In ogni comunità, da che mondo è mondo, ci sono personaggi destinati a condurre una vita spridosa (agiata) senza mai sapere cos’è la fatica. Personaggi che possono permettersi tutto quello che la società dei consumi offre, senza mai versare una sola goccia di sudore: case, viaggi, vacanze, proprietà all’estero, auto, cene e cenette, sciampagna e caviale. E i motivi sono tanti: c’è chi è ricco di famiglia, chi svolge un lavoro ad alti livelli, chi possiede grandi attività produttive e commerciali, chi appartiene alla borghesia industriale e finanziaria e chi si è arricchito con il denaro pubblico.
E poi ci sono i parassiti sociali. Ovvero coloro i quali vivono di prebende pubbliche. Personaggi senza arte nè parte che per “circostanze” o per “atto dovuto” riescono a spillare quattrini al pubblico, senza restituire niente ai cittadini, in ogni occasione o contesto politico. A voler stilare una classifica cittadina dei parassiti sociali degli ultimi 15 anni il primo posto va a lei, la regina del parassitismo: Evelina Catizone. Seguita da Tonino Magnelli e Giampaolo Calabrese. Tre personaggi in cerca di sistemazione. Tre personaggi che per raggiungere il loro scopo sono disposti a tutto, anche a rinnegare la propria storia, umana e politica. Un modus operandi che li ha sempre premiati. Infatti conducono una bella e agiata vita senza mai lavorare. Sono quasi sempre in vacanza.
Verrebbe da chiedergli: ma come potete permettervi tutto questo? Presto detto: siete voi cittadini a pagare le spese. Perchè i tre riescono sempre ad infilarsi in qualche amministrazione, attraverso l’accriccamento politico o parentale, e a succhiare il sangue. le formule sono diverse: consulenze, affidamenti diretti, assunzioni temporanee, gestione del patrimonio pubblico. Tutta roba fittizia che non serve niente, infatti non fanno niente, prendono solo i soldi. Insomma sono 15 anni che paghiamo questi tre personaggi e non si capisce cosa hanno fatto per la città. Perchè dobbiamo dargli questo sorta di vitalizio? Una domanda che non conosce risposta.
C’è da dire che i tre fino a qualche mese fa erano “criccu e cruaccu” con il sindaco, mangiavano che era una meraviglia, salvo poi, a pedi i gaddru avvenuto nei confronti di Mario Occhiuto, passare armi e bagagli con la Santelli. Che presto, vederete, li sistemerà tutti e tre con i soliti incarichi fittizi e sempre a danno del cittadino e delle casse pubbliche. Per questo tipo di personaggi ci sta saltare da una parte all’altra, ma a tutto c’è un limite. La dignità varrà qualcosa pure per loro! Sforzandoci possiamo capire il Magnelli che passa da Nicola Adamo e Madame Fifì alla Santelli, passando per Occhiuto, ma i trascorsi di Eva, umani e politici, sono talmente distanti da quello che lei oggi dice di essere, che l’unica spiegazione logica a questa mutazione è che finge. Finge di essere quello che non è, con l’unico scopo di trarne vantaggi economici. Ha finto in passato e finge ancora oggi. Ha imparato a “saltare il fosso” al momento giusto e a puntare sul cavallo vincente.
Dopo la sua esperienza di sindaco ha ricevuto per 5 anni uno stipendio dalla regione sotto il governo Loiero, poi da Mario Occhiuto, ed ora dalla Santelli. Per cosa è stata pagata, e per cosa è pagata, mai nessuno lo ha capito. La mutazione di Eva è da brividi, e ve la proponiamo attraverso le immagini che di solito valgono più di mille parole.
Da Giacomo Mancini alla tarantella con Gasparri.
Eva ai tempi della rivoluzione insieme a due colonne degli anni 70: Franco Piperno e Oreste Scalzone
Eva comunista con Bertinotti
Eva gay con Niki Vendola
Eva sovversiva con Luca Casarini
Eva capo popolo al corteo No-Global
Adamo e Eva
Eva democristiana insieme a Loiero
Eva candidata per ogni stagione
Questa la fase rivoluzionaria e movimentista di Eva. Una fase che cozza, e non poco, con quello che lei oggi dice di essere. I suoi avversari dell’epoca sono i suoi attuali amici.
Vediamo la seconda fase:
Eva incorona Occhiuto
Eva fascista con Orsomarso
Eva sexy
Eva domestica degli Occhiuto
Eva lancia Mario Governatore
Eva, Jole e u pedi i gaddru a Mario
Eva, Jole e i curtiddrati ari spaddri
E per finire, dopo i sovversivi, gli anni 70, i movimenti, l’antirazzismo, l’anticapitalismo, la tarantella con Gasparri.