La tifoseria del Cosenza Calcio, messa a dura prova da dieci anni di gestione Gargamella, assiste attonita al “grande pacco” che qualcuno, in Federazione, sta preparando al Vecchio Lupo con la complicità devastante di uno pseudopresidente al quale del Cosenza non gliene frega niente. Le riflessioni di Giulio Bruno mettono il coltello nella piaga ma rappresentano la spietata fotografia di una città allo sbando nella quale i politici, a partire dallo squallido sindaco cazzaro e truffatore, non hanno nessuna credibilità.
di Giulio Bruno
In altri tempi, presidenti come Pagliuso, Serra o Carratelli avrebbero urlato fino a perdere la voce, facendo valere i propri diritti nelle opportune sedi.
In altri tempi, il cuore caldo della tifoseria organizzata avrebbe messo a ferro e fuoco la città, promuovendo una sorta di rivoluzione.
In altri tempi, i rappresentanti istituzionali, col sindaco in testa (ieri avevamo Giacomo Mancini, oggi… nessuno…), avrebbero presentato interpellanze, interrogazioni parlamentari, documenti a difesa di un intero territorio.
In altri tempi… appunto.
Oggi, invece, tutto tace. E nell’era della comunicazione è piuttosto grave.
Il presidente non parla e non agisce, la squadra non esiste, i giocatori tesserati sono appena 5, l’allenatore è un’idea al momento vaga, lo staff tecnico e dirigenziale non risulta presente. Il campionato inizia tra 20 giorni e del ritiro neppure l’ombra… ottimo alibi per poter poi affermare che i tempi della giustizia sportiva non hanno permesso la regolare programmazione della stagione.
La tifoseria si scatena sul nuovo terreno di battaglia, i social network…
I politici non prendono iniziative.
Viene, di fatto, considerato plausibile il reato di evasione fiscale, il non rispetto dei termini di pagamento rateale, la possibilità che ogni evasore decida autonomamente tempi e modalità di corresponsione dei propri debiti all’erario. È come se un normale cittadino decidesse di non pagare per un quinquennio la tassa sulla spazzatura o sull’acqua, o le rate del mutuo sulla casa, e successivamente, allo scadere del termine ultimo fissato per il pagamento già a suo tempo dilazionato e non rispettato, si autorizzasse “motu proprio” il personale calendario dei rimborsi. Se funziona così, basta saperlo. Perché noialtri che abbiamo puntualmente onorato debiti e scadenze, facciamo sempre in tempo ad adeguarci al nuovo andazzo. Ma prima di arrivare a tanto sono certo che ognuno, piuttosto che subire mortificazioni, ingiustizie e pesci in faccia, alzerà la voce e scatenerà l’inferno pur di vedere garantiti i propri diritti individuali. Altro che restare muti e aspettare che tutto si compia, rendendosi indirettamente complici della definitiva deriva del sistema di regole e ordinamenti che disciplina il vivere civile.