Cosenza corrotta: riunione a Catanzaro tra Gratteri, Manzini e Bruni

L’aria sta cambiando, o meglio il contesto politico sta cambiando e con esso molte cose. Un cambiamento che riguarda soprattutto certe “abitudini politiche”, o se preferite quel “modus operandi” praticato da chi ha sempre inteso la politica come uno strumento per l’arricchimento personale e degli amici degli amici, attraverso pratiche come: la corruzione, i favoritismi, il clientelismo, i privilegi, e la disonestà.

Il malaffare, diciamolo, l’ha sempre fatta da padrone nella pubblica amministrazione, al punto tale da venire considerato, da tutti i governi del passato, una prassi ordinaria. Prassi che non ha mai suscitato né sdegno, né indignazione da parte di nessuno: la corruzione come sistema, e se la praticano tutti, allora vuol dire che si può fare. Il tutto ovviamente con la benedizione delle procure che spesso e volentieri sono i capisaldi di questo “sistema”.

La garanzia di impunità per i corrotti e gli intrallazzini, che si è consolidata nel corso di tutti questi anni grazie all’accondiscendenza di tutti i governi del passato, ha prodotto nicchie di corruzione nella pubblica amministrazione che hanno pesantemente inficiato lo sviluppo economico e sociale dei nostri territori, drenando, valanghe di denaro pubblico, nelle tasche di pochi senza nessun vantaggio per il cittadino. Una situazione che è sotto gli occhi di tutti.

Sembra che tutto questo stia per finire, o quantomeno ci si aspetta, di questi tempi, un duro e risolutivo intervento dello stato, e delle sue articolazioni, in primis della magistratura, per porre fine a questo ignobile quanto squallido sistema che penalizza centinaia di migliaia di calabresi che non riescono ad arrivare alla terza settimana. Solo nella città di Cosenza il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 60%. Un dato allarmante che dovrebbe far rizzare i capelli a qualsiasi onesto amministratore pubblico. Mentre a Cosenza e provincia pare non interessi nessuno.

Eppur (qualcosa) si muove: forse anche la Dda di Catanzaro ha deciso di darsi una svegliata in merito ai tanti e gravi reati che si sono consumati a Cosenza nella pubblica amministrazione. Ed è proprio notizia (riservata, ma che noi apprendiamo lo stesso e lo diciamo senza paura di essere smentiti) di mercoledì (pomeriggio) scorso di una lunga e serrata riunione in quel di Catanzaro, nell’ufficio del dottor Gratteri, tra lo stesso, il  procuratore aggiunto di Cosenza, nonchè applicata alla Dda di Catanzaro, Marisa Manzini, e il procuratore capo di Paola Pierpaolo Bruni.

Una riunione i cui contenuti, ovviamente, non sono trapelati, ma i “ruoli” dei presenti ci permettono ci fare una considerazione: il procuratore capo di Paola, il dottor Bruni, prima di diventare tale, è stato pm alla Dda di Catanzaro, con competenza su Cosenza, quindi uno che conosce bene le “carte del sistema Cosenza”, nonché titolare di diverse inchieste, attualmente, sulla commistione tra politica e malavita sul Tirreno cosentino. Anche l’aggiunto Manzini si occupa di reati contro la pubblica amministrazione a Cosenza, infatti sue sono le note inchieste sugli appalti spezzatino a palazzo dei Bruzi. Questo ci porta ad una conclusione: l’oggetto della riunione non può che essere stato “Cosenza”. A meno che, come è già successo in passato, la Manzini non è stata chiamata per altre sue ben note capacità: shampoo e capelli. Mi sa però che questa volta non è così, e lo diciamo con una certa convinzione, non fosse altro perché, in quanto a capelli, sia Gratteri che Bruni sono messi proprio male.