Cosenza, omicidio Marincolo: il pg chiede la conferma di 4 ergastoli

FOTO GAZZETTA DEL SUD

Carcere a vita. Il sostituto procuratore generale di Catanzaro, Luigi Maffia, ha chiesto la conferma della condanna all’ergastolo decisa dalla Corte di assise cittadina, nei confronti di Carlo Lamanna, Umile Miceli, Giovanni Abbruzzese e Mario Attanasio.
I quattro imputati sono accusati di aver concorso nella uccisione di Francesco Marincolo, detto “u biondo”, avvenuta nel luglio del 2004 nel centro del capoluogo bruzio. Per il fatto di sangue sono stati condannati a dieci anni di reclusione pure i collaboratori di giustizia Adolfo Foggetti e Daniele Lamanna. Edyta Kopaczinska, moglie del defunto boss Michele Bruni, è stata tra i principali testi di accusa nel dibattimento di primo grado.
Secondo la ricostruzione fatta dalla Dda di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, Marincolo venne ucciso per vendetta da Michele Bruni che giunse nel luogo dell’agguato a bordo di una moto condotta da Carlo Lamanna. Il padrino, poi morto in carcere, volle così vendicare la morte del padre, Francesco, inteso come “bella bella”, avvenuta davanti al carcere di via Popilia, nel luglio del 1999.

“Tu hai avuto il tempo di prenderti il caffè, a mio padre non glielo hai dato!”. Michele Bruni vomitò tutto il suo odio prima di finire con la calibro 9 Marincolo che già rantolava accasciato sul sedile della Cinquecento guidata da Adriano Moretti. Quest’ultimo, cognato di Gianfranco Ruà, venne ferito alle gambe ma risparmiato. 

Il pentito Daniele Lamanna, mafioso in cerca di gloria poi passato tra le braccia dello Stato, non ha esitato a puntare il dito contro il fratello Carlo, indicandolo come il conducente della Enduro su cui quella mattina d’estate aveva preso posto il “vendicatore” Bruni. Pure Adolfo Foggetti, uomo della cosca e poi corresponsabile della scomparsa per lupara bianca di Luca Bruni, fratello di Michele; Franco Bruzzese, capo degli “zingari”; Celestino Abbruzzese, ultimo pentito uscito dalle file della malavita nomade; e Carmine Cristini, ex rapinatore e omicida poi pentito d’essersi pentito, hanno svelato circostanze e retroscena della feroce esecuzione.