Cosenza. Giustizia per Giampiero: “La trappola mortale di chi cura l’immagine falsa di una città vetrina dietro la quale c’è solo incuria”

Cosenza – Si terrà nel pomeriggio di oggi, venerdì  6 maggio, alle ore 17,30, in via Cesare Baccelli, a Cosenza, alle spalle del Centro Commerciale “I Due Fiumi”, l’iniziativa “GIUSTIZIA VERA PER GIAMPIERO” in memoria di Giampiero Tarasi, il giovane centauro tragicamente scomparso un anno fa a causa di un incidente contro un new jersey non segnalato. La manifestazione, organizzata e promossa dagli amici e familiari dello sfortunato ragazzo insieme a “La Terra di Piero”, è stata fortemente voluta per ricordare la figura di Giampiero ma soprattutto per chiedere giustizia per la sua tragica vicenda. La scelta di svolgere la manifestazione proprio il 6 maggio non è casuale, tutt’altro: è la data in cui Giampiero avrebbe dovuto festeggiare il suo 34° compleanno. Già l’anno scorso, gli amici ed i familiari si sono ritrovati nello stesso luogo per piantare un albero in suo ricordo: “L’Albero Giampiero”.

Pubblichiamo di seguito il ricordo di un suo familiare che risale ai giorni successivi alla tragedia di un anno fa. 

dalla pagina FB di Pietro Tarasi 

In questi giorni ho conosciuto Giampiero. Non che non lo conoscessi già! Come si dice solitamente dalle nostre parti: “l’ho cresciuto”. Si, perché da noi ogni figlio che nasce diventa della comunità che lo accoglie, lo custodisce e cura. Lui era il più piccolo di noi, era la nostra gioia inaspettata che riempiva le nostre case delle sue risate e ti chiedeva sempre di giocare. Con il tempo è stato il nostro ragazzo da plasmare, da renderlo uomo con consigli e ramanzine che lui sembrava accettare con quel suo sguardo distratto per poi lasciarti e fare di testa sua, come fanno tutti i giovani testardi che vogliono vivere la propria vita mordendola e non rimasticata dalle bocche degli altri.

Anche l’altra sera forse volevi mordere un pezzo di vita prendendo quella strada maledetta. Mi dicono che tu spesso percorrevi strade solo per recuperare ricordi ed è forse l’unica ragione che ti ha portato là. Poi l’ultimo sguardo sulla tua città che ti ha accolto matrigna dopo aver lasciato il nostro sempre più vuoto paese. Gioia mia! Ti aspettava il tuo appuntamento con il fato. Una trappola mortale posta da uomini incuranti e superficiali trincerati dietro scrivanie di incompetenza burocratica e governati da chi sceglie di curare l’immagine falsa di una città vetrina dietro la quale si cela l’incuria più totale.

Qualcuno pagherà per questo? Noi non ci daremo pace, insieme a tutti i tuoi amici, tanti. Grazie a loro in questi giorni di lutto ti ho conosciuto. Dai loro racconti, dalle loro descrizioni, dal come eri e come ognuno di loro ti vedeva. Ricco di vita e rabbia come ognuno della tua generazione che lotta ogni giorno per non rimanere schiacciato da questa terra povera di opportunità dove ancora una volta l’unico rifugio rischia di essere una valigia. Quella valigia che tu rifiutavi perché non volevi lasciare i tuoi vecchietti. I nostri vecchietti che in questi giorni ti abbiamo curato e coccolato e che ci hanno fatta tanta tenerezza per le loro fragilità. Ciao cugi…. Che la terra ti sia lieve perché per me oggi pesa come una montagna.