Cosenza, clinica Madonna della Catena. I lavoratori: “Il regime iGreco sempre più insopportabile”

La clinica Madonna della Catena

Buongiorno,

siamo un gruppo di dipendenti della clinica Madonna della Catena di Cosenza, che per ovvie ragioni di ritorsione preferiamo rimanere in anonimo in quanto con la presente vogliamo far emergere la grave situazione lavorativa nella quale versiamo.

Negli ultimi tempi, con la società che ci gestisce “iGreco Ospedali Riuniti”, nella persona dell’avvocato Giancarlo Greco, con la direzione sanitaria nella persona di Claudio Trombetti, con il responsabile del personale Lucio Grandinetti e con altri personaggi non meglio qualificati quali i signori Alfonso Leo, Saverio Leo e Cristian Astorino, si sono verificate incresciose circostanze tali da ledere fortemente la dignità fisica ed emotiva di tutti i dipendenti della clinica.

Ci teniamo a precisare che questa struttura fortemente sindacalizzata per anni, dopo un travagliato e risaputo tracollo finanziario, è stata scorretta e si è mantenuta in essere solo grazie a noi dipendenti. Questo solo per significarvi quanto rispetto e coraggio abbiamo dimostrato nei confronti del nostro lavoro.

Ma oggi non si può più sottacere alle gravi ingiustizie e ai gravi comportamenti illeciti che questa amministrazione sta perpetrando contro tutti i lavoratori e per riflesso anche contro i degenti della struttura, tant’è vero che d’ora in avanti racconteremo punto per punto tutto ciò che stiamo subendo.

Il tutto nasce dopo il licenziamento della Rsa Cgil (fatta fuori per ovvie ragioni di ritorsione sindacale), che era l’unico sindacato che faceva rispettare le leggi che tutelano i diritti dei lavoratori e dei degenti. Infatti, a distanza di pochi giorni da questi evento tutti i signori succitati si sono presentati con modi e maniere “naziste” obbligando tutti i lavoratori, a volte con toni minacciosi, a firmare un documento del quale disconosciamo il contenuto in quanto letto solo dal signor Cristian Astorino e poi fatto passare subito alla firma. E se qualcuno obiettava, veniva subito redarguito e sottomesso con citazioni del tipo “… firmate perché noi vi paghiamo…”.

Da quel giorno, dopo aver instaurato un regime di terrore basato sulla minaccia della perdita del posto di lavoro, tutti questi “scagnozzi” hanno iniziato a fare “raid” continui, giorno e notte, con l’intenzione di esasperare il personale tutto. Nello specifico hanno messo in atto comportamenti, azioni e minacce verbali, tutte protese a denigrare e ledere il nostro operato. Più esplicitamente: cronometrano i tempi di lavoro di ogni singola figura professionale imponendo dei “range” tempistici non adeguati al tipo di prestazione svolta tipo somministrare la terapia farmacologica in tempi record, cosa impossibile in sanità; costringono gli OSS durante il turno nei reparti ad andare a lavare le stoviglie in cucina, mancando così come unità operativa negli stessi reparti; costringono con contestazioni ritorsive a far partire un solo operatore (OSS o infermiere) per eseguire l’igiene personale, eventuali medicazioni, eventuali cambi cateteri, eventuali mobilizzazioni di pazienti non autosufficienti e tutti da solo; la struttura si divide in quattro reparti autonomi e in nessuno di questi è rispettato attualmente il numero di personale minimo per le attività ospedaliere e le case di cura come prevede il Servizio Sanitario Regionale, tant’è vero che durante il turno di notte gli infermieri sono presenti solo su due di questi reparti nonostante le patologie che trattano (riabilitazione estensiva, riabilitazione intensiva neurologica, riabilitazione motoria e riabilitazione cerebrale) attengano a numeri proporzionalmente maggiori e addirittura il tutto riguarda anche la figura degli OSS, che per supplire a tali mancanze spesso devono superare il limite delle proprie mansioni accollandosi responsabilità che non competono loro. Ancor peggio, precisiamo che in uno dei reparti di riabilitazione neurologica intensiva, la notte non c’è alcun operatore o infermiere gravando sul già scarso personale degli altri reparti.

Denunciamo anche una considerevole mancanza di medici e soprattutto di specialisti come richiederebbero i degenti con le patologie succitate (rianimatore, anestesista, neurologo…).

Di notte è presente solo un medico e per di più non strutturato e che quindi non conosce i pazienti e le loro patologie, per circa 120 pazienti!!!

A tutto questo si aggiungono atteggiamenti “mafiosi” per abbattere la nostra autostima ed etica professionale, tant’è vero che il solo fermarsi a bere un bicchiere d’acqua è diventato per noi motivo di ansia e di terrore.

Ogni giorno si assiste a richiami verbali nei corridoi o nel peggiore dei casi alla chiamata in direzione sanitaria, dove questo gruppetto di individui alle dipendenze del gruppo iGreco fa discorsi minacciosi e di plagio solo perché magari hai lamentato disagio fisico e psichico dovuto ai troppi carichi assistenziali o peggio all’eccessiva responsabilità nell’essere soli durante emergenze sui pazienti gravissimi.

Alla luce di tutto ciò, chiediamo che qualcuno di voi o meglio tutti, ristabiliate un ordine più consono al tipo di lavoro che svolgiamo, perché non solo per i lavoratori ma soprattutto per i pazienti vi sia un clima sereno e non da lager.

I lavoratori della clinica Madonna della Catena

1 – (continua)