Cosenza, congresso Pd: ecco il partito “trasversale” che vuole Pecoraro bell’i papà segretario a tutti i costi

Oggi torniamo doverosamente ad occuparci dei casini del Pd cosentino. I nostri informatori ci fanno sapere che siamo in uno scenario che va ben oltre quello già segnalato e avvicinato a quello dei “nuovi mostri” modello Striscia la notizia.

Nella tragicomica settimana della rielezione di Mattarella, ci dicono che molti elementi di punta del Pd, invece di avere la testa al Quirinale pensavano al… congresso di Cosenza. Incredibile ma purtroppo vero. Boccia ha compreso che la sua candidatura, quella di Maria Locanto, è in questo momento stimata intorno al 10% (vincente solo nel Comune di Dipignano e San Lorenzo Bellizzi, con tutto il rispetto per i due centri). Tutto ciò, mentre a Roma molti soggetti della Segreteria nazionale guarderebbero di buon occhio alla candidatura unitaria del noto Vittorio Pecoraro, figlio di Carlo, tramite i buoni uffici del vice-segretario nazionale Giuseppe Provenzano. Aiuterebbe lo stesso Pecoraro la illustre parentela con Jole Fantozzi, da qualche tempo capo del Dipartimento Sanità in Regione (peraltro in quota Forza Italia ma si sa che Forza Italia e Pd, specie da quando Letta è segretario è praticamente la stessa cosa…), che avrebbe mosso alcuni canali romani che vanno ad aggiungersi ovviamente alla vergognosa assoluzione del corrottissimo e impresentabile genitore da parte del porto delle nebbie per gli appalti alle ditte mafiose al Comune di Cosenza del quale è stato ingegnere capo per 30 anni. 

Al momento Boccia però non vuole cedere e resiste alla proposta unitaria di Pecoraro segretario e Locanto presidente dell’assemblea provinciale (proposta di mediazione fatta da Franz Caruso e dalla vicesindaca Funaro, sostenitrice della Locanto sulla carta ma anche lei parente di Pecoraro tramite il marito). Boccia così promette che se Pecoraro rimane candidato in campo lui rinvierà il Congresso provinciale. Del resto, il Commissario uscente del Pd non può perdere il congresso accettando l’unitarietà sul rampollo di Pecoraro contro la sua proposta iniziale che era e a quanto pare rimane Locanto.

L’ipotesi di rinvio dunque è molto molto forte e in questo momento si stanno cercando delle motivazioni da proporre a giustificazione di questo rinvio atipico solo per la provincia di Cosenza.

L’ipotesi di rinvio del Congresso provinciale ha però fatto scattare il nervosismo del segretario regionale Nicola Irto. La leadership di Irto è ancora fragile. Non ha organismi regionali a pieno regime (ad esempio non c’è la segreteria regionale), non si è sciolto il nodo del capogruppo in Regione con lo scontro tra Mammoliti (Area Orlando) e Bevacqua (Franceschini), non ha grandi amici su Roma, visto l’ancora recente obbligo di ritiro della sua candidatura a presidente della Regione e in più la sua collocazione in base riformista vicina a Lotti e Guerini è spesso considerata ostile alle posizioni del Gruppo di Letta. Per tale motivo il cerchio magico di Irto pensa che un rinvio di Cosenza significhi una Calabria ancora nelle mani di Boccia e Graziano, con la loro facoltà di decidere non solo il capogruppo in consiglio regionale (che sarebbe il corrottissimo Alecci, ras di Soverato), ma anche il sindaco di Catanzaro e il presidente della Provincia di Cosenza oltre ad influenzare gli altri congressi provinciali del Pd.

Da qui la proposta di Nicola Irto di una soluzione unitaria per la federazione di Cosenza che scongiuri il rinvio minacciato da Boccia. Già bocciata l’ipotesi Dorato, vicinissima a Bevacqua, il nome di superamento sarebbe stato quello dell’avvocato “sammarchiano” Sergio Campanella, considerato vicinissimo ad Irto e a Mario Maiolo e sponsorizzato anche dalla potente e infliuente Fondazione Giuliani.

Il nome di Campanella, poi, sarebbe stato proposto in una sfarzosa festa a Roma proprio da Irto a Carlo Guccione e poi a Franco Iacucci ed Enza Bruno Bossio. Nonostante il legame stretto Bruno Bossio-Campanella, il trio ha però poi rifiutato la mediazione rimanendo fermo sulla candidatura del “pezzotto” Pecoraro.

E non è ancora finita. C’è chi lancia, come Bevacqua, l’ipotesi di Stefania Covello come nome di superamento o addirittura il ritorno di Guglielmelli o di qualche altro presilano. Ma a pochi giorni ormai dalla scadenza dei termini per presentare candidatura, l’unica strada concreta sembra rimanere quella di Pecoraro unico nome oppure il rinvio del congresso, che sulla presidenza della Provincia significherebbe ratificare la candidatura del sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi da parte di Boccia mentre per la cricca che propone Pecoraro il nome sarebbe quello di Ermanno Cennamo, o in alternativa Franz Caruso o come opzione d’emergenza il sindaco di Spezzano Albanese, Nociti.

Se per Pecoraro la strada è ancora in salita, il grande giallo dunque ora è capire cosa farà Irto. Se accetterà il rinvio del congresso provinciale Cosenza oppure proverà a convincere Boccia sull’unitarietà su Pecoraro per evitare di avere commissari in Calabria ed uscirne indebolito… I giochi sono aperti e i “nuovi mostri” sono al lavoro per tessere le loro trame ma il tempo ormai non è più dalla loro parte perché il termine per la presentazione delle candidature scade stanotte a mezzanotte come nella favola di… Cenerentola (speriamo senza le “complicazioni” che spiegava Checco Zalone a Sanremo).

La domanda che circola a Cosenza in queste ultime ore è: ma perché tutta questa insistenza su Pecoraro junior, che non è certo uno statista, non è manco bello e non sa spiccicare una parola?

E’ chiaro come il sole che ci sono delle anomalie esterne nel sostegno della mozione di Pecoraro: come mai il figlio piccolo di Nicola Morra si spende a spada tratta per un candidato alla Segreteria del Pd? Non era Morra quello della critica al Pd e delle denunce alla Manzini? Come mai lo stesso fanno fortemente i figli del sindaco Caruso (in contrasto con Incarnato, loro fratello di loggia e di cappuccio, che sta invece con la Locanto) che ci risulta in un altro partito? Come mai lo stesso fa il figlio di Enzo Paolini, che era stato bandiera antiOcchiuto? La risposta è che c’è un segmento sociale trasversale di Cosenza  che ha scelto con chi stare… esattamente com’è accaduto per la “vittoria” (ché tutto è tranne che una vittoria, diciamocelo chiaramamente) di Franz l’incappucciato… forse Boccia aveva sottovalutato la palude gattopardiana cosentina  e pensava di uscirsene con qualche amica a caso per  candidarsi alla Camera a Cosenza fra un anno senza problemi. Ma deve aver capito che non c’è trippa per gatti. Anzi, per… gattopardi.