Cosenza. Cari giornalisti, qui c’è da fare una sola domanda a Guarascio: perché abbiamo preso 4 punti di penalizzazione? Altro che “arabi”…

A Cosenza l’ambiente che ruota intorno al Vecchio Lupo è sull’orlo di una crisi di nervi per tutta una serie di motivi che spaziano dall’ormai imminente retrocessione fino alla “ricostruzione” per la quale ci sono veramente tanti cani all’osso. Dove per “cani” si intendono ovviamente faccendieri senza scrupoli tipo quelli che si nascondono dietro il sedicente “fondo arabo” e imprenditori massomafiosi che sguazzano nella malasanità. E ognuno manda avanti i suoi scagnozzi perché ormai anche le pietre hanno capito che – se va bene e non è detto che accada – il Cosenza ripartirà dalla Serie C.

Ma in tutto questo c’è ancora una vicenda che merita di essere ricordata perché in questo momento rappresenta veramente il cuore del problema e la sottile linea che separa questo Cosenza dal baratro del fallimento. 

A parte chi vi scrive, la classe giornalistica della città non ha chiesto se non superficialmente chi avanzasse 500 mila euro ed ha pignorato i conti correnti del Cosenza Calcio determinando la penalizzazione. Perché il cuore del problema sta tutto qui e i giornalisti cosentini incredibilmente non ce la fanno proprio a parlare e scrivere di queste faccende. E dunque meriterebbero di sprofondare nei dilettanti prima ancora della squadra.

La prima ed unica domanda da fare in ogni occasione pretendendo risposte e ritornando sulla domanda in maniera reiterata era ed è sapere chi sia il creditore che avanzava 500 mila euro (un debito di 500 mila euro non si accumula facilmente… non sono 5 mila euro). Tale circostanza per i risvolti conseguenti ovvero penalizzazione e retrocessione è di interesse pubblico e la città deve saperlo. E non può certo accontentarsi della spiegazione addotta da Guarascio secondo il quale la colpa è di… Roberta Anania.

Solo a Cosenza la classe giornalistica invece di tornare ossessivamente sull’argomento costringendo la proprietà a comunicare il nominativo del creditore e la causale del debito ha pensato di parlare di cazzate, di Alvini eccetera. In presenza di un fatto di una gravità inaudita che a cascata ha determinato penalizzazione, retrocessione e con molta probabilità il fallimento, bisognava pretendere informazione e chiarezza invece di stupidi inviti all’unità o addirittura nuove aperture di credito nei confronti di Guarascio per il prossimo anno o peggio a smentire il comunicato stampa del Cosenza Calcio che parla di trattative in corso e quindi non di una sola trattativa.

Ci si è spinti addirittura a dire che il comunicato stampa nel quale il Cosenza Calcio parla di trattative in corso per la cessione sia frutto dell’ emotività del momento ma non reale come se possa, se così è, giustificarsi, l’avere comunicato di trattative in corso e non invece rimarcare l’ennesima presa in giro…
La classe giornalistica avrebbe dovuto far pesare il suo ruolo e la sua funzione ma non l’ha fatto. Non si doveva girare dall’altra parte e parlare di calcio con sceneggiate televisive deprimenti e squallide ma pretendere in maniera compatta che una notizia di alto interesse pubblico per le implicazioni conseguenti avesse risposta. Altro che ricompattarsi per… i faccendieri travestiti da arabi, 
Ad oggi continuiamo a parlare di arabi, di Alvini e compagnia cantante senza sapere chi fosse il creditore che avanzava 500 mila euro, o se fosse un debito riferibile al Cosenza Calcio o peggio alle altre società del gruppo Guarascio 4El, con la nefasta conseguenza in tale ipotesi che il Cosenza retroceda e fallisca per un debito non suo… 

IL COSENZA CALCIO E IL SISTEMA GUARASCIO TRA SCATOLE CINESI, IL DEBITO MISTERIOSO E IL SOSPETTO DI AUTORICICLAGGIO (https://www.iacchite.blog/il-cosenza-calcio-e-il-sistema-guarascio-tra-scatole-cinesi-il-debito-misterioso-e-il-sospetto-di-autoriciclaggio/)

Guarascio deve informare la cittadinanza al riguardo ed omettere tale informazione o non richiederla è gravissimo. Ma la parte sana della città conosce già la verità e noi non possiamo rimproverarci nulla perché stiamo facendo questa domanda da mesi e mesi e siamo arrivati all’inevitabile conclusione che siamo davanti ad una vergognosa storia di autoriciclaggio. Che impedisce chiaramente a Guarascio di cedere la società. In altre parole: non è che non vuole vendere ma non può vendere. Ma da questo orecchio i giornalisti cosentini hanno difficoltà a… sentire.