C’ERA UNA VOLTA IL TELESIO
ovvero Risposta all’ex alunno del fu Liceo-Ginnasio “ B. Telesio” (https://www.iacchite.blog/lettere-a-iacchite-cosenza-cera-una-volta-il-liceo-classico-telesio/)
Sono anch’io un’ex alunna del relitto Telesio, sì un relitto, abbandonato come “nave senza nocchiere …”, per usare un’espressione dantesca cara al colto e simpatico prof. Malizia.
Secondo lei la nave non è stata abbandonata, poiché il timoniere c’è ed è il preside Iaconianni, in arte Catilina, paragone veramente azzeccato se si pensa a Cicerone e alle sue “Catilinarie”.
Lei, caro e acuto signore, non ha figli al Telesio, io sì, uno: è in dirittura d’arrivo e non so che fine farà l’anno prossimo, logisticamente parlando.
Lei giustamente si chiede perché gli alunni naturali devono lasciare la loro bella scuola: qualche amico le dice del Convitto. Io le aggiungo, tanto non apporrò mai la firma su questo scritto, in dittatura è meglio evitare, che a luglio scorso il Catilina aveva scritto sul sito che parte degli alunni del Liceo si sarebbero spostati alle “Canossiane” (oggi con grandi paroloni rinominate EDIFICIO MONUMENTALE), per i lavori di adeguamento antisismico, lavori di cui non c’è traccia. D’altronde, se si stanno facendo i doppi turni è per la mancanza delle aule, aule costruite anche in più, per i tantissimi alunni del Convitto-parcheggio, ospiti ormai padroni del fu Liceo Classico Telesio. D’altra parte il dott. Assalone ha scritto giustamente che “si tratta di due istituzioni scolastiche con percorsi differenti e vite separate, personale differente e fondi separati. Non è corretto veicolare una inesistente unione delle scuole”.
A proposito di parcheggio, non sa che confusione lì la mattina, spesso gli alunni del liceo rimangono imbottigliati nel traffico creato dalla presenza di pullman Granturismo che portano i giovani convittori nel loro parcheggio, ed entrano in ritardo alle lezioni, ritardi che saranno note di demerito per il voto di condotta ma non voglio tediarla con l’aspetto meno inquietante. L’aspetto per me davvero inquietante è che gli insegnanti stiano tranquilli, sembrerebbe, come lei dice; diversi studenti hanno, però, la sua stessa impressione ed io la medesima, attraverso ciò che riportano i rappresentanti d’Istituto, piuttosto imbelli e servili: tutto scorre come se niente fosse. Ma ci pensiamo all’anno prossimo, quando altre classi del Convitto entreranno? E se dovessero VERAMENTE partire i lavori di adeguamento antisismico? Ciò vorrà dire che altri e molti Telesiani se ne dovranno andare chissà dove. Io consiglierei il Castello Normanno-Svevo, monumento storico importante.
Ecco che l’astuto (si fa per dire) Iaconianni, insieme alla sua vicepreside (altrettanto astuta), parla di Cittadella Telesiana sul colle Pancrazio, perché il piano diabolico è quello di dislocare quasi tutto il Liceo per far rimanere il Convitto nazionale e, probabilmente, per logica, il Cambridge.
Ma perché i professori stanno zitti? Semplice: si spaventano delle ritorsioni tipiche delle più becere dittature. Idem per quel che riguarda i genitori, tutti zitti, o quasi, perché ci sono state sempre ritorsioni sugli alunni, di cui tutti parlano nei salotti o per strada.
La scuola più antica della città, nonché una delle più prestigiose d’Italia, sta morendo morta ammazzata: e noi genitori (i nostri figli sono una generazione particolare, in altri tempi come minimo si sarebbero occupata la scuola) guardiamo, io per prima, questa nefandezza, senza muovere un dito.
I professori, fra cui, per carità, alcuni seri, sono dei poveri diavoli, storditi dalle gridate che tutti i nostri figli hanno sentito (pare che ultimamente la fiera sia un po’ stanca), ma i Dirigenti degli Uffici preposti cosa pensano? Non sanno che qui, altro che Catilina, c’è un dittatore vero e proprio, un mistificatore supportato da altra gente come lui, se non peggiore?
Io, caro signore, non sono all’altezza della sua cultura e della sua classe. Altro che pugnalata al cuore, ciò che vedo mi dà la nausea e provo vergogna per tutti quanti, me compresa.
Una mamma nonché ex alunna del relitto B. Telesio