Cosenza. Patitucci e Porcaro capi del gruppo degli Italiani: il ruolo direttivo delle donne

Roberto Porcaro e Francesco Patitucci

LA POSIZIONE DI FRANCESCO PATITUCCI E DI PORCARO ROBERTO

La Dda di Catanzaro lo afferma senza possibilità di equivoci. Ai vertici del gruppo degli Italiani e poi della confederazione di ‘ndrangheta di cui è stato promotore vi è Francesco Patitucci, che a sua volta era subentrato a Ettore Lanzino, in seguito alla sua latitanza, seppure in modo discontinuo avendo subito diversi periodi di carcerazione, nel corso dei quali, pur mantenendo il suo ruolo apicale dall’interno dell’Istituto Penitenziario, era sostituito, per sua stessa designazione, da Porcaro Roberto. Che successivamente al blitz di Gratteri del 1° settembre 2022 prima aveva deciso di collaborare con la giustizia e adesso – non si sa se per “tattica” o per altro – ha fatto retromarcia.

Il ruolo apicale del Patitucci e del Porcaro viene riferito da diversi collaboratori di giustizia che sono stati (nella maggior parte dei casi) già giudicati attendibili in altri procedimenti giudiziari, non essendovi, peraltro, contraddizioni intrinseche e/o estrinseche, rilevando che le loro dichiarazioni sono state rese in momenti diversi, e in termini tra loro sostanzialmente coincidenti. Tali dichiarazioni, inoltre, vengono corroborate anche da riscontri esterni, quali la verifica dei periodi di detenzione e i riconoscimenti fotografici.

I collaboratori di giustizia che riferivano in merito alla caratura criminale del Patitucci e del Porcaro, e della  loro posizione apicale in seno alla confederazione di ‘ndrangheta, sono: Noblea Francesco, De Rose Vincenzo, Bruzzese  Franco, Abbruzzese  Celestino, Pellicori Luca, Foggetti Ernesto; Foggetti Adolfo, Zaffonte Giuseppe e Presta Roberto. Ai quali si è aggiunto Ivan Barone mentre Danilo Turboli e adesso anche Roberto Porcaro si sono pentiti… di essersi pentiti. 

L’analisi incrociata delle dichiarazioni dei collaboratori fa emergere diverse circostanze in merito alle quali almeno due tra loro riferiscono la medesima circostanza e permette, dunque, di conferire ulteriore credibilità al contenuto delle dichiarazioni. Il Patitucci era a capo del gruppo degli Italiani, e aveva contribuito alla costituzione della confederazione al cui vertice lo stesso veniva da tutti collocato, con la specificazione che nei periodi di detenzione veniva sostituito dal Porcaro, da lui designato alla stregua  di un reggente (alcuni parlavano di un vero e proprio rapporto fiduciario tra il Patitucci e il Porcaro), rivestendo tale ruolo dalla carcerazione del Patitucci fino alla sua (il Porcaro veniva arrestato in data 12.12.2019 -provvedimento di fermo emesso nell’ambito dell’operazione “Test del Serpente” – e in concomitanza veniva scarcerato il Patitucci, che quindi ritornava  al suo ‘posto’, in continuità col suo ruolo “dirigenziale”).

Nei periodi di detenzione il Patitucci era coadiuvato (principalmente) dalla moglie, Garofalo Rosanna, che quotidianamente gli faceva visita veicolando messaggi tra il carcere e il mondo esterno, nonché consegnando denaro provento di delitti;  la  confederazione  è caratterizzata da una struttura gerarchica; il Patitucci aveva un elenco di commercianti vittime di estorsione, e tale elenco veniva consegnato ad altri sodali affinché si perpetrasse tale attività delinquenziale; il Patitucci ha partecipato alla deliberazione  di diversi omicidi di mafia; il Patitucci svolgeva riti di affiliazione conferendo doti ‘ndranghetiste ad altri soggetti; i proventi delle attività illecite (soprattutto estorsioni) venivano gestiti dal Patitucci e destinati principalmente all’assistenza ai detenuti, spese legali, pagamento “stipendi”, e finanziamento di altre attività illecite; Foggetti Adolfo riferiva che il Porcaro è “battezzato”, e Impieri Luciano dichiarava testuahnente in data 8.03.2018: ‘Oggi è Robertino Porcaro ad avere tutto, sempre tramite Patitucci, l’ha fatto lui di sana pianta’; tra le figure di spicco vi è anche Piromallo Mario, detto Renato, che affiancava il Porcaro soprattutto nel periodo della sua reggenza; tra i principali “collaboratori” del Porcaro, da intendersi organicamente intranei al sodalizio, vi sono i fratelli Turboli Alberto e Turboli Danilo.

