Cosenza, i primi verbali di Porcaro inchiodano Manna e Gullo: “Ho consegnato 30 mila euro per aggiustare il processo per Patitucci”

La Dda di Catanzaro ha depositato i primi verbali del pentito Roberto Porcaro agli atti del maxiprocesso Reset, in corso nell’aula bunker di Lamezia Terme. Tra le altre vicende raccontate dal boss della ‘ndrangheta cosentina, c’è anche quella del processo aggiustato per Francesco Patitucci dagli avvocati Marcello Manna e Luigi Gullo corrompendo il giudice della Corte d’Appello di Catanzaro, Marco Petrino.

“Il pentito Porcaro – scrive la Gazzetta del Sud – sostiene di avere consegnato egli stesso trentamila euro per corrompere il giudice Marco Petrini che doveva giudicare Francesco Patitucci per l’omicidio di Luca Bruni. Il pentito indica luoghi e circostanze tirando in ballo l’avvocato Marcello Manna e l’avvocato Luigi Gullo, al quale avrebbe consegnato il denaro.

“Io stesso ho consegnato la somma di 30.000 euro a casa di Rosanna Garofalo (moglie di Patitucci n.d.r.) nelle mani dell’avvocato Luigi Gullo. Successivamente – afferma Porcaro – sono stato presso lo studio dell’avvocato Manna, il quale mi ha portato in una stanza a parte e allorché io stavo per accennare alla vicenda della consegna del denaro all’avvocato Gullo, lo stesso Manna mi ha detto che sapeva già tutto, invitandomi a parlare di altro e dicendo la frase: “Che con il dottore Petrini ci abbiamo fatto una fortuna”. Già in precedenza l’avvocato Gullo mi aveva detto che l’avvocato Manna era al corrente di tutto”.

Nei mesi scorsi, per il presunto atto corruttivo sono stati condannati in primo grado dal Gip di Salerno, a 2 anni e 8 mesi di carcere, sia l’avv. Manna che il giudice Petrini. La posizione dell’avv. Gullo era stata invece in precedenza archiviata dalla procura di Salerno. Petrini è reo confesso.

Porcaro aggiunge inoltre di aver partecipato alla strategia processuale attuata per scagionare lo stesso Patitucci pure dal duplice omicidio Lenti e Gigliotti facendo dichiarare colpevoli Gianfranco Bruni e Gianfranco Ruà. I due ergastolani resero confessioni in aula, lo scorso anno, cambiando la dinamica dei fatti per smentire i pentiti e scagionare il padrino rendese”.