Abbiamo sempre parlato bene di Antonio Tursi, comprimario del Pd cosentino e sempre costantemente all’opposizione dei “big” del partito, anche se avevamo qualche riserva sul fatto che venisse da una famiglia influente, considerando che suo padre era stato sindaco di Spezzano Albanese e successivamente anche presidente della Provincia. Tuttavia, nel complesso non è un cattivo ragazzo. Ci dispiace solo il fatto che le sue azioni non sempre corrispondano alle sue parole.
Si presenta come un oppositore delle correnti interne al Partito Democratico, ma ha fondato una sua corrente chiamata “Controcorrente”, che ha persino espulso alcuni membri dissidenti (ci è stato riferito a Frascineto). Inoltre, la sua associazione è stata praticamente l’articolazione locale della corrente romana di Matteo Orfini, con il forte sostegno del senatore Verducci. Quindi, è stato un sostenitore di quel mondo di ex membri del Partito Democratico di Sinistra che hanno appoggiato l’esperienza di Matteo Renzi, tanto per essere chiari.
Successivamente, per potersi candidare come segretario provinciale del Pd a Cosenza nel 2021, ha deciso di fare alleanza con l’ex consigliere regionale renziano Mario Franchino e con Sergio De Simone, un dirigente comunista storico vicino a Franco Ambrogio e Mario Oliverio. Ha ottenuto anche il sostegno di Sandro Principe a Rende e di Mimmo Lo Polito a Castrovillari.
Dopo la candidatura di Maria Locanto come segretaria provinciale, ha ricevuto il pubblico sostegno di Giuseppe Mazzuca detto anche “guapp’i cartuni” e Luigi Guglielmelli, figure di scagnozzi senza arte né parte non avendo neanche un “mestiere”, imbarazzanti e rozze – “portaborse” senza un briciolo di cervello – legate mani, piedi e soprattutto voti e “mensile” ai potentati di Guccione e Adamo (arrassusia). Tuttavia, non avendo ottenuto abbastanza supporto nelle settimane successive, ha ricevuto addirittura il sostegno di Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio, con cui ha stretto un’alleanza molto chiara: il sostegno al congresso in cambio del supporto al lavoro parlamentare della seconda. Iacucci e Guccione hanno approvato questa alleanza.
Successivamente, il congresso di Tursi e Locanto è stato annullato e Tursi si è trovato a sfidare Pecoraro. Adamo, Iacucci e Guccione – come da scontato copione – hanno cambiato posizione e l’alleanza è saltata. Nonostante ciò, Antonio non si è scoraggiato e, dopo essere sparito dalla scena pubblica per un anno, ha trattato per diventare presidente al posto di Maria (un’operazione che è saltata perché Boccia chiedeva l’indicazione di Locanto), poi ha trattato per essere indicato nella segreteria regionale, nella segreteria provinciale e, infine, per essere indicato nella direzione nazionale del Pd. Purtroppo, per lui, non ha avuto fortuna, ma ha trovato conforto in Mimmo Bevacqua.
Sono diverse le foto sui social che li ritraggono insieme, ma sembra incredibile che un vero comunista come lui, nato contro il correntismo, si accontenti di fare da secondo a un cattolico democratico che non spiccica una parola di italiano come Bevacqua, altro imbarazzante parassita della politica calabrese, che ha fondato una sua corrente personale nel Cosentino a furia di clientele, pastette e cene.
Eppure, sembra che Bevacqua e Tursi si muovano all’unisono. Bevacqua è chiaramente diventato un punto di riferimento politico e intellettuale per il giovane Antonio. Bevacqua aveva già fatto qualche piccolo assist a Tursi durante il periodo provinciale, consegnando a lui alcuni voti strategici, ma non avevano mai dichiarato un’alleanza pubblica. Le cose sono cambiate con la “visionaria” scelta di Bevacqua e Tursi di appoggiare Bonaccini come segretario nazionale.
Resta da capire cosa partorirà questa alleanza per il futuro. C’è chi dice che potrebbero raccogliere le firme per sfiduciare il segretario provinciale, ma Guccione e Adamo hanno le loro difese; quindi, forse l’obiettivo comune è un altro. Bevacqua non si ricandiderà alle prossime elezioni regionali perché sarebbe il suo quarto mandato, quindi ha bisogno di eredi. Ha già accennato a Di Natale un sostegno, ma Di Natale non è ingenuo e non ha mai creduto a questa storia, così come alle elezioni di Bevacqua in Parlamento o a Bruxelles per far scattare il Consiglio regionale. Non è realistico pensare che Iacucci possa essere l’erede, poiché è stato eletto da Adamo e Guccione, come si può vedere dalle sue collaborazioni. Al contrario, Antonio confida nel sostegno benevolo di Mimmo, ma dovremo aspettare per vedere dove vuole arrivare.
Nel frattempo, abbiamo saputo che il 22 giugno Boccia verrà in Calabria e siamo curiosi di vedere chi sarà presente ad ascoltarlo. Ci saranno Adamo e Bruno Bossio, a cui Boccia ha lasciato il partito in eredità? Ci sarà Nociti, a cui ha regalato la candidatura a Presidente in cambio della Segreteria di Maria Locanto? Ci sarà Antonio Tursi, che Boccia voleva espellere? Ci sarà Di Natale, magari accanto a Iacucci, entrambi coinvolti in cause da anni con strascichi sui giornali? Ci sarà Guccione, che Boccia non ha voluto ricandidare nel Consiglio regionale? Ci sarà Oliverio, che Boccia ha escluso dalla coalizione di centrosinistra? Ci sarà Pecoraro, che Boccia non voleva e che è stato spinto da Gentiloni? Ci sarà l’ex Commissario Zagarese, che ha lasciato il partito? Ci sarà Maria Pia Funaro, che Boccia ha promosso come Vicesindaco? Ci sarà Mazzuca, che Boccia ha promosso come il presidente più “impresentabile” di tutti i consigli comunali d’Italia?Ci sarà Gigino Incarnato detto “Tic Tic”o “Tic Tac” a seconda del “nervosismo” e delle procure che gli danno ka caccia, a cui Bocca ha affidato la governance politica dell’Area urbana?
Sarà suggestivo vedere Antonio Tursi accanto alla sua vecchia rivale storica Maria Locanto applaudire Boccia, magari seduto vicino a Bevacqua. Antonio è ovviamente libero di fare quello che vuole, l’importante è che non faccia poi il “purista” solo quando conviene a lui e ai suoi partner.
Antonio non ha votato la presidenza del sempre più imbarazzante Mazzuca alla Commissione congressuale provinciale? Antonio non è stato silente quando la Mozione Cuperlo è rimasta esclusa dalla stessa e lui entrava felicemente a farne parte? Antonio non ha votato l’attuale direzione provinciale che esclude le anime più libere e ribelli del Partito che lo avevano sostenuto? Quando si votava l’espulsione di Oliverio, Palopoli e gli altri compagni Antonio dove era? Quando i tesseramenti esplodevano soprattutto in qualche circolo Antonio dov’era? Antonio non ha votato contro la candidatura della Bruno Bossio alla Camera?
Antonio, ti vogliamo bene, sei ancora in tempo per riscattarti, ma stai lontano dalle correnti cosentine e utilizza lo stesso metro per tutti.