Oltre alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia vanno considerate anche le precedenti pronuncie giudiziarie che già sono state sinteticamente riportate in precedenza. Giova qui solo ribadire i procedimenti che si sono conclusi con sentenza di condanna per il reato di cui all’art. 416bis c.p. nei confronti del Patitucci: “Garden”; “Terminator N”, e ”Vulpes”.

Al Patitucci viene contestato il ruolo di capo, organizzatore e promotore dell’associazione. L’indagato è notevolmente ricorrente nell’ordinanza, proprio in ragione del particolare ruolo apicale rivestito in seno al gruppo criminale. Lo stesso, infatti, risulta gravemente indiziato di ben 11 reati-fine in cui vengono  contestati delitti quali esercizio abusivo del credito, usura, estorsione e intestazione fittizia, tutti reati che manifestano il dominio del gruppo sul territorio di riferimento.

In secondo luogo, va rilevato che diversi collaboratori  di giustizia, e i diversi procedimenti penali in cui il Patitucci risulta coinvolto, confermano il suo ruolo apicale in seno ali’associazione ‘ndranghetista.

Al Patitucci viene contestato il ruolo di capo, organizzatore e promotore dell’associazione. L’indagato è notevolmente ricorrente nella presente ordinanza, proprio in ragione del particolare ruolo apicale rivestito in seno al gruppo criminale.

Lo stesso, infatti, risulta gravemente indiziato di ben 11 reati-fine in cui vengono  contestati delitti quali esercizio abusivo del credito, usura, estorsione e intestazione fittizia, tutti reati che manifestano il dominio del gruppo sul territorio di riferimento.

In secondo luogo, va rilevato che diversi collaboratori di giustizia, e i diversi procedimenti penali in cui il Patitucci risulta coinvolto, confermano il suo ruolo apicale in seno ali’associazione ‘ndranghetista. Tale ruolo, del resto, viene fortemente evocato dalla riunione tenuta dal Patitucci medesimo con, tra gli altri, Raimondo Sergio…

Garofalo Rosanna, moglie del boss Francesco Patitucci, condivide col marito la direzione delle attività dell’associazione mafiosa. Nonostante il diffuso maschilismo dominante nella associazioni mafiose, le donne della confederazione ‘ndranghetista sono riuscite a ritagliarsi non solo un ruolo attivo, ma addirittura “direttivo”. In altri termini, le mogli dei membri apicali, in forza del matrimonio (o relazioni assimilabili), assumono un rango elevato all’interno della societas sceleris, e in forza di tale rango svolgono un ruolo attivo non solo nelle relazioni con gli altri accoscati, ma anche nella commissione di reati-fine.

Ed invero, alla Garofalo risultano contestati cinque reati-fine per i quali è stata ritenuta sussistente la gravità indiziaria. Le intercettazioni, peraltro, mettono in luce la consapevolezza della donna di far parte dell’associazione criminale, condividendone finalità e metodi. La stessa, inoltre, ha svolto e svolge l’indispensabile compito di veicolare messaggi da e per il marito Patitucci mentre questi è detenuto, la stessa inoltre partecipava anche ai summit di ‘ndrangheta, e di lei riferiva anche il collaboratore di giustizia Foggetti Adolfo.

ROBERTO PORCARO 

La centralità della figura di Roberto Porcaro è ampiamente emersa in tutta l’inchiesta. Allo stesso vengono contestati ben 26 reati-fine per cui viene ritenuta integrata la gravità indiziaria, e in tutte le vicende delittuose riveste sempre un ruolo di primo piano. I reati contestati, inoltre, sono eterogenei, riferendosi a delitti quali estorsioni, esercizio abusivo del credito, usura, lesioni, intestazioni fittizie, truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche, ecc.. Tale carattere eterogeneo è espressione dell’ampio programma criminoso  dell’associazione mafiosa e il Porcaro, proprio in virtù della sua posizione apicale, dirigeva e controllava diverse attività del gruppo.

Tanto le intercettazioni telefoniche, quanto le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, confermano l’ipotesi accusatoria, e pertanto risulta pacificamente integrata la gravità indiziaria nei termini di capo, organizzatore e promotore, nei confronti del Porcaro.

Con riferimento a Silvia Guido, moglie del Porcaro, vanno richiamate le medesime considerazioni svolte relativamente alla Garofalo e al ruolo delle donne nella confederazione ‘ndranghetista.

La Guido, infatti, è gravemente indiziata di 3 reati-fine chiaramente espressivi dell’attività  delinquenziale del gruppo. Dalle intercettazioni emerge come la stessa non solo coadiuvava il marito, ma lo sostituiva in occasione dei periodi in cui lo stesso era detenuto.