Cosenza, Forciniti come Occhiuto: per i suoi debiti personali l’Aci è “terzo pagatore”

Giovanni Forciniti

Giovanni Forciniti, classe 1964, rossanese, è un uomo di successo ormai dall’alba degli anni Duemila, quando appena 35enne era già sindaco a Mirto Crosia, un bellissimo centro della costiera jonica cosentina. Naturalmente in quota Ds o, per meglio dire, Nicola Adamo e Mario Oliverio, con i quali riesce sempre ad avere rapporti proficui anche quando Palla Palla e Cap’i liuni non sono proprio sulla stessa lunghezza d’onda. E non a caso il suo nome figura anche nell’inchiesta “Passepartout”: la sua nomina a direttore generale dell’Azienda Calabria Lavoro è clamorosamente illegittima!

Eppure, da sempre, il suo settore d’elezione come dicono quelli bravi sono i Trasporti. Gli piacciono le auto e i motori e così nel 2009 chiude un’operazione fantastica con Palla Palla, che lo nomina (sputa che ci indovini) assessore ai Trasporti della Provincia di Cosenza, che guiderà per il secondo mandato e nello stesso tempo rappresentante della Regione Calabria nell’Aci Cosenza. Proprio nella veste di consigliere inviato dalla Regione, Forciniti entra nell’ente cosentino, del quale sarà poi presidente dal 2013 al 2015 prima delle sue rocambolesche dimissioni delle quali, finora, nessuno aveva osato parlare. Tanto per completare il quadro, Forciniti si assicura anche la vicepresidenza di Assonautica, l’incarico di revisore contabile per Federmobilità e un’esperienza da membro della Commissione provinciale per il rilascio dell’abilitazione all’esercizio dell’autotrasporto per conto terzi. Un trionfo.

Non a caso, Palla Palla, in mezzo a questo delirio di ruoli e incarichi, lo vuole tra i candidati delle sue liste alle Regionali del 2014. Forciniti si candida con i Democratici Progressisti e porta 2.650 voti utili alla causa del governatore nella lista che elegge Giudiceandrea.

Il prode Forciniti, che attendeva ancora un segnale tangibile della gratitudine palla palliana alla Regione, è stato nominato nel mese di marzo 2018 direttore generale dell’Azienda Calabria Lavoro, anche se lui, di lavoro, non capisce nulla. Ha così riscosso la cambiale di Oliverio nonostante fosse palesemente illegittima e i termini del concorso fossero stato scandalosamente riaperti proprio per consentirgli di presentare un documento che mancava… E non solo.

Come dicono le carte, Forciniti non è proprio un esempio di rigore morale rispetto al pagamento dei debiti. E sono stati proprio i suoi debiti a determinarne la caduta da presidente dell’Aci Cosenza: incredibile ma vero, un Occhiuto in miniatura. Così bravo e così audace da farsi fare il “terzo pagatore” dall’Aci Cosenza in due cause per debiti, né più e né meno di quanto ha fatto Occhiuto con il Comune di Cosenza per i suoi debiti personali. Anche se le cifre “milionarie” del cazzaro sono praticamente irraggiungibili persino per un “talento” come il Nostro Forciniti. E anche se l’Aci Cosenza nelle cause che si sono aperte – come vedremo – non ha certo agito come il Comune, pardon come Occhiuto “travestito” da Comune.

LA VERTENZA SANTORO: 70MILA EURO Ma ricostruiamo la storia di questi debiti personali dell’ex presidente dell’Aci Cosenza. Con decreto ingiuntivo n. 446/13 del 26-27-11-2013 il Giudice monocratico del Tribunale di Castrovillari dr. D’Alfonso ingiungeva a Giovanni Forciniti, di pagare, in favore della Santoro Costruzioni srl, la complessiva somma di 54mila euro oltre interessi legali

Il 25-3-2014, ben oltre il termine perentorio di 40 giorni, Forciniti proponeva opposizione al decreto ingiuntivo, chiedendone la revoca e citando la parte opposta per l’udienza del 20-10-2014. Stante la evidente tardività della proposta opposizione, il magistrato coordinatore del Tribunale di Castrovillari – sezione civile, dr.ssa Marrazzo – su apposita istanza dell’opposto, con provvedimento del 17-4-2014, dichiarava esecutivo il decreto ingiuntivo.

In seguito, a notifica di atto di precetto dell’importo complessivo di 57.764,53 euro, Forciniti provvedeva al pagamento della somma di 9.000 euro, rendendosi inadempiente per la residua somma di cui al decreto ingiuntivo a titolo esecutivo ammontante a 49.324 euro.

La Santoro Costruzioni srl, verificato che Forciniti non pagava e sapendo che percepiva somme di denaro ed emolumenti dall’Aci Cosenza di cui era presidente, ha citato di nuovo Forciniti e insieme a lui anche l’Aci Cosenza come “terzo pignorato” ovvero pagatore della somma complessiva di 70mila euro con gli interessi legali.

