L’interdizione dai pubblici uffici per un anno del medico e degli infermieri del servizio di assistenza domiciliare integrata (ADI), scaturita dall’operazione di qualche giorno fa della procura di Cosenza, ha provocato – com’era prevedibile – il blocco pressoché totale delle importanti attività di assistenza ai malati terminali, che vengono accompagnati dolcemente alla morte.
Abbiamo ricevuto notizie dirette molto preoccupanti: non si possono più prendere prenotazioni e se ne stanno accumulando ormai a decine, con gli stessi servizi che sono stati ridotti veramente all’osso.
Questo non vuol dire tollerare chi probabilmente si è macchiato di reati ma è sotto gli occhi di tutti che si fa ricadere sui cittadini più deboli il peso delle indagini, giustissime per carità. Il problema, tuttavia, è che il medico e gli infermieri interdetti non sono stati sostituiti con altro personale.
C’è gente disperata che non sa a chi rivolgersi per farsi somministrare morfina o altri farmaci che possano alleviare i dolori dei malati terminali o di chi è pieno di piaghe da decubito o ha i cateteri. se non a pagamento.