Cosenza antifascista ripudia la polizia violenta: da “Damm’o document” all’urlo di Jessica

La repressione della polizia di Cosenza, esplosa in tutto il suo squallore sabato 22 marzo con l’agguato squadrista a Iacchite’, fa paura alla città bruzia, che è stata pervasa da un moto di sana indignazione, manifestato con grande dignità in due proteste di piazza. La prima martedì 25 marzo davanti alla redazione di Iacchite’ con minicorteo sotto la vicinissima questura organizzata dall’Usb. La seconda giovedì 27 marzo davanti alla prefettura organizzata dalla Cgil. Per quanto non siano proprio in sintonia su tante questioni, Usb e Cgil sono ancora sindacati con la schiena dritta, che reagiscono alla violenza e al fascismo e non tradiscono la propria missione.

Sono tanti i “flash” di questi due momenti di protesta che ci accompagnano e che resteranno per sempre nei nostri occhi. La solidarietà e l’umanità, assolutamente sconosciute alle forze politiche di destra, alle quali si è accodato il Partito Democratico – sempre più vicino ai fascisti – sono ancora per fortuna valori irrinunciabili che nonostante le pacchiane intimidazioni degli uomini (?) in divisa stanno venendo fuori in maniera significativa.

DAMM’O DOCUMENT – L’ideale colonna sonora di queste due giornate di protesta è la celeberrima canzone della 99 Posse. Già all’alba degli anni Novanta la richiesta dei “documenti” rappresentava il misero tentativo delle forze dell’ordine di intimidire i movimenti antagonisti ed era l’assurdo pretesto di scontri e “guerre”, esattamente com’è avvenuto sabato scorso a Cosenza. E i ragazzi dell’Usb e de La Base l’hanno sparata a palla a due passi dalla questura per farla sentire bene ai molto improbabili tutori dell’ordine che non vedevano l’ora di menare qualcuno.

PEPPE – Peppe è un vecchio compagno che gira in carrozzina e che martedì scorso ha voluto manifestare la solidarietà a Iacchite’ aprendo il corteo verso la questura agitando le braccia contro chi fa della repressione fascista il suo unico obiettivo. Peppe ha alle spalle centinaia e centinaia di manifestazioni e di scontri, oggi non li può più sostenere come un tempo ma vederlo alla testa del corteo ha commosso molti di noi. Grazie di cuore Peppe!

JESSICA E VITTORIA – Jessica Cosenza è un’attivista dell’Usb e de La Base. Tre anni fa la digos di Cosenza voleva infliggerle la “sorveglianza speciale” solo perché difendeva e difende i diritti degli ultimi, di chi non ha una casa o un reddito, di chi chiede giustizia. Siamo scesi tutti in piazza per lei e oggi è stata lei a farlo per noi ed è stato bellissimo sentirla urlare la sua rabbia davanti ai sepolcri imbiancati della questura, costretti a ingoiare i rospi delle sue invettive senza fiatare e replicare. Vittoria Morrone invece è la “comunicatrice” ufficiale, anche lei sempre in prima linea per chi soffre e al fianco di chi non ha voce.

NUNZIO E MASSARO – Sono arrivati da Cariati per dare solidarietà a Iacchite’. Nunzio e Massaro sono due dei volti più popolari del Movimento Le Lampare Bassojoniocosentino, celebre in tutto il mondo per la straordinaria occupazione dell’ospedale “Cosentino”, per le battaglie per la sanità pubblica e per il loro film “C’era una volta in Italia”. Vederli con noi martedì sera è stato bellissimo.

SANTO GIOFFRE’ – Ma la sorpresa più bella è arrivata da Palmi. Alle tre del pomeriggio di martedì davanti alla redazione si è presentato un signore con un bellissimo cappello e un paio di occhiali scuri. “Ma tu sei Santo Gioffrè?”… Sì, era proprio lui, medico, scrittore, politico, compagno. Si è sobbarcato questo lungo viaggio per parlare con noi della deriva autoritaria e politica della Calabria, della nostra voglia di resistenza e di una serie di progetti per rialzare la testa. E poi ci ha portato i dolci alla mandorla della pasticceria Fiorino. Buonissimi e senza rivali.

DOCILI E TOLLERANTI – Davanti alla questura martedì sera hanno messo 5-6 poliziotti fermi, immobili, docili e tolleranti. L’esatto contrario dei loro colleghi fascisti ed esagitati che tutta Italia ha potuto vedere all’opera nell’agguato squadrista a Iacchite’. Noi non ce l’abbiamo con tutti i tutori dell’ordine, anzi abbiamo scritto più volte che quelli che ci hanno picchiato non hanno picchiato noi ma la loro stessa divisa e i loro stessi colleghi.

I COMPAGNI DELLA CGIL – Negli anni Novanta, ho lavorato a lungo con i sindacalisti della Cgil, con la “squadra” di Ninì Venuto e Massimo Covello, di Luigi Scarnati, Davide Colace e Vladimiro Sacco (questi ultimi due purtroppo prematuramente scomparsi) solo per citare quelli con cui avevo più contatti. C’era un bel rapporto, non solo professionale, ma poi la bella parabola del Quotidiano finì e le nostre strade inevitabilmente si sono divise, ci sono state persino incomprensioni per questioni – ci tengo a precisarlo – comunque interne al sindacato e mai personali ma in questi giorni per me difficili ho sentito tutto l’affetto dei compagni della Cgil. Ho sentito la rabbia per quello che mi hanno fatto, lo slancio sincero di chi si sente con tutta l’anima di sinistra e antifascista. E sono stato felice di questa “pace” con la consapevolezza che le nostre strade si sono ritrovate e non si divideranno più. Grazie di cuore.