LA VERTENZA CAMPANA: 31MILA EURONello stesso periodo, addirittura a pochi giorni di distanza, un altro creditore di Forciniti è partito all’attacco. Lui si chiama Giuseppe Campana e avanza 26.558 euro dal presidente dell’Aci Cosenza in forza di cambiali emesse e non onorate. L’atto di precetto, questa volta del Tribunale di Cosenza, è notificato il 10-12-2013. Nonostante il tempo trascorso, l’intimazione precettizia non è stata onorata e così anche Campana procede al pignoramento presso terzi fino alla concorrenza di 31mila euro. La citazione avviene il 2 maggio 2014. E anche in questo caso è l’Aci Cosenza il “terzo pagatore”.

Infine, giusto per gradire, Forciniti è debitore anche di 5.532 euro nei confronti della Gemis srl di Villapiana per non aver pagato sei cambiali. Il totale dei debiti è di circa 105mila euro, 100mila dei quali vedono impelagata l’Aci di Cosenza nella scomodissima posizione di “terzo pagatore”.

Ecco, dunque, quali sono i veri motivi delle dimissioni per “motivi personali” del prode Forciniti, che avrebbe volentieri fatto a meno di andarsene dalla presidenza dell’Aci Cosenza ma ha preferito gettare la spugna per non esporsi al pubblico ludibrio dei debiti personali non solo non pagati ma che avrebbe voluto far pagare all’Aci. Anche in previsione del suo nuovo incarico alla corte di Maruzzu Palla Palla. Chissà se a qualcuno interessa tutto questo ambaradan di debiti che Forciniti avrebbe voluto sbolognare all’ente cosentino e che adesso potrebbero addirittura ricadere sulla Regione e sull’Azienda Calabria Lavoro, nuova datrice di lavoro del Nostro, vista l’aria che tira. Ma torniamo alla telenovela dell’Automobile Club cosentino. Morale della favola: Forciniti non deve aver preso bene questa storia delle dimissioni “obbligate” e così si è messo a brigare “politicamente” per ritornare, sia pure per interposta persona, al ponte di comando.

A maggio 2016, l’Aci nazionale chiede al Mibact ovvero il ministero di sorveglianza sugli Automobile Club italiani, di commissariare l’Aci di Cosenza perché il consigliere Giovanni Forciniti, dopo essersi dimesso per motivi personali dalla carica di presidente, lasciando il posto a ottobre a Sergio Aquino (già vicepresidente), mette in moto un meccanismo tutto particolare. Forciniti infatti si dimette senza avvertire il Consiglio dell’Aci di Cosenza ma scrivendo una lettera all’Aci nazionale, con la quale annunciava le sue dimissioni anche dal Consiglio, determinando così – secondo Roma – la mancanza del numero legale. Un intoppo non di poco conto, visto e considerato che l’Aci di Cosenza stava per organizzare la Coppa Sila, riportandola tra l’altro sul suo circuito “storico” per la terza volta. Morale della favola: la tradizionale corsa cosentina salta privando migliaia di appassionati del suo spettacolo.

A settembre 2016, dopo aver provocato, di fatto, l’annullamento della Coppa Sila, il Mibact nomina un commissario, che paralizza per altri otto lunghi mesi l’attività dell’ente e finalmente convoca le nuove elezioni per il 13 maggio 2017, dunque giusto un anno fa. In tempo però per determinare il secondo anno senza Coppa Sila per l’impossibilità temporale di poter organizzare la manifestazione.Viene eletto nuovo presidente dell’Aci di Cosenza Renato Arena, direttore della Motorizzazione Civile, con un colpo di mano ben orchestrato da Forciniti nel ruolo di “regista occulto” e palesemente al limite della legalità per l’evidente conflitto di interesse esistente tra i due ruoli (presidente dell’Aci e direttore della Motorizzazione). Il ricorso presentato al Tar contro la sua elezione tuttavia è ancora in attesa di responso e il direttore dell’Aci Cosenza Saverio Ferrazzo, – bontà sua – certifica la mancanza di motivi di conflitti di interesse nella lista presentata da Renato Arena.

Ma alla Motorizzazione Civile devono conoscere bene il vecchio adagio napoletano ‘cca nisciuno è fesso e così hanno intimato ad Arena di sfogliare la margherita e decidere a quale incarico teneva di più. Morale della favola: Renato Arena, esattamente come il suo predecessore Giovanni Forciniti, si dimette da presidente e anche da consigliere determinando incredibilmente un nuovo cul de sac che a questo punto diventa farsesco.  Ma che necessita ancora di qualche altro passaggio. Purtroppo per voi, ci sarà anche un’altra puntata. Buona fortuna!

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