Cosenza-Bari, oggi il Vecchio Lupo toccherà il fondo ma almeno Guarascio resterà solo con i suoi lecchini

A Cosenza lo “sciopero” del tifo organizzato non è una novità. Già ai tempi del presidente Pagliuso gli ultrà rossoblù in due occasioni (Cosenza-Lecce e Cosenza-Reggiana) avevano deciso di disertare i gradoni del San Vito per protestare contro la cessione del capitano Stefano Morrone. E non più tardi di qualche anno fa la Curva Nord per un paio di mesi aveva lasciato quasi da solo il famigerato patron Gargamella contestando la sua “politica societaria” mirata a risparmiare tutto il possibile per mettersi in tasca e dividere il “bottino” degli incassi della Lega tra le sue sporche aziende della holding nella quale ancora oggi è imprigionato il Cosenza Calcio. Poi, però, il Vecchio Lupo in qualche modo era riuscito a mettersi in salvo ed era andata avanti una sorta di “tregua armata” tra Guarascio e la tifoseria. Una “tregua” che ormai da qualche tempo è ufficialmente terminata con tanto di contestazioni pesantissime e pressante richiesta a Guarascio di tornarsene da dov’è venuto.

Mai come oggi, tuttavia, lo stadio sarà lo specchio della “politica” di Guarascio: le due curve saranno completamente deserte e senza lo straccio di un vessillo rossoblù e l’assenza degli ultrà sarà resa ancora più pesante dalla presenza di almeno mille tifosi del Bari, con l’effetto che i biancorossi si sentiranno “in casa” mentre Guarascio assisterà alla partita in compagnia di quei quattro lecchini che gli sono rimasti ma anche di qualche tifoso “vero” che in ogni caso lo manderà a cagare magari vicino alla sua poltrona perché non ce la farà a lasciare sola la squadra. A questi tifosi – sia chiaro – va comunque il nostro rispetto.

Guarascio, che ancora oggi si crede “furbo” e anche intoccabile, aveva provato ad ammansire lo zoccolo duro della tifoseria abbassando i prezzi delle curve a 5 euro ma stavolta ha avuto l’effetto boomerang” perché ha determinato lo “sciopero generale” di tutto il tifo organizzato. Oggi Gargamella toccherà con mano quello che è rimasto della sua squallida gestione: potrà anche fare il “miracolo” di iscriversi alla Serie C per continuare a rubare e ad arricchirsi ma resterà solo come un cane. Ed è quello che si merita. Fino a quando non se ne tornerà da dov’è venuto. E prima o poi accadrà.