Se penso alla scrivania della povera Marisa, specie in questi giorni, mi viene il panico allo stesso modo di quando entro in redazione e vedo la mia: un casino assoluto. Solo che sulla mia – come sanno tutti i carabinieri e i poliziotti di Cosenza che giornalmente frequentano la nostra redazione per ragioni di servizio, notifiche e perquisizioni (precisiamo) – il casino è dato da posacenere colmi di cicche e resti di spinelli ovunque, mentre su quella di Marisa abbondano pile disordinate di esposti contro Occhiuto.
Una marea di carte che ricopre, oramai, tutta la superficie della sua scrivania. Non c’è posto più per niente, neanche per uno spillo. Solo nella giornata di ieri sono giunti sulla scrivania di Marisa altri due esposti contro Occhiuto: uno a firma del senatore Morra sull’ appalto spezzatino dell’affaire Dinosauri, e l’altro dal Movimento Noi, sull’Hotel Jolly. Si dice che la povera Marisa è stata costretta a spostare anche le foto “personali” che teneva sulla scrivania, lei insieme alla sua famiglia, per far posto agli “ultimi arrivi”.
Capisco l’angoscia che prova Marisa tutte le mattine quando entra nel suo ufficio, perché è quello che succede anche a me. A vedere tutto quel disordine, e tutto quel lavoro arretrato, ti passa la voglia anche di starci in ufficio. Non sai dove mettere mano… da dove cominciare, e ogni tentativo di mettere un minimo di ordine è sistematicamente vanificato dal continuo arrivo di nuove carte su Occhiuto, per Marisa, e di nuove cicche e spinelli per me. Non fai in tempo a spostare due cose che te ne arrivano 100. Una lotta impari che ci ha costretti a sottostare al disordine al punto che in tanti pensano che il casino è il nostro stile di vita. Ma non è così, tant’è che questa situazione ci ha fatto cadere in un profondo stato di prostrazione.
Povera Marisa, costretta a spostare anche lo specchio, un tempo poggiato sulla sua scrivania, dove ogni mattina amava specchiarsi lisciandosi i capelli, per far spazio alle ultime informative su Occhiuto.
Solo io e Marisa possiamo capire cosa si prova a vivere in mezzo al bordello, e vi assicuro che non è facile dover fare tutti i giorni i conti con fascicoli che raccontano i reati commessi da Occhiuto, due palle che non ti dico, sempre le stese cose: ruberie di qua, intrallazzi di là, ‘mmualici di sopra, traffici di sotto… insomma il solito campionario delinquenziale uso al sindaco. In poche parole la nostra vita professionale, la mia e quella di Marisa, negli ultimi anni si è trasformata in un inferno.
Ed è per questo che abbiamo deciso di ribellarci: io e Marisa, di tutta questa confusione, non ne possiamo più. E così abbiamo iniziato a fare un po’ di pulizia. Per quel che mi riguarda ho svuotato tutti i posacenere e ripulito la superficie della scrivania da filtri, cartine e resti, e Marisa ha iniziato ad inscatolare molti esposti, ma entrambi non abbiamo fatto in tempo a fare un po’ di ordine che subito riecco il casino: un gruppo di finanzieri appena si è aperto uno spazio sulle nostre scrivanie non ha perso tempo a depositare su quella di Marisa un metro cubo di carte su Occhiuto e su tutti i sequestri operati a palazzo dei Bruzi, e, sulla mia, una valanga di notifiche e citazioni in tribunale.
Per me e Marisa, diciamolo, non c’è nessuna speranza. Non sarà facile per noi sbarazzarci di tutto questo disordine.
GdD