di Saverio Di Giorno
Nei corridoi dei palazzi del Potere forse si parla, si mormora di passaggi, di fughe dalle vecchie coalizioni e manovre di avvicinamento alle nuove, ma come sempre sono le strade e le piazze che dicono di più. Le piazze come quelle di Bonifati del 25 aprile. E questa volta anche le aule universitarie. Nelle strade si muovono soggetti sparuti. Sparuti appunto, ma spavaldi. Come mai? Per intenderci: ragazzi vicini a Forza Nuova o Casapound.
Sì, è vero che non sentono la pressione delle istituzioni (prefetture e questure) che sempre più spesso preferiscono chiudere un occhio, ma forse c’è qualcos’altro. C’è una competizione elettorale non ancora raccontata da nessuno, che però ci dà qualche dato, qualche tendenza se non altro. Il 14 e 15 maggio si svolgeranno le elezioni per il senato universitario. Per la prima volta al Sud si presenta la Lega, ma non lo fa con i ragazzi di Forza Italia, corre da sola. Ci sono stati disguidi burocratici. Alla guida delle sue liste però ha inserito ragazzi provenienti da esperienze nei circoli dell’estrema destra che sia Casapound o Forza Nuova a questo punto poco importa. Insomma, la Lega è andata a cercare proseliti non tra i rodati banchetti degli studenti di destra, ma nei banconi dei pub neri. E se questo fosse un segnale delle intenzioni anche ai livelli più alti? Di certo, da qui può venir fuori la futura classe dirigente e non è certo una bella prospettiva.
D’altra parte alcuni circoli di estrema destra nei paesini di periferia lamentano il fatto che in molti hanno preferito “lasciare” per migrare nei circoli più nuovi e promettenti della Lega. E a questa migrazione la Lega non ha opposto alcuna resistenza. In alcuni comuni campani questo avviene per le elezioni amministrative. Insomma, il fatto che l’immobile abusivo di Casapound a Roma stia ancora lì, mentre altri vengano sgomberati, o il fatto che parlino allo stesso modo potrebbe non essere solo comunicazione a fini elettorali. Potrebbero non essere nemmeno semplici coincidenze. Potrebbe far parte di un qualcosa di più.
Non sarebbe, poi, neanche l’unico segnale. Al Nord vicino a Flavio Tosi c’è Domenico Magnetta, un uomo che si è fatto le ossa negli stessi ambienti di Massimo Carminati e che poi ha intessuto rapporti anche con Scopelliti, con tanto di indagine. Peppe il camerata, poi, ultimamente in Calabria sembra più guardare a Fratelli d’Italia bruciando invece la candidatura del sindaco di Cosenza Occhiuto (Forza Italia).
Il ragionamento è semplice: la Lega si presenta al Sud per la prima volta e il suo segretario non fa altro che cianciare di mafia per cui ha bisogno di facce pulite e nuove. Cosa buona e giusta, degna di lode se non fosse però che poi nelle retrovie non disdegna amicizie e legami pesanti che hanno permesso, forse, di far arrivare parte di quei 49 milioni in Tanzania. Uno dei pochi espatri davvero fatti. Ecco perché non può avere come frontman per le Regionali un sindaco plurindagato, ma è meglio lanciarsi su altre persone. Anzi, per meglio finire il lavoro bisogna far sapere tramite i giornali di queste indagini così da segargli ulteriormente le gambe, cosa che puntualmente è avvenuta già all’epoca della chiusura indagini della Dda di Roma per i traffici transnazionali con il compare Corrado Clini. Per quanto riguarda il Pd, invece, si prova ad offrire una cena a Gratteri sperando che dia un seguito ai suoi annunci. Così la strada è spianata.
Non a caso tutti i vecchi lupi che tentano l’avvicinamento alla Lega (i Gentile per esempio) ora che i buoi del loro carrozzone non tirano più, trovano porte sbarrate. Se però i leghisti meridionali chiudono queste porte, le chiudono anche ai pacchetti di voti che questi signori garantiscono (o garantivano?) e lo sanno bene. Questo significa o che si ha la certezza di avere altre risorse o che quei pacchetti si sono spostati su nuove persone più pulite o comunque non ancora bruciate.
Quel che è certo è che se la Lega sta tentando di costruire legami più a destra troncando quelli più centrali, lo sta facendo nel tacito assenso delle autorità competenti alle quali tra l’altro e probabilmente non a caso vengono riconosciuti poteri sempre più importanti. Ultimo è il caso dei prefetti che possono prendere i poteri dei sindaci. È una lenta presa del potere attentamente studiata oppure questi fatti sono solo coincidenze non concatenate tra loro? Qualunque cosa sia una forza che aspira a guidare un paese deve tranciare i rapporti con la criminalità e con i fascisti.