Strani giochetti mediatici, il sindaco che latita, la società che scompare, il proprietario delle quote che non risponde. Tutta la verità sulla trattativa e sulla fantomatica “smentita di Usmanov” attraverso l’inchiesta del blog La Bandiera Rossoblù.
LA BAMDIERA RUSSA-BLU (La Bandiera Russa-Blu)
Dalla Russia con amore.
Il signor Usmanov è stato citato inizialmente dal sito (o testata giornalistica) napoletano gonfialarete (che fa capo ad un giornalista partenopeo molto conosciuto) più per fare audience che per motivi di loro particolare interesse: in sostanza, la questione sarebbe che lo stesso Usmanov, in compagnia di altri oligarchi russi, detiene effettivamente il patrimonio del fondo mobiliare PRIVATO che fa capo a Devetia Ltd – società offshore registrata alle Isole Vergini -; tale patrimonio (al pari di qualsiasi fondo mobiliare, però PRIVATO in quanto non costituito da obbligazioni, azioni ecc…, ma da fondi personali dei singoli individui) viene investito in tutto il mondo a discrezione della stessa Devetia Ltd che lo amministra (certo, magari sulla base di direttive generali degli oligarchi) in attività mobiliari, immobiliari, società, ecc… al solo fine di OTTENERE PROFITTI.
La Devetia, fino a qualche anno fa anche tramite la MSI (Media Sport Investment) oggi liquidata e chiusa, ha da sempre avuto nel proprio core business il mondo del calcio (vedi ad esempio i massicci investimenti nel Corinthians), trattando anche gli interessi patrimoniali e sportivi di celeberrimi campioni, uno su tutti Carlos Tevez.
E quindi riflettendo: se a capo della Devetia c’è il signor Oleg Patakarcishvili e l’offerta di acquisto proviene da Devetia, cosa c’entra il signor Ališer Usmanov?
NIENTE.
Usmanov magari avrà investito anche un miliardo di dollari nel fondo patrimoniale Devetia (come in centinaia di altri progetti e soggetti economico finanziari), ma certamente non gli interessa minimamente cosa faccia chi gestisce tale fondo, purché venga fatto fruttare: a lui interessano i PROFITTI, cioè che i soldi che ha messo in Devetia generino altri soldi. Sono semplicemente investimenti.
E’ la Devetia, di fatto, che acquisterebbe il Cosenza, e la circostanza (appurata… ma potrebbe anche non essere così, perchè non cambierebbe nulla ai fini della querelle Cosenza Calcio) che nella Devetia ci siano soldi del signor Usmanov NON significa che sia lui in persona a voler rilevare la società di Guarascio. E’ ovvio, quindi, che lui smentisca questo suo (mai da nessuno millantato, se non da un paio di siti d’informazione giornalistica: uno napoletano e l’altro cosentino) interesse personale per la trattativa. Fa veramente specie che ci siano masse di cittadini di Cosenza che non riescano a capire questo passaggio tanto elementare.
Tornando a Devetia, attraverso il fondo mobiliare la società in parola finanzia attività, progetti, società; nello specifico, per quanto ci riguarda, finanzierebbe la costituenda società che dovrebbe rilevare il Cosenza Calcio, creata ad hoc e formata da personaggi italiani (soprattutto del sud) di alto profilo professionale e dotati degli specifici requisiti di cui alle norme FIGC di onorabilità e solidità finanziaria (art. 20- bis N.O.I.F., che impone certificato dei carichi pendenti aggiornato, certificato del casellario giudiziale, nonché attestazioni bancarie inerenti ai “requisiti di solidità finanziaria”, ecc…), altrimenti la FIGC non assevererebbe il passaggio di proprietà e non permetterebbe l’iscrizione al campionato (quest’ultimo è un passaggio assolutamente dirimente: se chi acquista è un “millantatore” non può farlo! chissà se al presidente queste cose le hanno dette…).
Detto ciò, adesso entra in gioco il modus operandi, invero poco ortodosso, di alcuni giornalisti.
Dopo la diffusione della proposta di acquisto a firma dall’avv. Marchese, una testata locale si precipita a intervistarlo per capire i termini della vicenda (intervista ancora presente e consultabile presso il loro sito); ebbene il professionista lametino conferma la serietà della trattativa per conto della Devetia in persona del presidente Oleg Patakarcishvili, che ha dato disponibilità ad essere presente PERSONALMENTE a Cosenza (si parla di un signore che GESTISCE miliardi di dollari per conto terzi) pur di mettere la parola fine alle accuse di millantato credito da parte di Guarascio…
Qui apriamo una parentesi: ci dicono che quando Guarascio andò a Madrid, all’incontro si presentò il sig. Mamedov (debitamente delegato dal presidente Patakarcishvili e comunque dirigente Devetia, mica l’ultimo dei segretari) con cui intercorsero i primi abboccamenti e la famosa richiesta di DUE DILIGENCE da parte russa; quando il presidente ritornò con la sua truppa in Calabria pare volle capire chi fosse tale Mamedov, facendo delle ricerche: sfortunatamente non trovò sue referenze sufficienti e pensò, tapino, che ci fosse qualcosa di poco conveniente dietro!
