I primi verbali del nuovo pentito della ‘ndrangheta cosentina, Roberto Porcaro, inchiodano alle loro responsabilità non solo il boss di Rende Francesco Patitucci ma soprattutto i suoi avvocati Marcello Manna e Luigi Gullo. Nella giornata di ieri la Gazzetta del Sud ha già riportato i dettagli relativi all’accordo per aggiustare il processo relativo all’omicidio di Luca Bruni per il quale Patitucci era stato condannato a 30 anni in primo grado. A Catanzaro, in Appello, il giudice Petrini lo assolverà dopo aver ricevuto una serie di “mazzette” (https://www.iacchite.blog/cosenza-i-primi-verbali-di-porcaro-inchiodano-manna-e-gullo-ho-consegnato-30-mila-euro-per-aggiustare-il-processo-per-patitucci/).
La seconda vicenda che preoccupa Francesco Patitucci riguarda il duplice omicidio di Marcello Gigliotti e Francesco Lenti (quest’ultimo decapitato) avvenuto nelle campagne di Rende nel febbraio del 1986. Patitucci, che sarà condannato in primo grado all’ergastolo dall’Assise di Cosenza, è accusato da 5 pentiti e teme la condanna al carcere a vita. Il “dichiarante” Roberto Porcaro racconta ai pm antimafia di Catanzaro:
“Nello studio dell’avvocato Manna abbiamo parlato dell’altro processo, quello relativo al duplice omicidio Lenti-Gigliotti e nell’occasione si è parlato della strategia processuale di far dichiarare Gianfranco Ruà e Gianfranco Bruni, già condannati all’ergastolo per altri fatti, la loro responsabilità anche con riferimento al duplice omicidio escludendo la responsabilità di Patitucci nel processo…”. L’obiettivo, secondo quanto sostiene Roberto Porcaro, era doppio. “Ottenere l’assoluzione di Patitucci e mostrare l’avvio di una rivisitazione critica da parte di Ruà e Bruni che avrebbe consentito agli stessi di accedere ai benefici penitenziari”.
Ruà e Bruni, infatti, decisero successivamente di rendere una sorprendente confessione davanti all’Assise di appello di Catanzaro, ammettendo di avere eseguito il duplice omicidio, scagionando così Patitucci. La Corte diede loro credito concedendo le attenuanti generiche e condannandoli a 20 anni di carcere. Contro il verdetto propose ricorso in Cassazione il sostituto procuratore generale Salvatore Di Maio, ottenendo l’annullamento della sentenza e la celebrazione di un nuovo processo di secondo grado. Un processo conclusosi, nel novembre 2022, con la condanna all’ergastolo dei due imputati. Questi i fatti,