagato dalle procure antimafia di Catanzaro e Roma, e dalla procura ordinaria di Cosenza per reati che vanno dalla truffa aggravata, alla bancarotta fraudolenta e ruberie varie, fino ad arrivare al voto di scambio mafioso) e militante del partito di zio Silvio: Forza Mafia. Mario si oppone perché vuole piazzare sulla poltrona da sindaco che tra qualche mese dovrà lasciare, un suo uomo di fiducia per garantirsi la continuazione degli intrallazzi, e questo perché non si fida tanto delle persone che Fausto Orsomarso, titolato a trattare per conto della Meloni il nome del candidato, gli ha proposto.

Occhiuto Mario vorrebbe piazzare il suo servo sciocco Francesco Caruso, uno yes man completamente asservito alla sua volontà. L’uomo perfetto per Mario: fa tutto quello che gli viene ordinato senza fare domande. Un nome che non ha trovato la porta aperta di casa Orsomarso, il quale è stato chiaro: spetta a noi indicare il nome del candidato a sindaco della coalizione. E in risposta al nome di Caruso ha proposto al sindaco i nomi di due suoi fedelissimi: Fabrizio Falvo, un nome che sarebbe gradito anche alla famiglia politica più “coerente” negli intrallazzi di Cosenza, quella dei Morrone, e in subordine Pietro Manna. Proposta respinta da Occhiuto, che con il suo ennesimo no ad Orsomarso ha acuito lo scontro interno alla coalizione. Da qui le finte minacce di Orsomarso di mobilitare la Ferro per le elezioni regionali. Una minaccia che ha sortito l’effetto sperato costringendo Mario Occhiuto a riaprire la partita con Orsomarso. E spunta il nome di Luciano Vigna (caro amico e uomo di fiducia di Mario Occhiuto, ma appartenente a Fratelli d’Italia), un nome che potrebbe mettere d’accordo le due paranze, ma purtroppo anche questo “nome” salta. Fa sapere Luciano Vigna: grazie per l’invito ma non posso accettare, ho altro da fare. Ci sarebbe anche Giovanni Quintieri che come Vigna appartiene al partito della Meloni ma nonostante la stessa appartenenza politica anche questo nome ha incontrato il no di Orsomarso. Il perché non gli vada bene una persona perbene come Quintieri che non ha avanzato nessuna pretesa o richiesta di questo genere, Orsomarso dovrebbe spiegarlo prima ai suoi elettori e poi ai cosentini. Ma questi sono fatti loro.

Ecco, sta qui il “problema del centrodestra”. Come dicevamo è solo una questione di spartizione del bottino. Il prossimo sindaco della città sarà chiamato a gestire una grossa somma di denaro, tra i 500 e i 600 milioni di euro (recupero della città vecchia, nuovo ospedale, e i denari che arriveranno dall’Europa), ed è questo il vero motivo della lite, non certo il benessere dei calabresi. E’ questo il vero collante del centrodestra: il denaro. Altro non conoscono.