Diciamocelo con enorme franchezza. Oggi, dopo la 29^ partita del Cosenza, quando mancano 9 partite alla fine, dopo il cambio di allenatore e dopo l’insperata vittoria di ieri sulla Reggiana, il Cosenza ultimo in classifica ricorda molto da vicino la leggendaria “Longobarda” dell’altrettanto leggendario film-cult “L’allenatore nel pallone”. La trama del film è straconosciuta ma in questa sede non possiamo fare a meno di ricordarla. L’avido e corrotto presidente Borlotti, ritrovatosi quasi per… caso in Serie A, programma una immediata retrocessione in Serie B vendendo i migliori calciatori della squadra e ingaggiando un allenatore in bassissima fortuna, Oronzo Canà. Tutto sembra procedere per il meglio ma improvvisamente la squadra si sveglia, trascinata dai gol di Aristoteles, un attaccante brasiliano che per mesi non tocca palla ma che alla fine rivela le sue grandi qualità. E finirà per salvare davvero la squadra.
Perché parliamo della Longobarda? Ma perché il disegno di Guarascio a inizio stagione ma anche nel mercato di gennaio è sembrato esattamente quello di Borlotti ma improvvisamente, dopo mesi di contestazione, è decisamente cambiato. Da un paio di settimane Guarascio, con un colpo di teatro e una piroetta degna del migliore ballerino, si augura con tutto l’amore che può (per i soldi) che è molto ma molto meglio che il Cosenza, sì insomma, la Longobarda, si salvi per davvero. Perché? Ma perché, essendo uscite fuori le voci sui potenziali acquirenti della società in pieno calciomercato di gennaio e avendole ignorate con tutta la peggiore facciatosta possibile, una clamorosa salvezza nella migliore delle ipotesi farebbe impennare a dismisura il prezzo della cessione del Cosenza e – nella peggiore delle ipotesi – farebbe risalire inevitabilmente anche le stesse quotazioni, oggi in caduta libera, di Gargamella, al quale, in caso di salvezza, sarebbe riuscito un nuovo incredibile miracolo che potrebbe tenerlo ancora in sella contro ogni previsione. Dichiarando, per esempio, che la società non è più in vendita!
Con una retrocessione invece Guarascio sarebbe costretto dalla piazza a vendere a zero e soprattutto sarebbe costretto a rivelare quello che finora non ha potuto rivelare rispetto alla “regolarità” della sua gestione. Insomma, con il Cosenza in Serie C per Guarascio stavolta sarebbero guai molto seri. In ogni senso.
E allora chi è che si augura la retrocessione del Cosenza? Beh, non ci vuole molta fantasia per capire che in prima fila ci siano proprio i potenziali acquirenti, che improvvisamente sono aumentati. In prima linea c’erano certamente quelli del “fondo arabo”, che da almeno due mesi sono sulla bocca di tutta la tifoseria. Ma il fatto che non si siano mai “rivelati” nascondendosi dietro un ridicolo “patto di riservatezza” ha fatto crollare le loro quotazioni. E sono invece salite all’impazzata quelle di Alfredino Citrigno, giovane rampollo di don Pierino lo strozzino, sfacciatamente favorito da Nicola Adamo travestito da Franz Caruso, il quale vorrebbe chiudere l’operazione… adesso! Ma è davvero fuori dal mondo chiudere adesso anche se capiamo perfettamente che il giovane Citrigno teme non solo l’effetto Longobarda ma soprattutto l’effetto Gargamella, che funziona alla perfezione da almeno sette anni.
Nel film, alla vigilia della sfida decisiva contro l’Atalanta, Borlotti svela finalmente le sue vere intenzioni al suo allenatore: rimanere ai vertici del calcio italiano ha costi troppo elevati, quindi aveva ingaggiato Canà proprio perché cercava un allenatore poco competente che facesse in modo che la società tornasse in Serie B. E gli chiede di non far giocare Aristoteles per evitare la salvezza. Oggi invece Guarascio si aggrappa ancora ai suoi allenatori Belmonte e Tortelli, novelli Oronzo Canà, per rimanere clamorosamente a galla nelle partite decisive. E siccome il pallone è ancora rotondo, tutto può succedere. Anche che segni Aristoteles! E infatti sia a Modena sia ieri al Marulla ha segnato… Artistico, che ha una incredibile somiglianza “fisica” con il bomber brasiliano di Oronzo Canà. Sembra impossibile ma nel calcio niente è impossibile. Cosenza, pardon Gargamella docet.









