Il caso di molestie scoppiato al Valentini-Majorana di Castrolibero ha sconcertato tutta Italia. La coraggiosa denuncia partita dalle studentesse e dagli studenti del Liceo di Castrolibero ha scoperchiato un sistema di molestie ed abusi da parte di docenti che veniva sistematicamente insabbiato dalla Preside pur di difendere il “buon nome” dell’istituto. Dopo 15 giorni di occupazione, gli studenti del Polo scolastico di Castrolibero si sono resi visibili a tutta la città con una bella manifestazione corale, alla quale hanno dato un grande contributo anche gli studenti provenienti dalla provincia.

Le scuole dovrebbero essere luoghi in cui studentesse e studenti si sentano al sicuro, in cui possano crescere da un punto di vista cultura e umano, diventando cittadine e cittadini coscienti di domani, non un luogo nel quale essere vittima di attenzioni morbose, molestie, battutine a sfondo sessuale che causano solo sofferenza e mettono a rischio la salute mentale di chi ne è vittima. Ancora più vergognoso è l’atteggiamento degli ispettori del Miur e dell’Ufficio scolastico regionale, che solo perché costretti hanno licenziato la preside e il professore responsabile degli abusi più gravi. E se questo è accaduto lo si deve solo alle loro coraggiose denunce. Le testimonianze delle due studentesse molestate dall’ormai famigerato professore Angelo Bastone sono andate avanti anche oggi. Jennifer era in prima fila al corteo dietro allo striscione “Abusi, alternanza, repressione: No alla scuola dei padroni” mentre Dalia ha parlato quando il corteo è arrivato davanti all’Ufficio scolastico provinciale con una testimonianza drammatica che deve far riflettere tutti.
Le studentesse e gli studenti del Valentini-Majorana hanno dato una lezione di dignità e di riscatto non solo a Cosenza e alla Calabria, ma all’intero Paese, hanno messo in discussione un sistema di violenze e soprusi che si verifica ovunque e che si regge sull’aziendalizzazione della scuola pubblica e la dequalificazione dell’istruzione. Se casi del genere avvengono è perché si è dato sempre più potere ai Presidi-manager e si è scelto di prediligere l’apparenza alla sostanza, invece di un sistema d’istruzione volto a formare uno spirito critico nelle nuove generazioni si è scelto di escludere la comunità studentesca dalla vita della scuola, si è scelto di fare degli studenti vasi da riempire e non i soggetti del processo di apprendimento.

La solidarietà della città di Cosenza e di tutta la provincia alle studentesse e agli studenti del Valentini-Majorana è emersa in maniera convinta e massiccia, la città ma anche la provincia sono scese in piazza e chiedere ancora una volta per evitare insabbiamenti che la preside e questi professori vengano licenziati in tronco. In duemila e forse anche di più hanno rivendicato un radicale cambiamento nel sistema scolastico affinché fenomeni morbosi del genere non si verifichino più.
Studentesse e studenti hanno urlato la loro rabbia contro molestatori e complici, contro un sistema scolastico che legittima la violenza e gli abusi e per dare il via ad un processo di costruzione di una scuola che sia un luogo sicuro per tutti.