Cosenza corrotta: Morra, Gratteri e Bonafede si incontrano a Genova

Quello che i cosentini continuano a chiedersi è questo: riuscirà questo governo a ripristinare quel minimo di legalità, anche nella nostra città, necessaria per il vivere civile? Il livello di corruzione raggiunto negli uffici pubblici cittadini da tempo segna “allarme rosso”. A Cosenza l’economia, pubblica e privata, è totalmente controllata da un gruppo di potere, composto da quasi tutte le personalità istituzionali e imprenditoriali presenti in città, e non solo, che condiziona, e non poco, la vita sociale dei cosentini. Da almeno 30 anni il più becero dei magna magna, a danno dei cittadini, continua indisturbato nell’impunità assoluta, garantita da alcuni appartenenti alla procura che siedono, insieme a massoni deviati, prenditori senza scrupoli, politici collusi e pezzotti della ‘ndrangheta, al tavolo del comando.

La domanda posta dai cosentini è più che lecita, visto che all’oggi nessuno si è minimamente preoccupato, non dico di porre rimedio a questa disastrosa situazione, ma quantomeno di aprire una pubblica discussione per capire da che parte sta la verità. Tutto continua a filare liscio, per corrotti e masso/mafiosi, e senza intoppi per i loro loschi affari, così come è avvenuto per anni sia con i governi del Pd che con quelli di Forza Italia. Il famoso, o famigerato, cambiamento, tanto annunciato dalla politica e dalla magistratura, ancora non c’è stato. Anzi, la turpe pratica di insabbiare inchieste, aggiustare processi, spostare i pm onesti che indagano sulla masso/mafia, continua e alla grande direi.

Politici e magistrati continuano tranquillamente, e senza impedimento alcuno, ad andare in giro a braccetto e a cena per le vie e i ristoranti della città, per aggiustare inchieste e processi, come se niente fosse, come se tutto fosse normale. Infatti non si nascondono neanche, come il pm Cozzolino fotografato a cena con l’ex capogabinetto del sindaco Occhiuto, Carmine Potestio, e il presidente del consiglio comunale Caputo, sei giorni prima del blitz della Manzini a Palazzo dei Bruzi, nonostante Potestio risulti indagato dallo stesso pm. Nessuno in città si scandalizza per questo, tant’è che Cozzolino presta ancora servizio nella procura cittadina. Neanche un richiamo, una nota, una tirata d’orecchie. Niente di niente. A Cosenza è del tutto normale per pm, politici, imprenditori frequentarsi.

Eppure la “congiuntura magistratura/politica” dovrebbe essere favorevole per i cittadini: l’arrivo di Gratteri alla Dda, la nomina di Morra all’Antimafia, il governo giallo/verde, il ministro Bonafede interrogato sul “Sistema Cosenza” dai deputati 5Stelle. Tutto lascia pensare a qualcosa che piano piano, seppur tra boicottaggi, intralci, e ostruzionismi, inizia a muoversi. Anche se fino ad oggi il passo è stato quello della lumaca, e così procedendo ci vorranno altri 30 anni prima di vedere qualche minimo risultato.

Ma va anche detto che qualche piccola ma significativa novità c’è, anche se va letta tra le righe, e gli eventi di questi ultimi giorni lasciano sperare bene, come la richiesta del senatore Morra di avvalersi a tempio pieno della collaborazione del sostituto aggiunto Manzini presso l’Antimafia. Ma non solo lei, Morra ha chiesto anche l’apporto, non a tempo pieno, del pm antimafia Camillo Falvo, che è colui il quale detiene, presso il suo ufficio che ha sede nella Dda di Catanzaro, tutte le “carte del Sistema Cosenza”.  Un segnale che va nella giusta direzione, ovvero costruire un primo nucleo di investigatori che ben conoscono come funziona il “Sistema Cosenza”.

Ma la novità sta nel fatto che oggi pomeriggio a Genova a piazza Matteotti, in occasione dell’iniziativa City lab, per parlare di giustizia e innovazione al servizio della trasparenza e della lotta alla corruzione si incontreranno il ministro Bonafede, Gratteri e Morra. All’evento di oggi ci saranno anche: Davide Casaleggio, Enrica Sabatini, Federico Anghelè e Marco Travaglio.

I rumors raccontano di un capannello molto fitto fra i tre che evidentemente continuerà anche dopo la pubblica manifestazione. C’è da scommetterci che una parte del loro incontro “privato” sarà dedicata anche al caso Cosenza. Non c’è dubbio. Bonafede deve ancora rispondere all’interrogazione parlamentare, depositata circa un anno fa da tutta la deputazione cosentina dei 5 Stelle, sulla richiesta di ispezione al Tribunale di Cosenza. E non solo. Ma l’argomento principale tra i tre sarà la grave situazione in cui versa la Giustizia in Calabria, specie dopo la pubblicazione della notizia che vuole ben 15 magistrati calabresi indagati, a vario titolo, dalla procura di Salerno, tra i quali Mario Spagnuolo procuratore capo di Cosenza, Vincenzo Luberto, pm della Dda Di Catanzaro, ed Eugenio Facciola procuratore capo di Castrovillari.

Una situazione che – forse i tre hanno capito – non può più essere rimandata. Come non sono più accettabili le ingerenze di certi politici sull’operato dei pm che indagano sui masso/mafiosi e sulle coperture giudiziarie offerte da certi magistrati a sindaci e politici corrotti, e Cosenza è l’esempio perfetto, come ben sa Morra che di esposti contro i masso/mafiosi ne ha presentati tanti in procura a Cosenza, e tutti sistematicamente insabbiati. Ed oggi, dopo tanto “girare”, finalmente i tre si incontrano. Non ci resta che attendere per capire se, da oggi in poi, alle parole seguiranno i fatti.