Cosenza, chi era Anna Maria Nucci: grande oratrice e comunicatrice per vocazione

Per tracciare il profilo di Anna Maria Nucci, scomparsa la notte scorsa a 74 anni e i cui funerali verranno celebrati stamattina alle 10,30 nella chiesa di Piazza Loreto, non si può prescindere da quello di suo padre, Guglielmo Nucci, che è stato un grande politico e le ha trasmesso la passione per questa nobile arte, come la chiamavano un tempo prima che la corruzione diventasse “regola”.

Figlio di Saverio Nucci e Maria Adamo, Guglielmo, dopo essersi laureato a 22 anni in Giurisprudenza, fu arruolato come ufficiale di complemento allo scoppio della seconda guerra mondiale. Ferito al fronte, fu congedato. Alla fine del conflitto, entrò nella pubblica amministrazione diventando Direttore generale dell’Ufficio del Lavoro della Calabria e, successivamente, fu eletto ininterrottamente deputato nel 1958, nel 1963, nel 1968, nel 1972 e nel 1977 per la Democrazia Cristiana. Tenne a battesimo, in un certo senso, il giovane Riccardo Misasi e ne fu uno dei migliori consiglieri.

Durante il mandato elettorale ha ricoperto la carica di sottosegretario di stato nei seguenti governi:

  • Governo Rumor IV, dal 7 luglio 1973 al 2 marzo 1974: Riforma Burocratica
  • Governo Rumor V, dal 14 marzo al 3 ottobre 1974: Organizzazione della Pubblica Amministrazione;
  • Governo Moro IV, dal 23 novembre 1974 al 7 gennaio 1976: Organizzazione della Pubblica Amministrazione;
  • Governo Moro V, dal 13 febbraio al 29 luglio 1976: Lavori Pubblici.

Sposato con Maria Bianco ha avuto tre figli, la prima dei quali è stata proprio Anna Maria, nata nel 1943, alla vigilia della seconda guerra mondiale.

Anna Maria Nucci approda ufficialmente in politica dopo i 40 anni, in un periodo nel quale non era facile per le donne entrare in un campo tradizionalmente riservato al sesso forte ed è la seconda deputata calabrese ad essere eletta alla Camera, preceduta solo da Jole Giugni Lattari (che era stata eletta molti anni prima, nel 1963). Non ce n’erano tante di donne in politica, all’epoca, e quelle poche che c’erano, facevano parte inevitabilmente di famiglie importanti. Come, per esempio, Ermanna Carci Greco, socialista, figlia della seconda moglie di Giacomo Mancini, che è stata consigliere ed assessore regionale ma non è riuscita ad arrivare alla Camera.

Prima di entrare in politica, Anna Maria Nucci è stata a lungo professoressa di Storia e Filosofia all’Istituto Tecnico Industriale “Antonio Monaco”, diventando una sorta di istituzione di quella scuola, nella quale stabilisce un grandissimo feeling con i colleghi ma soprattutto con gli studenti, con i quali crea rapporti molto belli e che dureranno nel tempo. Intanto, si è sposata con l’ingegnere Franco Mauro e ha dato alla luce due figli, Guglielmo e Giorgio.

La Nucci fa parte a tutti gli effetti della corrente della “sinistra democristiana” di Riccardo Misasi, anche se il suo ingresso in politica avviene quando lo statista ha quasi esaurito gli incarichi da ministro (l’ultimo sarà quello di ministro del Mezzogiorno nel 1989) essendo impegnato tutto il giorno nella segreteria del capo indiscusso, Ciriaco De Mita.

Anna Maria Nucci si impegna nel suo campo, quello della pubblica istruzione, ricopre anche l’incarico di sottosegretario nel governo Goria per un anno ma, in ogni caso, la parabola della Democrazia cristiana sta ormai volgendo al termine (siamo tra il 1987 e il 1988) e negli anni Novanta (dopo aver lasciato il Parlamento e dopo Tangentopoli) Anna Maria Nucci si impegna prima nel Ppi e poi nell’Ulivo ma non è più in prima fila come un tempo.L’ultima battaglia politica di un certo livello risale al 2002, quando si candida a sindaco di Cosenza ma per una lista civica centrista che non ha nessuna velleità di vittoria. In realtà, Anna Maria Nucci era stata ad un passo dall’accettare una proposta del centrodestra per una candidatura unitaria, in maniera tale da bruciare il candidato dei fratelli Gentile, Umberto De Rose, ma alla fine non se l’era sentita. E così, in un dibattito che chi vi scrive ha avuto l’onore di condurre sull’emittente Cam Teletre e al quale partecipava anche Eva Catizone, finirà per “benedire” la giovane pupilla di Giacomo Mancini, che negli anni successivi poi avrebbe trovato il modo di fare rivoltare nella tomba il suo grande mentore.

In quel dibattito, Anna Maria Nucci aveva dato come sempre il meglio di se: era nata per comunicare. Oratrice perfetta, scandiva ogni parola con i suoi tempi serrati (altro che l’incedere noioso e pesante dei ducetti di adesso!) e non consentiva mai all’interlocutore di pensare ad altro o di distrarsi. Grande preparazione politica, lungimiranza nel prevedere gli eventi e persino ironia ed autoironia nel rapportarsi alla sua giovane “rivale”. Una comunicatrice di razza che avrebbe meritato maggiori successi politici e maggiore visibilità.

Il marito è stato presidente della società mista Multiservizi nel corso degli anni di Eva Catizone sindaco ma fu il 2006 l’anno che segnò per sempre il resto della vita della famiglia di Anna Maria Nucci, con la tragedia della morte del figlio Giorgio in un maledetto incidente stradale. Da allora, anche se si impegnò nelle vicende del nuovo soggetto politico di Agazio Loiero e in una parentesi di assessore con la giunta Perugini, aveva diradato parecchio le sue uscite pubbliche e aveva finito con il ritirarsi a vita privata prima della malattia che stanotte l’ha stroncata. Ci mancherà tanto, signora Nucci.

Gabriele Carchidi