La crisi del Cosenza Calcio diventa sempre più grave ma malgrado questo molti aspetti restano nascosti e portano ad una sola conclusione, che tra l’altro la stragrande maggioranza della tifoseria ha capito da tempo: il fallimento.
Noi lo scriviamo da mesi ma tutti o quasi gli addetti ai lavori fanno finta di non sentire: con lo scenario della retrocessione in Serie C che diventa sempre più vicino, il fallimento è inevitabile perché il presidente Guarascio sarebbe costretto a rivelare quello che finora non ha potuto rivelare rispetto alla “regolarità” della sua gestione. Non stiamo parlando dei debiti, che pure sono parecchi, ma degli altri sospetti molto gravi che riguardano l’autoriciclaggio e che, a dire il vero, ormai sono sotto gli occhi di tutti. Ed è per questo che Guarascio ancora oggi prende tempo e fa finta di portare avanti trattative che in realtà non esistono perché le carte che scottano della sua gestione del Cosenza Calcio non le ha fatte vedere a nessuno, per il semplice motivo che non può farle vedere. La sua unica speranza è quella di una salvezza sul campo, che diventa sempre più utopica. E poi, vivaddio, sarebbe veramente un suicidio per qualsiasi potenziale acquirente andare a rilevare una società decotta e malata terminale. Per che cosa? Per pagare i debiti di Guarascio e andare a giocare un campionato di Serie C con l’obiettivo… della salvezza? Siamo seri, per favore.
La disamina più onesta e reale di quanto sta accadendo l’ha fatta mister Franco Gagliardi nella trasmissione televisiva della quale è ospite fisso. Gagliardi, classe di ferro 1947, è un pezzo di storia del calcio calabrese e ha un’esperienza lunga mezzo secolo per arrivare a capire certe dinamiche. Si infervora, urla, parla in dialetto, qualche volta esce dai gangheri ma dice cose sacrosante che nessuno ha il coraggio di dire e lunedì scorso, dopo la batosta di Catanzaro, è stato chiarissimo.
Ha parlato direttamente a Guarascio e finalmente abbiamo ascoltato parole che l’hanno messo con le spalle al muro, altro che “fondi arabi” o “strozzini”. Gagliardi ha detto testualmente a Gargamella: “E dicia ‘cchi bbu… (dici quello che vuoi) se è vero com’è vero che qualcuno vuole rilevare la società… non arriviamo che nascondendo il tutto poi ci presentiamo in Tribunale e falliamo… perché se non paghi i debiti non ti iscrivono al campionato di Serie C. Gagliardi questo lo sa perché l’ha vissuto…”.
Gagliardi sostiene a giusta ragione che non stia uscendo fuori la verità: “Tutte le fesserie che si stanno dicendo nascondono non tanto i debiti (che ci sono e che ci possono anche essere) ma nascondono la realtà… che ci sono le cose nascoste e se non ripari in corso d’opera e vai al fallimento non ti iscrivono neanche in Serie C e il Cosenza è sparito… e non è possibile…”.
Mister Gagliardi si riferisce proprio a quelle manovre che tutti conosciamo e che fanno riferimento ai “giochini illegali” del presidente con il suo cartello di società e sulle quali tuttavia nessuno interviene di petto. E Guarascio, in tutto questo, ha ormai assunto un atteggiamento inequivocabile, che Gagliardi ha descritto così chiudendo il suo intervento: “La sensazione di sconforto che mi ha fatto male è di uno ca s’è misu ntru liettu e nun aspetta atru ca vena ru tavutu ppe si ci nzacca’… (di uno che s’è messo nel letto e non aspetta altro che viene la bara per mettersi dentro)… avete capito o no? E’ un senso di impotenza… Mettete riparo a questa sensazione di impotenza…”.
L’appello è stato chiarissimo, non c’è che dire ma dubitiamo seriamente che qualcuno lo accolga, anche perché i potenziali acquirenti ormai hanno capito che i loro sospetti erano ampiamente fondati. Ergo: o Guarascio si salva sul campo e continuerà ad imporre la sua squallida gestione o il Cosenza fallirà. In ogni caso, prepariamoci al peggio.