Cosenza, Franz pennacchio si fa “bello” sulle macerie di Via Padre Giglio: il potere borghese-massomafioso forte con i deboli e debole con i forti

In questi giorni, attraverso la voce stridula e fastidiosa del primo cittadino col pennacchio, è stata data notizia dell’imminente demolizione dei box ubicati sotto la sopraelevata di Via Padre Giglio. Le ragioni che hanno motivato tale scelta sono state: la bonifica dell’area ed un più idoneo utilizzo dell’intero spazio.

Nessun riferimento è stato fatto a soluzioni, ascolto, confronto, idee, proposte da parte di chi dovrebbe garantire ai cittadini (che purtroppo sono lontani da dinamiche che solo ad alcuni garantiscono soluzioni attraverso “conoscenze” che molti non hanno e neanche vogliono…) l’opportunità quantomeno di un confronto.

Stiamo parlando di persone alle quali verrà tolta l’unica fonte di reddito: si parla di imminente demolizione senza considerare neanche la difficoltà di dover trovare degli spazi dove collocare ciò che i box contengono. Stiamo parlando per esempio di box che hanno una lunga storia e che sono dei riferimenti per l’abbigliamento usato.

Molte famiglie non hanno la possibilità di vestirsi nei negozi, spesso gli stessi offrono merce di pessima qualità, qui invece si trovano capi di fibre naturali, molto apprezzati anche da diverse compagnie teatrali e da tanti studenti.

Siamo lontani da realtà come Firenze, dove i “cenciaioli” erano, sin dagli anni Settanta, un riferimento per molti studenti anche della nostra città, che hanno comprato nei loro negozi tanti capi di abbigliamento. Il “vintage” in molte città italiane è molto ricercato e anche valorizzato. Un box storico, che fu il primo negli anni Ottanta a rifornirsi a Prato dai “cenciaioli” e a portare a Cosenza articoli di ogni genere di ogni fattura, adesso rischia di essere demolito.

Vogliamo sperare che Cosenza non sia solo una città di persone che ostentano vestiti firmati o borse di lusso. Cosenza è fatta anche di persone dignitose che indossano abiti usati e non se ne vergognano, anzi ne fanno esempio di dignità. Si è signori dentro, non con l’apparenza sfoggiata dai borghesi, magari anche massoni deviati, che si pavoneggiano su corso Mazzini e pretendono di essere ossequiati dal popolino… Hanno molta più dignità quelli che si vestono “sutt’u ponte” o “sutt’i ponti” rispetto a questi parassiti e debosciati, incapaci di avere sentimenti di umanità. Della serie: forti con i deboli e deboli con i forti… Si può demolire e anche rimuovere ma le ferite, quelle, rimangono. Sempre.