Cosenza corrotta: il comandante Provenzano e l’operazione Pinocchio

Il “sistema Polizia Stradale”, che noi, poliziotti onesti, abbiamo deciso di raccontare su Iacchite’ può contare sui servi sciocchi del monarca Provenzano (il comandante, ndr), che, per non perdere i numerosi privilegi, sono capaci di “firmare carte false” come in seguito si dirà meglio nel dettaglio.

Si va dallo straordinario effettuato mensilmente (totalizzando scientificamente le 55 ore) al calduccio dei termosifoni, all’orario di servizio e allo straordinario estremamente “flessibile”, all’indennità di servizio esterno garantita pur senza averla effettivamente maturata, buoni pasto calcolati al massimo numero possibile (oltre i 35 nell’arco del bimestre per gli uffici di Cosenza nord, mentre il massimo raggiungibile per gli stessi pattuglianti è pari a 18) utilizzando stratagemmi scientemente affinati nel corso degli anni, indennità autostradale non dovuta per i turni non continuativi e così via.  Per poi aggiungere i periodi di ferie da nababbi, per tutto il mese di agosto, natalizio (tutto, sino all’Epifania, senza mai lavorare da oltre quindici anni a questa parte) del tutto garantito…

Insomma, tra una truffa e l’altra, come si direbbe a Cosenza … “a matina si azanu nù spìartu e nù fissa” (il secondo fa pure il lavoro del primo), contemplando nei primi (i lecchini) quelli appartenenti al cerchio immediatamente vicino alla dirigenza che si permette di tutto e nei secondi quelli che stanno in mezzo alla strada, notte e giorno, con gli stivaletti attaccati alle gambe sia sotto il sole cocente di agosto che sotto la pioggia in inverno per rilevare i numerosi incidenti stradali.

Si passa, poi, per gli operatori più “puntati”, al costringimento a turni di lavoro che, guarda caso, capitano ricadere, puntualmente, sullo stesso operatore sia nella fascia oraria più sfavorevole del giorno di Natale che in quello di Capodanno!

Questi approfittano persino, nel corso delle eccellenti operazioni portate a termine dai pattuglianti (quelli che espletano effettivamente funzioni di polizia, per intenderci, quelli in strada..), quelle operazioni che ottengono una certa risonanza mediatica, per aggiungere nei prestigiosi verbali di arresto anche i loro nominativi (cioè risultano anche i nominativi di quegli operatori che stavano comodamente seduti sulla poltrona di casa al calduccio durante l’operazione e che sono stati chiamati successivamente dai loro padroni in supporto ai protagonisti principali).

E da lì s’intrufolano illegittimamente nei risultati conseguiti, cercando, in primis Antonio PROVENZANO, di racimolare qualche riconoscimento premiale piuttosto che, forzando, come spesso accade, la realtà dei fatti, ottenere qualche promozione per meriti straordinari (come già accadde per l’ex Commissario Capo PROVENZANO che divenne, mediante tale strumento, come d’incanto, vicequestore aggiunto, attuale sua qualifica).

L’OPERAZIONE PINOCCHIO

PROVENZANO tentò nuovamente di ripetere il colpaccio, il 12 ottobre 2014, in occasione dell’operazione denominata dai media “Pesca miracolosa” ma per l’ambiente interno “Operazione Pinocchio”. Una vicenda che vede due poliziotti, Sov. COLLOCA e Isp. GOFFREDO, liberi dal servizio, a pesca, a largo di Amendolara, ritrovare galleggiante in acqua un grosso quantitativo di marijuana, a 6 miglia dalla costa.

Su tale ritrovamento casuale fu montata una “grossa operazione di polizia”.

In tale asserita operazione, al secolo gigantesca operazione di polizia, si disse che furono di fatto impiegati solo 10 uomini e qualche auto – a posteriori ovviamente perché ovviamente non c’erano neanche quelli -, per bloccare, testualmente, “30 chilometri di costa”, quando da un approssimato calcolo, eccedente per difetto, per coprire detto tratto di costa sarebbero serviti invece circa 2.000 uomini e 1.000 auto !!!

Ciò ha fatto sì che si prendessero in giro i cittadini. Tra l’altro, nello stesso periodo, altri grossi quantitativi furono rinvenuti, nelle medesime circostanze di luogo e di tempo da altre forze dell’ordine, che invece rappresentarono in maniera realistica quanto accaduto.

Se ci fosse stata effettivamente tutta questa “eccellenza investigativa e operativa” perché gli altri quantitativi furono invece rinvenuti (sempre casualmente) da altre forze dell’ordine dopo pochi giorni ?

(3 – continua)