Cosenza-Catanzaro, i derby degli anni ’80: la doppietta di Palanca, il ritorno di Di Marzio e gli scontri con la celere

Con la ricostruzione storica dei derby siamo arrivati al 6 aprile 1985 quando il Cosenza prevalse 1-0 grazie al gol di Aita. A fine partita giocatori e tifosi festeggeranno a lungo il successo. Il Catanzaro riconquisterà la serie B perduta. Il Cosenza si piazzerà sesto.

L’avventura in cadetteria per le aquile dura però solo lo spazio di una stagione.

Nel 1986-87 Cosenza e Catanzaro tornano a incrociare il loro cammino più o meno nella stessa situazione nella quale si erano lasciati. Giallorossi pronti a ritentare la risalita con una squadra bene attrezzata e allenata da mister Tobia, uno con le idee chiare ed estremamente pragmatico.

Rossoblù alla finestra in attesa del momento buono affidati a Franco Liguori, tecnico di grandi capacità ma non bravissimo a tenere in pugno lo spogliatoio. E’ destino che il mese di novembre non porti fortuna ai Lupi.

Almeno quando c’è da giocare il derby… Dopo addirittura cinquant’anni di digiuno la squadra catanzarese riuscirà a trovare il guizzo giusto per espugnare di nuovo Cosenza. Sarà una partita rocambolesca e piena di colpi di scena, giocata davanti a un pubblico strabocchevole ed appassionato.

Il Catanzaro passa in vantaggio dopo 19 minuti con Tavola, bravo a tenere basso un pallone e a beffare il nostro portiere Simoni. Tuttavia la reazione dei Lupi è veemente.

Al 31’ il giovane talento locale Walter Mirabelli sale fino in cielo per incornare il pallone in rete. Ma non basta. Mirabelli è costretto ad uscire per la rottura del setto nasale e la musica cambia.

Il Catanzaro si riorganizza, alleggerisce la pressione rossoblù e si prepara all’affondo. Tobia vuole giocarsi la carta Palanca. Quasi tutti lo considerano finito dopo le fallimentari esperienze in serie A con Napoli e Como. Ma a Catanzaro Palanca è “’o rey” e sembra trovare solo lì le motivazioni per giocare come sa. L’attaccante di Porto Recanati entra in campo al 18’ della ripresa. Nel corso del suo riscaldamento gli addetti ai lavori e i tifosi lo hanno lungamente beccato. Non l’avessero mai fatto…

Palanca, dopo appena 120 secondi dal suo ingresso in campo, realizza il gol del sorpasso. Il San Vito ammutolisce e diventa di ghiaccio quando ancora Palanca segnerà, nel finale, il gol del 3-1. Una disfatta che ha dell’incredibile… Palanca trascinerà il Catanzaro in serie B. E questa volta sarà, finalmente, il Cosenza a seguire l’esempio. Soltanto un anno dopo.

1988 e 1989

Il 13 novembre 1988 Cosenza sportiva si mobilita per un derby che, oltre alla tradizionale rivalità, ha un motivo in più per accendere gli animi. Sulla panchina del Catanzaro c’è Gianni Di Marzio… Incredibile, ma vero. Ad appena quattro mesi di distanza dal trionfo di Monopoli, il vulcanico tecnico napoletano ha deciso di accettare le offerte giallorosse e di sostituire Tarcisio Burgnich. I tifosi cosentini non la prendono molto bene. L’accoglienza al buon Gianni è inevitabilmente ironica. La Curva Sud srotola uno striscione che ancora oggi ha del leggendario: “Di Marzio puttana l’hai fatto per la grana”. Gli ultrà ritengono che sia stata proprio un problema di “grana” a far naufragare il progetto di riconfermarlo alla guida del Cosenza in B. Di Marzio, anche a distanza di anni, negherà tutto sdegnosamente.

Il San Vito fatica a contenere l’entusiasmo della tifoseria. I Lupi di Bruno Giorgi, l’allenatore gentiluomo, dopo un inizio difficile, hanno ingranato la quarta e, dopo aver battuto la Reggina in casa, hanno trionfato a Monza e pareggiato a Messina. La partita la fa il Cosenza, che domina in lungo e in largo ma non riesce a segnare. Lucchetti, Urban e Padovano fanno ballare la samba ai giallorossi ma il pallone non ne vuol proprio sapere di entrare. Di Marzio prova a rievocare il fantasma di Palanca e lo manda in campo al 68’. Il terribile mancino trova il tempo di cogliere un palo ma il Cosenza è sempre padrone del campo.

Al 90’ Cozzella, appena arrivato dalla Salernitana ed entrato in campo da meno di un quarto d’ora, segna il gol della vittoria sotto la Sud. Pairetto convalida ma poi annulla su segnalazione del guardalinee e fischia la fine scatenando il finimondo. Davanti al San Vito si accende una sorta di guerriglia urbana. Sono in molti ad affermare che la scintilla è scattata a causa dell’atteggiamento violento dei celerini. Centinaia di tifosi denunciano di aver subito aggressioni senza motivazione. Rete Alfa raccoglie interviste in diretta che sono testimonianze drammatiche di violenza. Un ragazzo di 18 anni è ricoverato perchè è stato colpito da un lacrimogeno lanciatogli all’altezza del viso. Una brutta pagina di cronaca nera.

Nessuno poteva immaginare che il derby del 22 ottobre 1989 al San Vito sarebbe stato l’ultimo “ufficiale” fino al 2008. Le vicissitudini delle due società sono state infinite. Il Catanzaro, retrocesso alla fine di quel torneo, ha navigato per un decennio in C2.

Il Cosenza ha mantenuto il patrimonio della serie B fino al 2003, poi sapete tutti quello che è accaduto. Ma torniamo a quel giorno.

Si giocava la nona giornata. Il Cosenza di Gigi Simoni aveva iniziato il campionato col piede sbagliato e non riusciva proprio a decollare. Il Catanzaro di Fausto Silipo aveva fatto anche peggio e occupava addirittura la posizione di fanalino di coda.

I Lupi giocavano con: Di Leo, Marino, Lombardo, Storgato, Napolitano, Galeazzi, Celano, Bergamini, Marulla, Muro e De Rosa.

I giallorossi rispondevano con: De Toffol, Corino, Martini, Elli, Sarracino, Miceli, Ortolini, Rispoli, Lorenzo, Loseto e Mauro.

Simoni è costretto a due cambi forzati dopo appena 25’ per sostituire gli infortunati De Rosa (con Padovano) e Napolitano (con Nocera). La gara è noiosa fin quasi alla fine del primo tempo. Poi è Ciccio Marino che ha sul destro una bella palla gol ma calcia sporco e la palla finisce fuori di un metro.

Nella ripresa la musica non cambia. Emozioni zero, soltanto gioco frammentario. Al 71’, sputa che ci indovini, Silipo manda in campo il fantasma di Palanca, ormai 37enne… Questa volta il suo ingresso in campo sarà impalpabile. Un quarto d’ora dopo Massimo Storgato, libero ex juventino, acquistato da pochi giorni dalla società rossoblù, salta bene di testa in area di rigore e coglie in pieno l’incrocio dei pali. E’ l’ennesimo segnale della “maledizione” nei derby che attanaglia ormai da anni il Cosenza. Il risultato non si schioderà dallo 0-0. E meno male che non c’è la celere…