Cosenza. “Caccia subitu i foto i Manna”: le minacce precedenti e i processi del boss di Rende

Michele Santagata, il cronista di Iacchite’ intimidito l’8 settembre 2020 da due scagnozzi della massomafia cosentina, che sono stati poi arrestati (uno dei due condannato con rito abbreviato a 2 anni e 4 mesi), era stato stato già avvicinato e minacciato per aver parlato in altre occasioni del boss di Rende, Francesco Patitucci. Lo ha raccontato il blogger ai poliziotti della Mobile di Cosenza: “È accaduto circa due anni addietro, vicino un bar del centro. Mi avvicinarono due persone, una di queste era Francesco Noblea, ora collaboratore di giustizia, che mi insultarono e mi aggredirono”.

Francesco Patitucci, come svelato dalle indagini svolte dalla polizia è ritenuto il “reggente” delle cosche storiche operanti su Rende e Cosenza e nel 1997, durante il maxiprocesso “Garden” in cui si ricostruiva per la prima volta la storia della criminalità organizzata attiva nel capoluogo della Calabria settentrionale, il boss veniva indicato come “santista”, uno dei gradi di maggiore influenza previsti dalla ‘ndrangheta.

Patitucci è attualmente imputato davanti alla Corte di assise di Cosenza per un duplice omicidio consumato a Rende nel 1986, quello di Marcello Gigliotti e Francesco Lenti (quest’ultimo venne decapitato con una falce) picciotti del clan guidato dal padrino Franco Pino eliminati all’interno di una casa messa a disposizione proprio da Patitucci.

Non solo: il boss rendese è indagato a Salerno, insieme con i suoi avvocati, Marcello Manna e Luigi Gullo, per corruzione in atti giudiziari insieme con l’ex presidente dell’Assise di Catanzaro, Marco Petrini. Infine, la sua posizione è al vaglio della Corte di Cassazione in relazione all’omicidio di Luca Bruni “reggente” della omonima cosca, avvenuto il 3 gennaio del 2012 sempre a Rende. Fonte: Gazzetta del Sud