Cosenza, ecco perché non si pagano gli stipendi al Comune: il teatrino e la lettera di Ubi Banca

ECCO PERCHE’ NON SI PAGANO GLI STIPENDI AL COMUNE DI COSENZA: IL TEATRINO DEL CAZZARO

Ecco la verità sul teatrino armato dal cazzaro per sviare l’attenzione sulle sue inadempienze gravissime che hanno portato il Comune di Cosenza alla situazione attuale che, a voler essere buoni, si potrebbe descrivere come sull’orlo del precipizio oppure alle porte del default finanziario. Nella descrizione degli eventi saremo molto precisi e vi chiediamo di stare attenti alle parole usate e alle date delle note.

I mandati di pagamento per gli stipendi e per le liquidazioni delle spettanze alle cooperative, di solito vengono inviati alla UBI BANCA – Banca Carime una settimana prima. Qualora vi sia la disponibilità, giorno 27 vengono pagati con valuta massimo per giorno 28 di ogni mese.

Questa volta non c’era la disponibilità e contattato telefonicamente dalla Ragioneria del Comune di Cosenza, il tesoriere ha confermato il “conto in rosso” di Palazzo dei Bruzi. Non contenti di ciò il 27 giugno (San Paganino) il cazzaro e l’uomo-zainetto Nardi, mandano una nota (flusso 2862) al tesoriere presso UBI Banca dove chiedono “la disponibilità della somma per i pagamenti di euro 2.268.043,00 così distinti:

Personale comunale euro 1.022.000

Ecologia Oggi euro 645.000.00

Cooperative A/B euro 600.000,00.”

Si rassicura che “si sono già incamerato 2,7 milioni di euro per IMU e che con il PAGAMENTO ODIERNO (attenzione) si sono liquidate tutte le somme per mutui e anticipazioni”.

Quindi il sindaco scrive e sa che si è prima fatto un pagamento (con parte del’Imu) per chiudere i conti con i mutui e le anticipazioni vecchie e poi si chiedono, senza garanzie, altre anticipazioni.

Quindi la storia che “la Banca si è trattenuta” è falsa!

Ma la nota continua e qui c’è un bel PAGHERÒ alla Mario Occhiuto: “Per quanto riguarda la TARI, essa andrà in postalizzazione (arriverà via posta alle utenze) la settimana prossima e per la prima rata di scadenza 31 luglio 2019, si incasserà (futuro) almeno 4 milioni di euro (dato presunto) su un ruolo di quasi 7 milioni di euro. E si aggiunge che “con il secondo semestre si assolverà a saldare altri mutui e anticipazione di Cassa Depositi e Prestiti”. Cioè altri debiti.

Attenzione, il conto continua ad essere in rosso e il Comune appare sovraesposto anche con altre enti finanziari. A questo punto per le vie brevi (telefonicamente) il tesoriere si rifiuta di concedere ulteriori anticipazioni senza garanzie adeguate.

Dopo un giro di chiamate, il tesoriere confermava l’insolvenza del Comune, e visto che altri mutui e prestiti la Banca li aveva saldati con i pagamenti fatti dopo “troppo” ritardo, così come “già avvisato, non vi era più disponibilità”. Bisognava trovare altre garanzie e chiedere altre anticipazioni.

Soprattutto in attesa della decisione sul dissesto finanziario attesa per giorno 17 luglio dalla Corte dei Conti.

Il sindaco spera di risolvere in qualche giorno e non fa trapelare nulla, neanche il consiglio comunale dice una parola! Ma il 27 giugno stesso la voce ormai era incontrollata, i dipendenti sanno e parlano, i sindacati chiedono, le cooperative che non si pagano da due mesi bussano alla porta dell’uomo-zainetto Nardi, insomma la cosa è sfuggita dalle mani! Cosa si fa? Si butta tutto in caciara perché, male che va, si deve attendere giorno 15 luglio per l’incasso di qualche somma della Tari. Allora “diamo la colpa al tesoriere”. Ed ecco il teatrino: venerdì 28 giugno il sindaco Mario Occhiuto invia una nota Prot. 4278/GS alla Prefettura dove si chiede (lui la chiama diffida) di “intervenire presso il Tesoriere Dott. Giuseppe Minervino” per sbloccare le somme già incamerato IMU per 2,7 milioni di euro. Il prefetto Galeone, in pari data, invia una nota alla tesoreria del Comune di Cosenza, in cui “si gira” la nota del sindaco e si chiedono “valutazioni di competenza” (questa frase avrà fatto spaventare il tesoriere…). Intanto passano sabato e domenica…

Mario Occhiuto decide di fare il grande volo e va in “missione” per salvare tutti, tramite “Roma” chiede di intercedere con UBI BANCA e vola a Bergamo, sede dell’istituto bancario: va a parlare con qualche “mmasciataro”. Lunedì Maruzzu scende da Bergamo felice e da il proclama urbi et orbi: “tutto ok, piccolo errore tecnico tra qualche giorno vi pagherete”.

Errore tecnico? Tutto ok? Niente affatto.

Il tempo di scendere dalla scaletta dell’aereo che lunedì 1° luglio 2019, il dott. Giuseppe Minervino manda una dura lettera al sindaco e per conoscenza alla Cassa Depositi e Prestiti, in cui si dice disponibile ad erogare l’anticipazione a condizione che pervenga dalla Cassa Depositi e Prestiti un atto con l’espressa autorizzazione allo svincolo delle somme accantonate da UBI Banca al 30 giugno 2019, solo dopo si concederà l’utilizzo delle somme “nei limiti di legge” al Comune di Cosenza. Praticamente hanno chiesto “un garante”.

Non solo. Anche UBI Banca conferma la linea del tesoriere e manda un’altra lettera di fiuoco al cazzaro, dicendogli senza mezzi termini che se non risolve le sue questioni con la Cassa Depositi e Prestiti, la Banca non scucirà un euro. Ed eccovi il testo integrale della comunicazione di UBI Banca. 

Ad oggi, martedì 2 luglio, la Cassa Depositi e Prestiti non ha mandato nessun atto a garanzia. Aspettiamo il secondo atto della commedia del cazzaro con l’uomo-zainetto come comparsa.