Ora, con tutto il rispetto per i bravi collaboratori del presidente, ma avete capito che la Devetia gestisce un fondo di ex oligarchi russi? E secondo voi può essere trattata e gestita alla stregua di Ecologia Oggi? Cioè, ma veramente vi sognate di verificare con una visura chi sia Mamedov e se abbia certe referenze ed un certo patrimonio personale?
Magari, quando si trattano affari di questa portata e di respiro internazionale, un minimo di preparazione professionale in più non guasterebbe, in special modo quando si discute di soggetti che provengono da stati in cui vige la dittatura – il crollo dell’impero sovietico ha determinato la frammentazione territoriale e la formale autonomia delle nazioni annesse all’ex URSS, ma state certi che sotto il profilo politico e sociale la barra di comando è rimasta sempre al solito posto ed in Russia, come in altre ex repubbliche socialiste sovietiche, come ad esempio la Bielorussia, nulla o pochissimo è cambiato rispetto a 30 anni fa).
Ciò significa, in soldoni, che gli ex oligarchi russi certamente non sono nelle condizioni di poter far liberamente impresa come in occidente e debbono, obtorto collo, assumere una serie di misure preventive che li mettano al riparo da situazioni “poco piacevoli” sia sotto l’aspetto meramente economico-finanziario, sia sotto l’aspetto “politico”… sappiamo bene, a riguardo, come siano trattati i dissidenti e coloro i quali non seguono i “consigli” del gotha al potere, spesso sfortunati protagonisti di “incidenti”.
Andiamo avanti, comunque; come detto, la testata locale pubblica l’intervista all’avvocato Marchese, dalla quale è evidente che MAI questi faccia alcun riferimento al signor Usmanov… il professionista lametino nella sua PEC e nell’intervista parla solo del suo assistito Oleg Patakarcishvili e della Devetia.
Però, ad un certo punto dell’articolo-intervista, il giornalista che lo intervista, o comunque chiunque rediga quell’articolo, ritiene opportuno (?) inserire questo testuale trafiletto: “Questa di oggi, insomma, è l’ultima puntata di una vicenda che sta colorando le fredde cronache calcistiche stagionali. Da dicembre, pare (usiamo il condizionale) il signor Usmanov, tramite intermediari, avrebbe maturato una grande passione per il club rossoblù, tanto da inviare terzi per intavolare una trattativa.“
Ci si guarda bene dal virgolettarlo, naturalmente, si mette un condizionale salvifico; ma un accenno buttato lì, tra una dichiarazione e l’altra dell’avvocato, fa “pendant” con con queste ultime e magari sfugge all’occhio del lettore poco attento il senso del discorso, associandosi indebitamente il nome di Usmanov all’intervista dell’avvocato.
Ora, perché si sta tirando in ballo questo primo articolo? Semplice… l’indomani la stessa testata giornalista locale invia una mail all’ufficio stampa di Usmanov chiedendo chiarimenti in merito ad interessamenti del magnate per la società Cosenza Calcio, oltre a tentare, almeno a quanto ci viene riferito, svariati approcci telefonici.
Adesso fate attenzione: i redattori della testata locale dicono di aver ricevuto dall’ufficio stampa di Usmanov una smentita circa l’interessamento per il Cosenza; intanto non viene allegata alcuna prova che la mail sia autentica, ma diciamo pure che lo sia: perché però questi giornalisti dimenticano di riportare che tale smentita è avvenuta DIETRO LORO APPOSITA RICHIESTA? (sappiamo che hanno cercato di contattare la press agency che cura gli affari di Usmanov per buona parte della giornata…). Sarebbe, dunque, il caso che pubblichino integralmente la corrispondenza epistolare, giusto per capire le loro richieste specifiche.
Noi intanto ci chiediamo se questo modo di procedere sia rispettoso delle norme deontologiche che regolano la professione di giornalista.
Allora, dicevamo: si parte dal trafiletto in cui si tira dentro Usmanov per poi uscire con un secondo articolo – immediatamente, il giorno dopo! – in cui si dà notizia della smentita… sicché, sembra proprio che siano andati a caccia di una smentita a quanto loro stessi avevano pubblicato, mentre nessuno, men che meno l’avvocato Marchese, ha mai parlato di Usmanov.
Il povero tifoso, POCO ATTENTO, ricava da questa ricostruzione una visione sconsolante della trattativa, ricondotta a livello di mera boutade, come la proprietà della società Cosenza Calcio vorrebbe farla passare… ecco, Usmanov non c’entra nulla: c’è la smentita. Allora era tutta una bufala, no?
