La malapolitica cosentina è in grande fibrillazione per la gran pagliacciata del referendum sulla città unica che non appassiona per niente la cittadinanza (che ha già capito da tempo gli obiettivi dei papponi uniti di centrodestra e centrosinistra) ma che ha messo una incredibile frenesia a tutti quei parassiti prestati alla politica che sgomitano per trovare un posto al sole. E così, nel breve volgere di poche ore, sia il centrodestra sia il centrosinistra hanno dato vita a due tragicomiche convention dalle quali sono uscite chiarissime indicazioni – ovviamente anch’esse uniche – per il candidato da piazzare a capo di questa gran boiata.
A sinistra (ma è veramente pazzesco continuare a indicare Cgil e Pd da questa parte) è andato in scena un pietoso convegno dove era facilissimo toccare con mano che la Camera del Lavoro, pur non potendolo dire apertamente, “tirava” per il Sì insieme a una bene individuata fascia di “professori”. E meno male che alla fine, obtorto collo, il pavido Ianni, segretario della Cgil cosentina, è stato costretto a invitare anche Battista Sangineto, che si batte per il No e ha spiattellato ai lecchini del Sì una serie di fatti incontrovertibili.
Tutto il fronte del Sì, da Sinistra Italiana a fascisti d’Italia, è oggettivamente complice del cemento, che vuole prendersi tutta l’area urbana ed è il vero cancro di questa città unica perché il 21% a Cosenza e il 17% a Rende delle case sono vuote e quindi rappresentano riciclaggio di denaro sporco, come dicono quelli bravi. E in questa opera sono coinvolti tutti i “big”, con i fratelli di sangue Occhiuto e i “fratelli” di loggia Adamo&Incarnato a rappresentare plasticamente la zona grigia della massomafia. Con buona pace di chi ancora dice che i “mafiosi” sarebbero Principe e Orlandino Greco, che non a caso sono sul fronte del No. E ci sarebbe davvero poco da aggiungere.
A destra invece quelli del No non li hanno fatti manco entrare e se la sono cantata e suonata come hanno voluto loro, con punte di involontaria e travolgente comicità quando hanno preso la parola Mario Occhiuto detto il cazzaro e Simona Loizzo, aspirante cazzara.
Vista e considerata la pochezza totale dei soggetti, l’unico gioco che possa in qualche modo interessare cittadini e lettori è quello del candidato. E anche qui, visto e considerato che il fronte del Sì è unito che più unito non si può, si sussurra già il nome del candidato di “sistema” che metterebbe d’accordo tutti e che è quello di Nicola Leone, rettore dell’Unical ormai a scadenza di mandato (chiude a novembre 2025), legato a doppio filo con Robertino Occhiuto ma assolutamente gradito anche… al centrosinistra, tanto che se il centrodestra – per qualche astruso motivo – non lo candidasse, loro sarebbero pronti a incoronarlo tre secondi dopo. Avete capito come siamo messi?
Tradotto in soldoni (è proprio il caso di dirlo) i più acerrimi rivali di Mario Occhiuto sulla strada del suo ritorno a Cosenza da sindaco della città unica sono proprio il fratello di sangue e l’altro “fratello” rettore. E se Robertino dà un ordine, Maruzzu deve abbassare le orecchie e calare u muss’i vecchia. Niente da fare.
Diciamo pure che nella squallida atmosfera dell’albergo di via Panebianco che ha ospitato la convention, lo spettro di Nicola Leone aleggiava dovunque e praticamente tutti dicono e manco a voce bassa che il Magnifico sta manovrando moltissimo nell’ombra.
L’ ospedale ad Arcavacata, del resto, l’ha imposto lui e sempre lui sta gestendo la facoltà di Medicina come un’arma contundente per menare a destra e a sinistra e ottenere consensi nella popolazione che vuole sanità.
Insomma, Leone ce la sta mettendo tutta. Ha praticamente investito tutto sull’intelligenza artificiale e su Medicina chiamando gli scienziati Indolfi e Melfi che sono in pensione o alle soglie della pensione, che gli costano poco o niente e gli danno una enorme “visibilità”. Ma il problema è: dove mette i suoi ordinari? All’ Annunziata?!? Ci vorranno almeno 20 anni prima che l’ ospedale dell’Unical sia finito. E nel frattempo? I medici dell’ospedale dell’Annunziata se ne vanno o stanno per essere cacciati perché devono fare primari gli ordinari chiamati da Leone… Cose da pazzi… E se a qualcuno viene da dire che i rettori che hanno preceduto Leone sono stati sempre “trombati” in politica, i seguaci del Magnifico sorridono e dicono che una eventuale candidatura di Leone sarebbe contro “nessuno” e non presenterebbe veramente nessun rischio, dal momento che il centrosinistra al massimo potrebbe individuare un candidato buono per perdere e stare a cuccia e per il momento non vi facciamo i nomi, perché ce ne sono veramente tanti.
Il paradosso è che Nicola Leona è stato grande amico di Sandro Principe, qualcuno diceva addirittura che era una sua “creatura” e adesso gli si è clamorosamente rivoltato contro, al punto che qualche settimana fa Sandro lo ha platealmente accusato di far parte della “cricca” di Occhiuto e Nicola Adamo. Circostanza che oggettivamente è verissima.
Ma Nicola Leona ormai ci ha preso gusto e di conseguenza si sta comportando come un asso pigliatutto: si sta alleando con il governo nazionale (tanto caro a Robertino), e con l’intelligenza artificiale di stacippa occupa caselle di potere dappertutto. Insomma, il Magnifico (ancora per poco) è davvero abilissimo. C’è chi dice che prima faceva l’agnellino e il simpatico con tutti, ma appena eletto si è dimostrato un inguaribile arrivista.
Il suo mandato, come abbiamo accennato, scade a novembre 2025, magari durerà fino a quando non uscirà fuori il nome del suo successore e quindi fino ai primi mesi del 2026 ma di sicuro lui, il Leone, non potrà più essere eletto, e cosa farà, una volta che ha assaggiato il potere? Noi saremo qui a raccontarvi il finale di questa storia, che in ogni caso durerà fino… al 2027 perché prima non si può proprio fare: non solo perché il Leone deve finire il mandato ma soprattutto perché Nicola Adamo deve finire il saccheggio della città non ancora unica. Cazzu cazzu iu iu!