Cosenza, Bocs Art: Occhiuto e Calabrese costretti a revocare la determina per le residenze d’artista

Il Comune di Cosenza fa dietrofront e dopo essere stato “sgamato” e preso con le mani nella marmellata revoca il bando e la determina per l’affidamento e la gestione delle residenze d’artista inserito nel progetto Bocs Art che era stato (ri)assegnato all’associazione Raku anche dopo l’annullamento da parte del Tar. Una determina che valeva quasi 30.000 euro. La firma in calce al documento è quella di Giampaolo Calabrese, nipote del procuratore Spagnuolo e dirigente comunale nel settore Cultura proprio in virtù di questa illustre parentela.

Alla base dell’intrallazzo c’era il pessimo rapporto tra Calabrese e una delle associazioni che aveva partecipato al bando, “Piano B”, presieduta dal suo ex amico Pietro Pietramala.

Calabrese non poteva curare direttamente la “pratica” per l’affidamento della gestione delle residenze artistiche, per non farla troppo sporca, ed aveva incaricato la dottoressa Maria Cerzoso di occuparsi della questione chiedendole di escludere proprio l’associazione Piano B di Pietramala.

Infatti la dottoressa Cerzoso promuoveva, per non dare all’occhio, una procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando. Ovvero chiamava direttamente 4 associazioni, Associazione culturale Cosenza autentica, associazione Piano B, Associazione di promozione sociale Raku e MSP Italia, e chiedeva alle stesse di produrre una offerta economica per il servizio in oggetto.

Una mera formalità, perché la dottoressa sapeva già che l’affidamento doveva essere concesso alla Raku. L’importante era escludere Pietramala e fargli arrivare il messaggio che la guerra era solo all’inizio. Infatti per meglio riuscire nell’operazione Calabrese non si faceva scrupoli di ordinare alla dottoressa prima di istruire la pratica, e dopo la nomina nella commissione valutatrice dei progetti.

Il solito trucchetto ma Pietramala non ci stava e produceva ricorso fino alla sentenza del Tar che, oltre a dargli ragione, metteva in evidenza la mala gestione del dirigente. A questo punto però arriva lo “sbianco” e se non fosse stato per il Tar e la determinazione di Pietramala anche questo ennesimo intrallazzo sarebbe passato in cavalleria.

Ma non è finita qui perché Occhiuto aveva avuto la faccia tosta di insistere e nonostante la sentenza del TAR aveva riaffidato l’appalto all’associazione Raku. Una volta appreso che il TAR si sarebbe rivolto all’ANAC, Autorità Nazionale Anticorruzione, quella presieduta da Raffaele Cantone, si è arreso ed ha intimato a Calabrese di firmare la revoca, probabilmente sollecitato anche dall’amato zio, il procuratore Spagnuolo.

Ecco cosa si legge nel dietrofront del Comune.
-RITENUTO rinviare a successivo, specifico provvedimento la proposizione di
appello avverso la sentenza del T.A.R. Calabria n. 1632/2017 presso il
Consiglio di Stato;
-DATO ATTO che è stata predisposta determinazione dirigenziale per la
liquidazione delle prestazioni eseguite alla data del deposito della sentenza in
favore della RAKU;
– RITENUTO, altresì, dover disimpegnare, per interruzione del servizio, la
somma di € 9.800,00, impegnata sul capitolo 51 del bilancio 2017 della
determinazione dirigenziale n. 2012/2017;

DETERMINA
-di prendere atto della sentenza TAR Calabria, Sede di Catanzaro, n. 1632 del
2017;
-di revocare, in ottemperanza alla suddetta sentenza, la determinazione
dirigenziale n. 2012/2017 “BoCS Art 2017 – Residenze d’Artista Cosenza.
Sessioni Settembre 2017- febbraio 2018. Impegno di spesa”;
– di disimpegnare la somma di € 9.800,00, impegnata sul capitolo 51 del bilancio
2017 della su citata determinazione dirigenziale n. 2012/2017;
-di rescindere il contratto stipulato in data 26.9.2017 con l’Associazione
Culturale RAKU.