Cosenza, alcuni testimoni raccontano l’evasione: “Sembrava di essere in un film…”

Amadou Coulibally, il detenuto ventenne originario del Mali che è clamorosamente evaso dal carcere di Cosenza, si è reso protagonista di un’azione fulminea, che gli ha permesso di eludere la sorveglianza della polizia penitenziaria nel corso di un’operazione di trasferimento di alcuni detenuti.

Tutto è accaduto in pochi minuti, intorno alle 9,30. Alcuni testimoni hanno assistito incuriositi all’evasione, quasi come se fosse un film, a partire dal momento in cui il detenuto, ovviamente senza manette e che indossa una sgargiante maglia gialla con le maniche lunghe e un pantalone nero, è spuntato all’interno del grande spiazzale del carcere di via Popilia.

In un primo momento i testimoni avevano pensato si trattasse di uno dei detenuti che si occupa quotidianamente della manutenzione o che effettua lavori di giardinaggio. tanto più che non stava scappando. Subito dopo è entrato nel deposito ubicato nel cortile del carcere dove si trovano attrezzi da lavoro e tubi Innocenti ed è stato a questo punto che si è palesata l’evasione. Il detenuto, infatti, quasi come una pantera, è salito sulla tettoia del deposito e si è diretto verso il muro di cinta, dove ci sono alcune vetrate inclinate, in verità difficili da “scalare”. Ebbene, guardando con attenzione quello che stava facendo l’evaso, i testimoni si sono accorti che una di queste vetrate non c’era e hanno dedotto che proprio grazie a questa “mancanza” il detenuto è riuscito a scappare via infilandosi proprio in quello spazio e trovandosi quasi per magia all’esterno.

Sette-otto agenti della polizia penitenziaria, riferiscono ancora i testimoni, si sono messi alla ricerca del detenuto quando era già entrato all’interno del deposito di attrezzi e utensili del carcere ma non sono riusciti a fermarlo e hanno fatto scattare l’allarme. Probabilmente hanno sottovalutato il fatto che si fosse leggermente allontanato dal gruppo e lo hanno perso definitivamente di vista.