Addirittura procedendo in questo modo poco ortodosso si rischia anche (per carità, involontariamente, no? Altrimenti si incorrerebbe in conseguenze civili e penali) di far credere che la mail l’abbia inviata l’ufficio di Usmanov sua sponte, magari venuto a conoscenza della bagarre in atto in Calabria.
Alla fine il discorso è molto ma molto semplice, lo capirebbe anche un bambino (non lo capiscono alcuni cosentini, forse irrecuperabili): è arrivata una proposta, vuoi accettare l’invito a trattare (senza entrare nel merito dell’esito o di altro), SI o NO?
Basta che il presidente Guarascio risponda a questa semplice domanda, senza andare a scadere in clamorose quanto improvvide dichiarazioni che tacciano di millantato credito chicchessia: se Guarascio ne ha le prove denunci i “truffatori”, altrimenti decida di sedersi o meno al tavolo delle trattative, è libero di fare entrambe le cose ma faccia conoscere le sue intenzioni alla città.
Tanto, se è tutta una boutade come ci si racconta, un promissario acquirente senza le necessarie garanzie patrimoniali sarebbe smascherato dopo 13 secondi dall’inizio della trattativa, e a ciò conseguirebbero ampia visibilità, onori e squilli di trombe per il presidente buono che ha smascherato il russo cattivo: e allora cosa frena il nostro caro presidente dal sedersi ad un tavolo dove, sulla scorta delle sue asserzioni, avrebbe una scala reale servita in mano e solo da arraffare il piatto?
Evidentemente LE COSE NON STANNO AFFATTO COME QUESTA NARRAZIONE CI PROPINA!
Ma davvero credete che una società multinazionale di tale portata, che opera in tutto il mondo e vanta un fondo mobiliare di MILIARDI di dollari, possa impressionarsi davanti ad una richiesta di 12 milioni di euro avanzata da Guarascio? Se fosse così non ci sarebbe stato nemmeno l’incontro di Madrid… però è chiaro che il fondo non può certo fare investimenti azzardati, dovendo dare conto agli investitori, e dunque ha saggiamente richiesto la DUE DILIGENCE, procedura del resto d’uopo in qualsiasi operazione di passaggio societario di una certa consistenza e che possa portare con sé il rischio di “nascondere” debiti non contabilizzati e crediti inesigibili (magari non dimentichiamo la transazione fatta dal Cosenza Calcio, tramite il presidente Guarascio, che ha deciso di non pretendere il pagamento da parte di uno degli sponsor perché in difficoltà economica, rinunciando a un bel po’ di soldi… e sapete CHI era lo sponsor? Ecologia Oggi… in pratica Eugenio Guarascio si è messo d’accordo con Guarascio Eugenio per NON mettere soldi nel Cosenza che erano invece dovuti; chiamasi in gergo “transazione con sé stesso“).
Proprio per questo esiste la due diligence, a tutela sia del promissario acquirente che del promittente venditore, sicché appare assolutamente incomprensibile l’atteggiamento del presidente di chiusura totale, salvo poi dire che il Cosenza lo vorrebbero sempre soggetti poco seri in cerca di pubblicità.
Il Cigno di Utrecht
Chi c’è dentro (o dietro) Devetia LTD?Piccola postilla tecnica.
Quando si parla di un fondo non è importante sapere chi è il/i soci.
È importante piuttosto sapere quanti capitali hanno e ovviamente quanti capitali intendono investire in modo rischioso, come può esserlo investendo nel calcio. L’importante è la dotazione di capitali da mettere a frutto e il management che deve gestirla, poi ci può essere un solo investitore oppure diecimila, non importa: importa conoscere quanto hanno in “pancia”.
Poi soprattutto per le società come la Devetia non è importante conoscere il/i soci, anche perché non si scopriranno mai, dato che in quel tipo di società, LTD, costituite in Inghilterra o nel Delaware o alle Isole Vergini o in Bulgaria, le quote e/o azioni sono al portatore e non nominali come avviene invece in Italia, Germania, Spagna, Francia. I soci sono quelli che posseggono materialmente i titoli.
E non lo si saprà mai chi sono i soci di una LTD, che costituiscono società del genere appositamente per restare dietro le quinte e certo non raccontano i fatti loro ai giornalisti.
Ulteriore argomento che smonta definitivamente certi scoop su “Usmanov che smentisce di essere interessato al Cosenza“.
L’Eternauta RossoBlù
1 – (continua) SECONDA PARTE (https://www.iacchite.blog/cosenza-calcio-dalla-russia-con-amore-il-silenzio-dei-media-di-guarascio-e-la-realta-dei-fatti-la-citta-deve-sapere-tutto/)