Cosenza corrotta: Occhiuto pensa all’immunità parlamentare

Dopo Manna anche Occhiuto sogna il Parlamento. E questo non è un caso. Occhiuto, come Manna, più che fare il deputato, ha bisogno dell’immunità che da questa carica ne deriva. Infatti i due sono da tempo all’interno di una inchiesta sul voto di scambio politico/mafioso a Cosenza e Rende. Il loro nome, come abbiamo più volte pubblicato, ricorre spesso nei verbali di diversi pentiti di ‘ndrangheta di Cosenza: Adolfo Foggetti, Daniele Lamanna, Franco Bruzzese ed altri che li chiamano direttamente in causa su molti intrallazzi. A questo va aggiunto, nel caso di Occhiuto, l’inchiesta della Guardia di Finanza sulle somme urgenze e gli appalti spezzatino.

Fino ad oggi Occhiuto, scaricando sugli altri, e con la copertura della procura di Cosenza e la complicità del suo legale Carratelli, è riuscito a scamparsela. E per quel che riguarda la procura di Cosenza può dormire sonni tranquilli. Quello che lo preoccupa sono le inchieste antimafia e la seppur remota possibilità che un qualche magistrato possa avere un sussulto di orgoglio e potrebbe procedere, con tutti gli elementi di prova raccolta fino ad ora, e sono tanti, nei suoi confronti, magari con una ordinanza di custodia cautelare che stroncherebbe la sua carriera politica e professionale.

Anche se ha avuto forti rassicurazioni da parte dei suoi protettori che Gratteri non ha nessuna intenzione di mettere mano a Cosenza, Occhiuto non si fida del tutto. Vuole stare tranquillo. E solo l’immunità parlamentare può fare questo. Occhiuto potrebbe in virtù di questo rinunciare a concorrere alla carica di governatore della Regione Calabria, che non ha l’immunità, per sedersi su una poltrona più sicura.

Il suo colloquio con Berlusca pare abbia avuto anche questo obiettivo: un Occhiuto nel listino bloccato. E quell’Occhiuto questa volta si chiama Mario. Roberto lascerebbe tranquillamente il posto al fratello visto com’è inguaiato, e magari come “risarcimento” potrebbe concorrere lui alla presidenza della Regione Calabria.

Non a caso Roberto Occhiuto si è dato molto da fare sulla legge elettorale, dato che il tempo stringe. Prima si vota e meglio è per il fratello Mario. Se qualcun altro, tipo la DDA di Reggio (la stessa che ha scoperto che l’appalto di piazza Fera era gestito dalla ‘ndrangheta, e non Gratteri come tutti pensano) dovesse presentarsi, a casa Occhiuto, prima dell’elezione di Mario a deputato, sarebbe un bel guaio. Ed è questo che i fratelli Occhiuto vogliono scongiurare.

Con chi hanno potuto, hanno fatto accordi, ma con la DDA di Reggio non ci sono proprio riusciti.

Ed è questo che toglie il sonno a Mario. Ha paura che l’inchiesta condotta dalla DDA di Reggio possa costringere, per forza di cose, la DDA di Catanzaro ad intervenire. Così come avvenuto, ripeto, per piazza Fera/Bilotti. Fosse dipeso da Gratteri, Barbieri sarebbe ancora in giro per la Calabria a far intascare soldi alla ‘ndrangheta, gestendo appalti pubblici. Perché Gratteri sa bene, dato che ha letto tutte le relazioni di polizia giudiziaria che parlano di commistione politica/mafiosa a Cosenza e della dilagante corruzione nel Comune, ma nonostante ciò non ha mosso in dito per portare quel minimo di legalità che a Cosenza manca da almeno 30 anni. Del resto Gratteri in vita sua non ha mai arrestato un politico corrotto, figuriamoci se ha intenzione di iniziare con Occhiuto che potrebbe essere il suo prossimo alleato in una giunta regionale PD/FI, guidata proprio da lui.

Ma il diavolo questa mattina ci ha messo lo zampino, e l’approvazione della legge elettorale, su cui tanto ha lavorato Roberto, rischia concretamente di saltare. Anzi si può dire che è saltata.

Si allontana dunque l’ipotesi di elezioni anticipate, e con essa la possibilità a breve per Mario Occhiuto di diventare deputato: dovrà aspettare ancora diversi mesi, e con un mastino come de Raho alla porta saranno mesi difficili.