Cosenza, a quanto ammonta (e dov’e) il “malloppo” nascosto di Occhiuto?

C’è un’altra pista interessante da seguire per capire se Mario Occhiuto in tutto questo è riuscito a mettere qualche soldino da parte. Che poi è la domanda che tutti i cosentini, e non solo, da tempo si pongono: tra bancarotte per 28 milioni di euro, e migliaia di determine farlocche, altre decine e decine di milioni di euro, a quanto ammonterà il malloppo che Maruzzu è riuscito a mettere da parte? E soprattutto, se esiste, dove si trova il “forziere”?

Una parte di questi vrusci, ve lo abbiamo già raccontato, sono finiti in altre due società gestite dal cugino Emanuele Occhiuto, al quale Mario ha affidato quasi 2 milioni di euro. Denaro transitato sulle società di Emanuele, come dicono i finanzieri trasferito con una operazione “truffaldina e illegale”, e finito chissà dove. Questi sono sicuri, se attualmente nella disponibilità di Mario non sappiamo dirlo. Anche perché per uno come lui “fare movimenti” specie finanziari, è sempre un rischio, un azzardo, attenzionato com’è, adesso, dalla Guardia di Finanza. Tuttavia la domanda resta: … uno che ha maniato e fatto sparire tra privato e pubblico 60/70 milioni di euro, di sicuro avrà messo qualcosa da parte, altrimenti come spiegare questo enorme buco di debiti che ha creato? Ovvero: se le banche gli prestavano milioni di euro senza garanzie, questi soldi, che non sono mai serviti per “costruire materialmente qualcosa”, tipo una mega villa, un palazzo di 7 piani, una strada lunga 20 Km, dove sono finiti? Infatti il dato certo in tutto questo, come dice la Finanza in merito ai suoi 28 milioni di euro di debiti, è che i soldi sono “volati via” con il giochetto delle scatole cinesi, con una formula assurda: “il prestito infruttifero”, un prestito “tra privati” che prevede solo la restituzione del capitale, senza l’applicazione di interessi o di altre maggiorazioni. Un’operazione anomala e illegale, dicono i finanzieri, perché “tali somme sono state erogate senza nessuna contropartita e, soprattutto, senza le adeguate garanzie che normalmente richiederebbe un intermediario finanziario. Infatti l’insolvenza delle società fallite riconducibili a Mario Occhiuto, è dovuta principalmente ad una crescente crisi di liquidità, causata essenzialmente dai finanziamenti non restituiti da soci a società partecipate oltre ad antieconomiche cessioni di leasing su beni aziendali e a prelievi ingiustificati di cassa…”.

A Cosenza sul forziere segreto di Mario esistono due versioni: la prima dice (a parlare è chi lo ha conosciuto bene, in ogni suo aspetto, specie quello della gestione economica, che è quello che ci interessa): Mario è sempre stato un fanfarone, uno che incassa 10 e spende 1000. Un megalomane spudorato convinto di poter fare qualsiasi cosa, salvo poi, sistematicamente, finire fallito, così come dimostrano le 18 società a lui appartenute e tutte finite con tanto di libri contabili dritte in tribunale. A Cosenza è definito come colui il quale “un tena pani e va truvannu sazizza”.

Non solo. Mario è un tipo che ama il lusso, e la bella vita. E per come è abituato ad amministrare il denaro non c’è voluto molto per trovarsi nel vortice dei dediti. Un po’ come succede a chi si affida agli strozzini: uscire dal debito diventa difficile, ogni rata saltata, aumenta sempre più il “valore del malloppo” da restituire, fino ad arrivare a cifre impossibili da saldare. Ed è in questo modo, dicono diversi che hanno avuto a che fare con lui economicamente, che si è infognato: ricorreva a prestiti da X per coprire i debiti con Y, dopo il suo solito “affare” andato male, e poi da Z per coprire quelli con K, magari accumulati per l’ennesimo business farlocco, e così via… Un sistema che ha retto fino a che ha garantito con determine e incarichi pubblici, i suoi maggiori creditori, e che oggi è saltato. Altrimenti, come vi diciamo da anni, sarebbe già finito in galera da tempo. A sostegno della loro tesi in tanti dicono: se avesse avuto un forziere nascosto da qualche parte, non sarebbe finito in questo modo, costretto come è stato anche a rubare gli spiccioli dall’economato cittadino perché incapace di fare fronte anche al pagamento di un biglietto di treno per andare a Roma.

Del resto sulla sua propensione a bruciare denaro in ogni modo è chiara la Guardia di Finanza che dice: Mario Occhiuto era uso a promuovere operazioni finanziarie antieconomiche. Il che a tutti noi suona strano, buttare il denaro non è mai cosa saggia, ecco perché la spiegazione del suo infame sperpero, come dicono alcuni, è da ricercarsi proprio nella “personalità malata” di Mario Occhiuto. Mario soffre di un problema di natura psichiatrica. Non ascolta nessuno e continua imperterrito a combinare guai. Problemi che sistematicamente rimuove dalla sua testa, e che all’occorrenza non si fa scrupoli a scaricare su altri, nonostante la realtà evidente delle sue responsabilità nei fatti concreti. In tre parole: un bugiardo cronico.

La seconda tesi sul forziere nascosto di Occhiuto, invece, accredita una “nuova pista” che da tempo avevamo individuato, che porta dritti in Montenegro. Un luogo caro agli amici degli amici di Mario: l’ex plenipotenziario Clini, e la sua compagna Martina Hauser. Allora disponibili con Mario in tutto e per tutto. C’è chi dice che è proprio in alcune società con sede in Montenegro, collegate a prestanome della Martina Hauser, che Mario abbia occultato qualche milione di euro. Forse anche qualcosa in più. Ecco perché l’inchiesta di Roma, dove Mario è accusato, insieme a Clini, di associazione a delinquere e riciclaggio di denaro, fa davvero paura al sindaco, perché potrebbe, da questa, venire fuori tutto il giro di denaro che è passato dalle sue società, fino ad arrivare al forziere nascosto, se c’è. Da Roma filtra qualche notizia che va oltre il rinvio a giudizio, tanto atteso, per questo “primo filone investigativo” curato dalla Dda romana, che, come dicevamo, porta dritti in quel del Montenegro dove pare la Finanza abbia già trovato qualche riscontro. Restiamo in attesa di possibili sviluppi legati a questa notizia, perché da qualche parte questi soldi sono finiti, e trovarli, oltre che un impegno investigativo, è l’ultimo capitolo della saga degli Occhiuto.