Cosenza Calcio. “O te ne vai o ti daspano”: così gli scagnozzi di Guarascio intimidiscono la tifoseria

dalla pagina FB di Sergio Crocco

Caro Franz Caruso, conosco bene i problemi che attanagliano Cosenza. Molti sicuramente più importanti del Cosenza Calcio e del suo presiNiente.
Personalmente non considero un problema drammatico l’ultimo posto in classifica della nostra squadra. Sarà un dramma sportivo ma lo sport, come la vita, è fatto di vittorie e sconfitte, promozioni e retrocessioni. Lascio ai tifosi delle categorie e non del Cosenza il fatto di considerare la serie B in patrimonio e la serie C un inferno.
Il problema, quello si DRAMMATICO è la messa in discussione della libertà di opinione in uno stadio come in una piazza.

Conosco Massimo Mazzotta da oltre 40 anni. È figlio di uno dei più illustri funzionari della Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania della fine del secolo scorso. Una famiglia tra le più nobili d’animo della tua/nostra città.
Sabato scorso durante Cosenza-SudTirol Massimo Mazzotta ha chiesto al presiNiente le dimissioni. Non insultando ne bestemmiando nessuno.
Tra primo e secondo tempo due scagnozzi del PresiNiente lo hanno avvicinato e invitato ad allontanarsi dallo stadio pena il provvedimento di Daspo.

C’è in atto un attacco infame verso la tifoseria cosentina. Anche io sono tornato oggetto di minacce da parte dei soliti scagnozzi al soldo dei potenti. Lo facevano con Pagliuso e continuano ora. Malandrini che non mi toccano perché ho le spalle larghe. Altra gente no e un clima di terrore verso i tifosi del Cosenza che si ribellano ad un regime losco e antipopolare è sintomo di una inciviltà che la nostra Cosenza non può più tollerare. E con essa non può tollerarla un Sindaco che vuole bene al territorio che lo ha eletto primo cittadino.
Cosa intendi fare per cercare di arginare, ma meglio mettere fine fine, a una deriva autoritaria che cozza con la storia civile di Cosenza e i Cosentini?
Grazie per l’attenzione.